lunedì 20 aprile 2020
L'Europa, dopo oltre un milione di casi e 100mila vittime, si prepara ad allentare le restrizioni
Un cartello davanti a un ospedale Covid-19 a Wellington, in Nuova Zelanda

Un cartello davanti a un ospedale Covid-19 a Wellington, in Nuova Zelanda - Ansa

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Ci sono ormai più di 2,4 milioni di casi ufficiali di Covid-19 nel mondo (in 212 tra Stati e territori) e più di 165mila morti. I Paesi con il maggior numero di contagi sono Stati Uniti, Spagna, Italia, Francia e Germania.

In Europa i casi sono oltre un milione e le vittime più di 100mila, mentre alcuni Paesi cominciano ad attuare misure di de-lockdown. In Germania (circa 146mila casi e oltre 4mila vittime) riaprono i piccoli negozi (dai fiori all'abbigliamento) anche se la cancelliera Angela Merkel invita alla cautela. Nella Repubblica ceca ripartono mercati e piccole aziende. La Danimarca ha già riaperto, dal 15 aprile, le scuole elementari e materne, e ora tocca ad alcune attività commerciali, compresi parrucchieri, dentisti, scuole guida, saloni di massaggi e di tatuaggi; restano chiusi, fino al 10 maggio, centri commerciali, palestre, bar e ristoranti, nonché le scuole medie e superiori. In Norvegia riaprono gli asili e riprendono l'attività anche fisioterapisti e psicologi; parrucchieri e dermatologi ripartiranno in settimana, lunedì prossimo sarà la volta delle scuole elementari. Anche il Belgio dà per superato il picco e si avvia al deconfinamento.

Negli Stati Uniti i contagi sono 759mila e più di 40mila i morti, ma lo Stato di New York, quello più pesantemente colpito, comincia a vedere un calo dei nuovi ricoveri ospedalieri, anche se il governatore Andrey Cuomo invita a non abbassare la guardia.

La Corea del Sud vede la fine del tunnel: con solo 13 nuovi contagi nell'ultimo giorno, vengono allentate le misure di distanziamento sociale. La Nuova Zelanda, che si è difesa molto bene fin dall'inizio chiudendo senza esitazioni le frontiere, allenterà l'isolamento dal 28 aprile. In Australia riaprono tre spiagge a Sidney. In Cina riapre un terzo dei siti turistici, anche se continuano a manifestarsi focolai di casi importati dall'estero.

In India è stato autorizzato oggi l'allentamento del lockdown in alcune aree rurali dove non vi sono focolai, in modo da dare sollievo economico alla popolazione. L'India ha registrato ieri il maggior aumento di contagi in un giorno, ben 1.550 su un totale di 17.200. I morti sono 543.

La mappa del contagio nel mondo

Migliora la Svizzera, ma ha un contagio ogni 307 abitanti

Sono 204 le nuove infezioni da Covid-19 confermate in Svizzera nelle ultime 24 ore (27.944 in tutto). Almeno 1.142 persone (+7) sono morte. Ieri l'incremento era stato di 336 contagi, fra venerdì e sabato di 326. Dei 224.442 test effettuati finora, circa il 14% è risultato positivo. L'incidenza della malattia (casi per 100.000 abitanti) a livello nazionale si situa a 326 (ovvero un caso di Covid-19 ogni 307 abitanti).

A Singapore arriva la seconda ondata

Singapore accusa un boom di nuovi casi, 1.426 in un giorno. L'ha annunciato il ministero della Salute, secondo cui si tratta in gran parte di contagi collegati ai focolai nei dormitori di lavoratori provenienti da altri Paesi asiatici, impegnati nel settore delle costruzioni. Il totale dei contagi è schizzato a 8.014 in pochissimi giorni dopo che l'isola era risultata tra i Paesi più efficaci nel contenimento dell'infezione.

In Spagna morti almeno 70 sacerdoti

Sono circa settanta i sacerdoti che sono morti di Covid-19 in Spagna. Lo ha reso noto oggi la Conferenza episcopale spagnola, "sulla base delle informazioni ricevute" dalle diocesi. Si tratta di preti che si sono ammalati durante "il normale esercizio del loro ministero" e in particolare "quelli che sono stati vicino a persone contagiate prima che venissero messe in isolamento o in luoghi dove la possibilità del contagio era maggiore". A questo bilancio si devono aggiungere i "preti anziani che sono morti in residenze, case religiose", anche se non sempre il collegamento con il Covid-19 è stato accertato.

Ecuador, almeno 86 medici morti

La situazione del personale medico e sanitario della provincia di Guayas, la più colpita dal coronavirus in Ecuador, è allarmante, con 86 medici morti e oltre 700 contagiati. La provincia concentra 6.446 dei 9.468 casi finora confermati in Ecuador, e 208 delle 474 vittime. Il presidente del Collegio dei medici di Guayas, Wilson Tenorio, denuncia da tempo la mancanza di dispositivi di protezione per chi lavora nella sanità.

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