mercoledì 21 febbraio 2024
Almeno due familiari del personale Msf sono stati uccisi e altre sei persone sono rimaste ferite. «Siamo inorriditi da quanto accaduto»
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Un rifugio di Medici senza frontiere (Msf) ad Al Mawasi, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, è stato colpito durante un'operazione militare israeliana. Almeno due familiari del personale Msf sono stati uccisi e altre sei persone sono rimaste ferite. «Siamo inorriditi da quanto accaduto» sottolinea l'organizzazione nel darne notizia. Anche la Mezzaluna rossa palestinese ha citato l'accaduto, affermando di aver trasferito i morti e i feriti dell'attacco in un ospedale di Rafah.

E intanto Medici senza frontiere esprime indignazione per la situazione all'interno dell'ospedale Nasser a Khan Younis (Gaza), dove personale medico e pazienti sono ancora intrappolati dopo l'attacco delle forze israeliane iniziato il 15 febbraio. Secondo le Nazioni Unite - ricorda Msf in una nota - circa 130 pazienti si trovano ancora nell'ospedale, senza elettricità né acqua corrente e con cibo limitato. L'organizzazione umanitaria si dice profondamente preoccupata per la loro salute e chiede che questi malati vengano evacuati in sicurezza. Le équipe mediche di Msf all'ospedale di Al-Aqsa e in quello indonesiano a Rafah sono pronte a curarli, se necessario.

«Nelle prime ore del 15 febbraio - ricostruisce Msf - veniva colpito il reparto di ortopedia dell'ospedale Nasser, la struttura sanitaria più grande nel sud di Gaza, provocando il caos e uccidendo e ferendo un numero imprecisato di persone. Temendo per la propria vita, i membri dello staff dell'organizzazione sono dovuti fuggire dal complesso lasciando dietro di sé diversi pazienti in gravi condizioni. Tutto questo è avvenuto dopo settimane di pesanti combattimenti nei pressi della struttura, in cui il personale medico, i pazienti e gli sfollati si sono ritrovati intrappolati con un accesso molto limitato alle forniture essenziali. All'esterno, molte persone ferite a causa degli intensi bombardamenti a Khan Yunis non hanno potuto raggiungere l'ospedale per ricevere cure di emergenza. Ancora oggi Msf non ha ancora notizie di due membri del suo staff che si trovavano nel complesso medico di Nasser al momento dell'attacco. Uno è irreperibile e un altro è stato trattenuto a un posto di blocco delle forze israeliane mentre cercava di lasciare l'ospedale. Msf chiede alle autorità israeliane di condividere le informazioni sulla loro posizione e che venga garantita la loro sicurezza e protezione della loro dignità».

«La situazione dell'ospedale Nasser è un altro esempio di come le strutture sanitarie vengono smantellate una ad una in questa guerra - dichiara Guillemette Thomas, coordinatrice medica di Msf per la Palestina - Anche se inizialmente era stato detto loro che potevano rimanere all'interno, il personale medico e i pazienti sono stati messi in pericolo in un luogo in cui avrebbero dovuto essere protetti. Siamo indignati per pesante prezzo che hanno dovuto pagare». Gli attacchi alle strutture mediche, al loro personale e ai pazienti, devono cessare, esorta Msf. L'organizzazione ribadisce il suo appello urgente per un cessate il fuoco immediato e duraturo, che consenta di risparmiare le vite dei civili e di far entrare nella Striscia aiuti consistenti.

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