sabato 2 dicembre 2023
In quasi 50 giorni di conflitto tra Israele e Hamas, prima della ripresa dei combattimenti dopo la tregua di una settimana, nella striscia di Gaza sono stati uccisi più di 5.300 bambini palestinesi
Un palestinese trasporta un bimbo ferito in seguito a un attacco contro una casa, dopo la scadenza della tregua temporanea tra Hamas e Israele

Un palestinese trasporta un bimbo ferito in seguito a un attacco contro una casa, dopo la scadenza della tregua temporanea tra Hamas e Israele

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In quasi cinquanta giorni di conflitto tra Israele e Hamas, prima della ripresa dei combattimenti dopo la tregua di una settimana, nella striscia di Gaza sono stati uccisi più di 5.300 bambini palestinesi. Il dato non include molti bambini che ancora sono considerati semplicemente “dispersi”, ma che molto probabilmente sono sepolti sotto le macerie. Il conto di questa strage di innocenti è dell'Unicef: “I bambini – ha detto la direttrice generale dell’organismo delle Nazioni Unite, Catherine Russell - hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele meritano la pace. Se la violenza dovesse tornare su questa intensità, possiamo presumere che altre centinaia di bambini saranno uccisi e feriti ogni giorno”.

Dalla ripresa dei combattimenti, che in un giorno hanno fatto quasi 200 morti a Gaza, secondo quanto dichiarato da Hamas, la Striscia è tornata ad essere il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino. "Per sette giorni c'è stato un barlume di speranza per i bambini in mezzo a questo orribile incubo. ha aggiunto Russell -. Più di 30 bambini tenuti in ostaggio a Gaza sono stati liberati e riuniti alle loro famiglie. La pausa umanitaria ha permesso di aumentare le consegne di aiuti di prima necessità in tutta la regione. L'Unicef e i suoi partner hanno potuto incrementare in modo significativo le operazioni e i programmi. E abbiamo potuto iniziare a riunire i bambini separati con le loro famiglie. Ciò non è stato sufficiente per soddisfare l'entità dei bisogni umanitari, ma è stato un inizio”.

L’Unicef chiede a gran voce un accesso più sicuro e prevedibile per raggiungere i piccoli feriti, sfollati e traumatizzati, anche perché il clima ora sta diventando freddo e umido. “I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo – ha detto Russell -. Chiediamo a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele - conclude Russell - meritano la pace e la speranza di un futuro migliore".

Venerdì, nel giorno della ripresa dei bombardamenti, il portavoce dell'Unicef, James Elder, durante la conferenza stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, aveva espresso analoghe preoccupazioni: “La situazione umanitaria a Gaza è così pericolosa che qualsiasi altra cosa diversa da una pace duratura e da aiuti d'emergenza su larga scala significherà una catastrofe per i bambini di Gaza”.

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