venerdì 19 gennaio 2024
La leader dell’iniziativa, Jeanne Mancini: oggi torniamo nella capitale con le prove innegabili della nostra vittoria, migliaia di vite salvate. C’è anche la consapevolezza che le sfide restano tante
La Marcia per la vita dello scorso 20 gennaio 2023 a Washington

La Marcia per la vita dello scorso 20 gennaio 2023 a Washington - Ansa

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Un anno fa, i movimenti pro-life di tutti gli Stati Uniti si sono riuniti per l’annuale Marcia per la Vita. Sette mesi prima la Corte Suprema aveva annullato il diritto nazionale all’aborto. Fu un evento epocale: circa 650.000 persone accorsero a Washington per parteciparvi e soprattutto festeggiare la «vittoria».

All’appuntamento di quest’anno, il 51esimo, che si terrà oggi, l’atmosfera sarà diversa, più di riflessione sulle incertezze e opportunità create dall’anno elettorale.

«Torniamo nella capitale con le prove innegabili della nostra vittoria: migliaia di vite salvate – ha affermato Jeanne Mancini, presidente di March for Life – . Ma c’è anche la consapevolezza delle sfide che il nostro movimento affronta».

I partecipanti al corteo renderanno infatti omaggio ai 14 Stati che da qualche mese hanno cominciato a mettere in pratica divieti di interrompere una gravidanza e scandiranno slogan ricordando i bambini che sono nati e che avrebbero potuto essere abortiti. Poi parleranno di come contrastare l’ondata di Stati che al contrario stanno implementando leggi ultra permissive sull’aborto, in reazione alla sentenza (Dobbs contro Jackson Women’s Health) del giugno 2022 che ha ribaltato la decisione del 1973 che legalizzava l’aborto a livello nazionale.


Oggi, anniversario della sentenza Roe v. Wade, in migliaia invaderanno la città. Le istanze politiche nell’anno elettorale sono forti, soprattutto dopo lo stop all’aborto sancito dai giudici della Corte Suprema

Da allora la battaglia per la vita si è spostata nei singoli Stati, e, come spiega il sito Web March for Life, l’obiettivo degli attivisti è di sostenere i continui sforzi legislativi per limitare l’aborto «fino a quando non verrà ripristinata una cultura della vita negli Stati Uniti d’America».

Il corteo di oggi prenderà il via a mezzogiorno sul National Mall, l’immensa spianata che unisce il Monumento a Washington e quello a Lincoln nella capitale americana, e seguirà un percorso modificato rispetto agli anni precedenti, terminando vicino al Congresso, e non davanti all'edificio della Corte Suprema come in precedenza.

I leader anti-aborto sono consapevoli che i loro oppositori descrivono l’ondata di divieti statali come un potenziale pericolo per la salute delle donne e hanno voluto sottolineare il loro sostegno chi affronta una gravidanza inaspettata con il tema dell’anno: «Pro-vita: con ogni donna, per ogni bambino». «I centri di cura per la gravidanza e le case di maternità sono la spina dorsale del nostro movimento», ha precisato Mancini, incoraggiando gli Stati a offrire programmi di sostegno per le neo mamme bisognose, aiutandole a trovare alloggio, lavoro e assicurazione sanitaria. Il messaggio è che le donne non sono sole – il movimento pro-vita è pronto ad aiutarle a scegliere di dare alla luce il loro bambino. Tra i relatori che parleranno dal palco della manifestazione c'è infatti Jean Marie Davis, direttore esecutivo del Branches Pregnancy Resource Center di Brattleboro, nel Vermont, un centro che, dirà, l'ha aiutata dopo che era rimasta incinta mentre era intrappolata nel traffico sessuale. Altri oratori includono il presidente della Camera Mike Johnson e alcuni deputati. Nel 2020, Donald Trump fu il primo presidente in carica a parlare di persona alla Marcia per la Vita, mentre altri capi della Casa Bianca in precedenza avevano inviato messaggi in video. A creare incertezza nel movimento è anche il modo incoerente con cui i tribunali federali e statali hanno aggiudicato negli ultimi mesi i casi legati all’aborto.

Ci sono state numerose sfide legali alle varie leggi statali che vietano o limitano l’interruzione di gravidanza, e in ugual misura hanno fallito o avuto successo, almeno temporaneamente. In una causa che ha fatto discutere in Texas, Kate Cox ha cercato di abortire dopo aver appreso che il bambino che portava in grembo aveva una condizione genetica fatale. La sua richiesta è stata respinta dalla Corte Suprema dello Stato e Cox ha lasciato il Texas per avere un aborto altrove.

L’umore degli attivisti che si raduneranno oggi, allora, può essere definito come perseveranza mista a solidarietà. «Non abbiamo ancora costruito una cultura della vita in America, con oltre 900.000 aborti ogni anno e tanta confusione; continuiamo ad avere il nostro bel da fare — conclude Mancini — non abbiamo ancora finito. Marceremo finché l’aborto non sarà impensabile».

Mezzo secolo in piazza con la rosa per i non nati

Il logo della Marcia per la Vita

Il logo della Marcia per la Vita - dal sito March for Life

Gli organizzatori la definiscono «la più grande manifestazione per i diritti umani del mondo». E per storia e numeri dei partecipanti è difficile contestarlo. La «March for Life», che oggi arriva alla 51esima edizione, è la prima e di gran lunga la più importante manifestazione pubblica per la difesa della vita umana, modello di altre marce fiorite nel tempo in decine di Stati (Italia inclusa) per «celebrare la vita» e non rassegnarsi alle leggi che hanno reso lecito l’aborto quasi ovunque.

La Marcia che percorre il National Mall della capitale americana fino a Capitol Hill è in grado ogni anno di calamitare una partecipazione che in alcune edizioni ha superato anche le 100mila persone. Tutto ha inizio il 22 gennaio 1973 quando la Corte Suprema cancella con la sentenza Roe v. Wade le 50 leggi locali sull’aborto e rende legale l’interruzione volontaria di gravidanza in tutti gli Stati Uniti. Nell’ottobre dello stesso anno a Washington la casa di Nelly Gray, storica attivista anti-aborto americana, considerata la fondatrice della manifestazione, ospita la riunione del gruppo di 30 persone che insieme “inventano” la Marcia.

L’appuntamento è per il primo anniversario della sentenza. Il 22 gennaio 1974 la Marcia debutta con il suo logo: la rosa rossa, simbolo dei bambini non nati, che venne portata in dono a tutti i parlamentari. Sul sito Marchforlife.org è possibile iscriversi a una newsletter che aggiorna tutto l’anno sulle iniziative pro-life dei promotori negli Usa. (F.O.)





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