lunedì 10 gennaio 2022
La strage è avvenuta nel villaggio di Baiganan, nella provincia di Nangarhar. Immagini dei social media mostrano un carretto di pop corn danneggiato che è finito su un ordigno non esploso
Il carretto di pop corn finito su un mortaio non esploso

Il carretto di pop corn finito su un mortaio non esploso - Fonte Twitter

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Nel villaggio di Baiganan, nel distretto di Lal Pur nella provincia di Nangarhar, nell'est dell'Afghanistan al confine con il Pakistan, un proiettile di mortaio inesploso, scoppiato vicino a una scuola, ha ucciso, oggi, almeno nove piccoli afghani e ne ha feriti altri quattro. La strage, nel territorio che è controllato, di nuovo, dai talebani dallo scorso agosto, è stata confermata all'agenzia tedesca Dpa dal portavoce del governatore taleban di Nangarhar, Qazi Mullah Adel.

Immagini diffuse sui social media mostrano un carretto di pop corn danneggiato vicino al luogo dell'esplosione che, secondo i responsabili locali, è avvenuta dopo che il carretto è finito sul colpo di mortaio inesploso. La dinamica è stata ricostruita dall'emittente araba "Al-Jazeera".

Il carretto di pop corn finito su un ordigno non esploso

Il carretto di pop corn finito su un ordigno non esploso - Fonte Twitter

Il comunicato rilasciato dall'ufficio del governatore della provincia del Nangarhar ha confermato che i bambini feriti sono stati trasportati nell'ospedale regionale nella capitale di Jalalabad per essere curati.

L'Afghanistan è tra i Paesi con il numero più alto di mine e di altri ordigni non esplosi dopo decenni di guerre e conflitti. Quando questi ordigni saltano le vittime sono spesso bambini. Lo Stato Islamico (ISIS-K) della provincia di Khorasan ha rivendicato la responsabilità di una serie di attacchi in Afghanistan e, in particolare, nella provincia di Nangarhar, uno dei suoi obbiettivi più frequenti, da quando i taleban hanno preso il controllo del Paese a metà dell'agosto scorso. Il gruppo, affiliato del Daesh, opera in Afghanistan dal 2014 ed è responsabile di decine di attacchi sanguinari che hanno avuto, spesso, come obbiettivo la minoranza musulmana di origine sciita.

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