venerdì 22 ottobre 2021
La direttrice della fotografia è morta, ferito leggermente il regista Souza. Si indaga per scoprire cosa è successo e che tipo di proiettile ci fosse nell'arma. Il precedente di Brandon Lee
Vittima sul set. Alec Baldwin ha sparato con una pistola di scena

Reuters

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Tragedia durante le riprese del film western "Rust" fuori da Santa Fe, negli Stati Uniti. Una donna è morta e un uomo è rimasto leggermente ferito dopo che l'attore e produttore del film Alec Baldwin ha sparato sul set con una pistola di scena.

La donna rimasta uccisa è Halyna Hutchins, direttrice della fotografia del film, 42 anni, mentre è rimasto leggermente ferito Joel Souza, il regista, 48 anni. Hutchins è stata inizialmente trasportata in ospedale, allo University of New Mexico Hospital, dove è stata dichiarata morta. Souza, invece, è stato portato in ambulanza al Christus St. Vincent Regional Medical Center ma è stato dimesso dopo poche ore. Le riprese sono state fermate. Il giornale Santa Fe New Mexican ha riferito che Baldwin, 68 anni, è stato visto in lacrime fuori dall'ufficio dello sceriffo, ma non è stato possibile ottenere un commento da lui.

L'incidente è avvenuto verso le due del pomeriggio al Bonanza Creek Ranch, dove si stavano girando alcune scene del western "Rust", di cui Baldwin è produttore e protagonista. Non si conoscono le condizioni del regista ferito.

L'ufficio dello sceriffo di Santa Fe ha aperto un'indagine per scoprire cosa è successo e che tipo di proiettile c'era nella pistola; non si sa se gli spari siano partiti durante le riprese o durante una prova.

Non sono state formulate accuse penali. La società di produzione ha diffuso una nota in cui si dice "devastata" da quanto accaduto e offre aiuto psicologico a tutti quelli che lavoravano al film. Le riprese sono state sospese a tempo indeterminato.

Ecco cosa potrebbe essere accaduto

Dietro il tragico incidente sul set potrebbe esserci il malfunzionamento di una pistola di scena, caricata a salve. Non sarebbe la prima volta: era successo nel 1993 a Brandon Lee, figlio della star di arti marziali Bruce Lee, morto sul set dopo essere stato accidentalmente colpito da un colpo di pistola di scena durante le riprese di una scena mortale nel film "Il corvo".

Nella riprese cinematografiche sono spesso utilizzate armi da fuoco vere caricate con cartucce a salve che creano un lampoe un botto senza che parta alcun proiettile. Nel caso di Lee, fu appurato che la pistola aveva un bossolo rimasto nella canna e che nell'esplosione della carica a salve la vecchia cartuccia era stata espulsa uccidendo l'attore.

Secondo i produttori l'incidente avvenne per una serie di sfortunati eventi scaturiti dalla negligenza dei membri del personale che, avendo bisogno di proiettili inerti per una scena di un primo piano del caricatore, li costruirono togliendo innesco e polvere da sparo da veri proiettili invece di comprarli già pronti. Per errore uno dei proiettili non venne però privato dell'innesco e il revolver venne lasciato carico anche dopo la scena. Quando il grilletto della pistola fu successivamente premuto, l'innesco rimasto ebbe abbastanza forza da spingere comunque l'ogiva fino a metà canna, inceppando l'arma. Al momento della scena fatale, la pistola venne caricata con proiettili a salve (munizioni fornite di polvere da sparo ma prive di ogiva) ma quando venne esploso il colpo l'ogiva precedentemente incastrata nella canna venne sparata allo stomaco di Brandon.

In Italia potrebbe succedere? Norme rigorose sulle armi di scena

"In Italia c'è una legge ben chiara e severissima per quanto riguarda le armi di scena" spiega a LaPresse Orazio Di Virgilio, stunt coordinator e fornitore di automezzi di scena per il cinema da 40 anni. "Ci sono ditte preposte - sottolinea Di Virgilio - che sono autorizzate dalla questura, che forniscono armi vere ma modificate, che non possono più sparare con il proiettile vero, con l'ogiva. La produzione deve comunicare alla questura che ci sarà una scena con armi, fornite dalla tale ditta". Quindi, rimarca, "le armi sono vere ma modificate in modo che se anche uno sbaglia e mette il proiettile vero, non parte. In quel caso può esplodere all'interno della canna, ma non esce dall'arma".

"Le cartucce - aggiunge - sono a salve, fornite dalla stessa ditta che fa le cartucce normali. Durante l'anno chi fabbrica le munizioni chiama tutte le ditte che forniscono armi di scena e avvisa che preparano le cartucce a salve di quel tale calibro. Non è che arriva qualcuno con l'arma da casa, quando ci sono scene con spari oltretutto è presente anche la polizia, o i carabinieri a seconda dei casi. Da qualche tempo deve essere presente anche una guardia giurata a trasportare le armi. Queste leggi italiane sono severe, perfette e non si fa male nessuno".

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