venerdì 15 marzo 2024
L'esercito israeliano nega di avere fatto fuoco, accusa «palestinesi armati» e denuncia «una campagna diffamatoria». Al-Jazeera parla di spari da un elicottero
Una Stella di David realizzata sul terreno in mezzo agli edifici distrutti: la foto è stata scattata da un aereo militare Usa che paracadutava gli aiuti umanitari

Una Stella di David realizzata sul terreno in mezzo agli edifici distrutti: la foto è stata scattata da un aereo militare Usa che paracadutava gli aiuti umanitari - Ansa/Afp/Dylan Collins

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Nel primo Venerdì del Ramadan, il mese sacro del digiuno islamico, due le notizie principali che arrivano dalla Striscia di Gaza. La prima: le trattative per una tregua non si fermano, Hamas ha presentato ai mediatori una nuova proposta di accordo ma Israele l'ha già bollata come «irrealistica». La seconda: c'è stata un'altra strage di civili assiepati in attesa dei viveri a Gaza City, nel nord dell'enclave, l'esercito israeliano nega di esserne il responsabile e accusa «palestinesi armati».

Nella notte a Gerusalemme 35mila fedeli sono entrati sulla Spianata delle moschee per pregare e si sono poi allontanati senza incidenti. In città sono schierati 3mila agenti di polizia, il capo Yaakov Shabtai è sul posto per vigilare di persona.

In giornata è atteso l'arrivo a Gaza della nave Open Arms, salpata martedì da Cipro con 200 tonnellate di Cipro. L'imbarcazione stamani è già visibile al largo della costa.

Hamas: scambio ostaggi-detenuti, poi la data del cessate il fuoco

L'agenzia Reuters ha visionato la nuova proposta presentata da Hamas ai mediatori di Egitto e Qatar. La bozza prevede una tregua che consenta, da una parte, il rilascio degli ostaggi più fragili (donne, bambini, anziani e ammalati) e dall'altra la scarcerazione di 700-1.000 detenuti palestinesi. Rientrerebbero nello scambio le soldatesse israeliane e un centinaio di ergastolani. Successivamente, verrebbe concordata una data per il cessate il fuoco permanente, il ritiro delle forze israeliane e il rientro degli sfollati.

L'ufficio del primo ministro israeliano Benjmanin Netanyahu scrive su X che Hamas «continua ad avanzare richieste irrealistiche». Per Tel Aviv è inaccettabile, in particolare, la richiesta di un cessate il fuoco permanente. L'obiettivo della guerra, continua a ripetere Netanyahu, è la «vittoria completa» attraverso «la distruzione di Hamas». Per conseguirlo l'unica via, per Israele, è quella dell'offensiva su Rafah dove resterebbe asserragliato un quarto delle forze militari di Hamas ma dove si trovano anche un milione e mezzo di sfollati, due terzi dell'intera popolazione della Striscia.

«Spari sugli affamati: almeno 21 morti e 155 feriti»

I morti e i feriti ci sono, è innegabile. L'ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia, non riesce a far fronte all'emergenza. Cadaveri e feriti che portano i segni di colpi d'arma da fuoco. Sulla dinamica della strage restano però i dubbi.

Nella serata di ieri una folla si era assiepata alla rotonda alla periferia di Gaza City dove arrivano i convogli umanitari, che hanno ricominciato sia pure a rilento a raggiungere il nord della Striscia dove 300mila persone rischiano la morte per mancanza di cibo.

Secondo il ministero della Sanità, controllato da Hamas, l'esercito israeliano avrebbe fatto fuoco contro la folla provocando almeno 21 morti e 155 feriti. Non è chiaro se il riferimento sia a bombardamenti dal cielo o al fuoco di artiglieria, di carri armati o soldati. Testimoni oculari hanno riferito che l'area è stata colpita da quello che sembrava un fuoco di carri armati o di artiglieria. «Ci sono stati spari diretti delle forze di occupazione sulle persone che si erano radunate alla rotatoria Kuwait per attendere l'arrivo dei camion con il cibo», ha riferito all'Afp il dottore Mohammed Ghurab, direttore dei servizi di emergenza dell'ospedale al-Shifa. Sul posto un collaboratore dell'Afp ha visto numerosi corpi e feriti da proiettili. Secondo al-Jazeera, l'esercito avrebbe sparato da un elicottero.

L'esercito israeliano ha negato di essere dietro l'attacco e, dopo una rapida indagine, è giunto alla conclusione che «palestinesi armati hanno aperto il fuoco mentre civili di Gaza erano in attesa dell'arrivo del convoglio di aiuti». Quando il convoglio di 31 camion è entrato nella Striscia, ha ricostruito un portavoce militare, «i palestinesi armati hanno continuato a sparare mentre la folla di residenti di Gaza ha cominciato a saccheggiare i camion». Le Forze di difesa hanno denunciato che «i terroristi di Hamas continuano a danneggiare i civili che cercano cibo e incolpano Israele».

«Per il primo venerdì del mese di Ramadan - aggiunge l'esercito - è stata creata una campagna diffamatoria con l'obiettivo di diffondere disinformazione infondata allo scopo di istigare alla violenza in altri ambiti». L'esercito continuerà a indagare sulla vicenda anche se «la revisione dei sistemi operativi e delle forze militari sul campo hanno mostrato che né colpi di carri armati, né raid aerei o spari sono stati indirizzati verso i civili di Gaza in attesa del convoglio di aiuti».

All'Onu pronta una bozza Usa

Gli Stati Uniti hanno finalizzato la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla guerra tra Israele e Hamas, solitamente il passo finale prima di chiedere un voto sul testo che sosterrebbe gli sforzi internazionali per mediare un cessate il fuoco immediato come parte di un accordo sulla liberazione degli ostaggi.

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