giovedì 6 luglio 2023
Sfrattato dal governo il metropolita Onufrij: chiuso l'edificio dove vive nel Monastero delle grotte che ospita la sede centrale della Chiesa accusata di collaborazionismo
I sigilli messi dal ministero della cultura agli edifici del Monastero delle grotte a Kiev

I sigilli messi dal ministero della cultura agli edifici del Monastero delle grotte a Kiev - UOC-MP

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Non può più mettere piede nella sua residenza il capo della Chiesa ortodossa ucraina che affonda le sue radici nel patriarcato di Mosca. Sfrattato per disposizione del governo. La polizia ha messo i sigilli alla palazzina dove vive il metropolita Onufrij che guida la comunità ecclesiale accusata dallo Stato di essere troppo vicina alla Russia. È una delle cinque strutture che il ministero della Cultura aveva ordinato di piombare all’interno del Monastero delle Grotte di Kiev, che in Ucraina tutti conoscono come “Pechersk-Lavra” e che ospita le strutture centrali della Chiesa finita nel mirino delle autorità pubbliche.

La polizia nel Monastero delle grotte per consentire alla commissione del governo di sigillare gli edifici

La polizia nel Monastero delle grotte per consentire alla commissione del governo di sigillare gli edifici - UOC-MP

La chiusura degli edifici da parte di una commissione incaricata dal dicastero doveva avvenire martedì 4 luglio ma le proteste di fedeli e preti l’aveva bloccata all’ingresso della fortezza religiosa considerata il principale santuario dell’ortodossia slava che deve il suo nome alle cavità in cui sono custodite le reliquie di oltre cento santi eremiti. Una cittadella dell’anima di proprietà dello Stato, e classificata come monumento nazionale, da cui l’esecutivo intende allontanare la Chiesa ritenuta ancora legata a Mosca e quindi “collaborazionista”.

La polizia nella residenza del metropolita Onufrij per far mettere i sigillare all'edificio

La polizia nella residenza del metropolita Onufrij per far mettere i sigillare all'edificio - UOC-MP

​Anche stamani, 6 luglio, ad accogliere il comitato governativo c’erano fedeli e religiosi che, scrive il dicastero, «hanno continuato a ostacolare il lavoro della commissione e delle forze dell’ordine». Non molti, però, perché la delegazione si è presentata al monastero prima delle 7 del mattino per evitare la calca degli oppositori. E tre stabili sono stati sigillati fra cui quello del primate dove, denuncia la Chiesa ortodossa ucraina, «sono state forzate le serrature» per apporre i blocchi. I pellegrini erano anche asserragliati davanti a un altro stabile ma la polizia li ha allontanati «con la forza», riferisce l’amministrazione religiosa, per far eseguire alla commissione il suo mandato.

I fedeli protestano contro la decisione di sigillare il Monastero delle grotte a Kiev per cacciare i monaci

I fedeli protestano contro la decisione di sigillare il Monastero delle grotte a Kiev per cacciare i monaci - UOC-MP

«Altre persone che erano fuori dal monastero – continua la Chiesa – hanno cercato di entrare nel territorio di Pechersk-Lavra ma la polizia ne ha limitato l'accesso». Infatti per qualche ora gli ingressi sono stati chiusi dagli agenti. Come segno di disobbedienza, i religiosi hanno distribuito la Comunione da dietro i cancelli e hanno accusato lo Stato di violare la Costituzione che garantisce il diritto di partecipare a un culto religioso «senza restrizioni». Nel pomeriggio il ministro della Cultura, Oleksandr Tkachenko, ha pubblicato online una foto dei ritratti dell'imperatore russo Nicola II e dell'imperatrice Alessandra trovati in uno degli edifici chiusi: quasi che le due immagini siano una prova della vicinanza della Chiesa al nemico.

I ritratti dell'imperatore russo Nicola II e dell'imperatrice Alessandra trovati nel santuario

I ritratti dell'imperatore russo Nicola II e dell'imperatrice Alessandra trovati nel santuario - Tkachenko.UA-Telegram

Le tensioni intorno al santuario sono cominciate il 1° gennaio 2023 quando alcune chiese all’interno dell’area, fra cui la Cattedrale della Dormizione, sono state sottratte alla Chiesa ortodossa ucraina finita nel mirino già a novembre con perquisizioni di parrocchie e incriminazioni di sacerdoti accusati di sostegno al Cremlino o di propaganda filorussa.

La protesta dei fedeli in preghiera davanti alla polizia nel Monastero delle grotte a Kiev

La protesta dei fedeli in preghiera davanti alla polizia nel Monastero delle grotte a Kiev - UOC-MP

A fine marzo il ministero della Cultura ha annullato il contratto che concede alla Chiesa di matrice moscovita l’uso gratuito di Pechersk-Lavra. Di fatto una cacciata dal luogo-simbolo dell’ortodossia ucraina che lo Stato intendersi riprendersi. Dal 1° aprile avrebbero dovuto andarsene 220 monaci, 300 studenti di teologia, le strutture di governo della comunità ecclesiale e la residenza del metropolita Onufrij. Non è accaduto per le proteste e per il ricorso in tribunale ancora pendente contro la decisione del governo che la Chiesa ortodossa ucraina definisce «illegale».

I sigilli messi dal ministero della cultura agli edifici del Monastero delle grotte a Kiev

I sigilli messi dal ministero della cultura agli edifici del Monastero delle grotte a Kiev - UOC-MP



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