martedì 7 gennaio 2020
Le vittime sarebbero almeno 50. Il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale: la rappresaglia anti-Usa non avverrà in una sola operazione, i loro militari fuori dall'Iraq
Folla alla cerimonia funebre del generale Soleimani, nella sua città natale Kerman in Iran

Folla alla cerimonia funebre del generale Soleimani, nella sua città natale Kerman in Iran - Reuters

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Almeno 50 persone sono morte e altre 200 sono rimaste ferite nella calca durante la cerimonia funebre del generale Qassem Soleimani a Kerman, la sua città natale in Iran. Lo ha detto alla televisione di Stato il capo dei servizi d'emergenza. Per questo la cerimonia di sepoltura è cominciata con diverse ore di ritardo.

Intanto da Teheran continuano ad arrivare segnali minacciosi nei confronti degli Usa. Il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, contrammiraglio Ali Shamkhani, ha detto: «Gli americani sanno di essere vulnerabili e quindi hanno cambiato tattica raccogliendo le proprie forze nelle basi militari. Si sono chiusi dentro i rifugi nella speranza di sfuggire alla nostra vendetta, ma la Repubblica islamica aprirà loro le porte dell'inferno». «Il messaggio della Repubblica islamica è chiaro - ha proseguito -: gli Stati Uniti hanno assassinato un eroe nazionale e non possiamo restare indifferenti. Quindi, se le truppe Usa non lasciano la regione spontaneamente, le cacceremo noi».

Shamkani ha aggiunto che «sono stati valutati 13 scenari per la vendetta dell'Iran dopo l'assassinio del generale Soleimani, e anche il più debole di questi sarà un incubo storico per gli Usa». «La rappresaglia - ha annunciato - non avrà luogo in una sola operazione, perché sulla base delle dichiarazioni della nostra Guida tutte le forze di resistenza sono pronte a vendicare l'azione degli Stati Uniti».

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