venerdì 8 settembre 2023
Ondata di indignazione per le parole del presidente palestinese. Yad Vashem: «Non sono solo un esempio di negazione e distorsione dell'Olocausto, ma utilizzano stereotipi antisemiti». Condanna Ue
Il presidente dell'Anp Abu Mazen durante una visita a Jenin (roccaforte del terrorismo palestinese in Cisgiordania) a luglio

Il presidente dell'Anp Abu Mazen durante una visita a Jenin (roccaforte del terrorismo palestinese in Cisgiordania) a luglio - Reuters

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Il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato che Hitler perseguitò gli ebrei europei «perché si occupavano di usura e di traffici monetari». Le frasi, che hanno suscitato un'ondata di indignazione in tutto il mondo, sono contenute in un discorso pronunciato dal leader dell'Anp a Ramallah, davanti al Comitato rivoluzionario di al-Fatah, il 24 agosto e diffuso l'altro ieri dal Centro studi Memri (Middle Esat Media Research Institute), un'organizzazione no-profit con sede a Washington che si occupa delle pubblicazioni e traduzioni dal Medio Oriente.

«Tutti sanno - ha detto Abu Mazen rispolverando gli argomenti più tipici della propaganda antisemita - che nella Prima guerra mondiale Hitler era un sergente. Combatteva gli ebrei perché si occupavano di usura e di traffici monetari. A suo parere erano impegnati in sabotaggi, e perciò li odiava. Ma un punto deve essere chiaro: questo non aveva a che vedere con semitismo o antisemitismo».

Il presidente palestinese si è anche rifatto alla tesi secondo la quale gli ebrei ashkenaziti sarebbero discendenti dei Khazari, popolazione della Turchia che si sarebbe convertita all'ebraismo: «Gli ebrei europei non sono di stirpe semita», ha sostenuto Abu Mazen, «sono semmai i discendenti del regno dei Khazari, situato a suo tempo nel Caucaso, e quindi la loro la persecuzione non ha nulla a che fare con l’antisemitismo».

Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem, ha denunciato che le parole del leader palestinese «non sono solo un esempio di negazione e distorsione dell'Olocausto, ma utilizzano stereotipi antisemiti profondamente radicati». La fondazione Yad Vashem ha biasimato anche i partecipanti a quella riunione di agosto che ne hanno accettato il contenuto.
L'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, ha sottolineato che le parole di Abu Mazen «mostrano il vero volto della leadership palestinese». «Come Abu Mazen incolpa gli ebrei per l'Olocausto, allo stesso modo li incolpa per i problemi in Medio Oriente - ha aggiunto il diplomatico - mentre diffonde questo antisemitismo puro, paga i terroristi palestinesi per assassinare gli israeliani e applaude pubblicamente al terrorismo palestinese».
Dura la condanna dell'Unione Europea: «Il discorso pronunciato da Abu Mazen - si legge in un comunicato - contiene osservazioni false e grossolanamente fuorvianti sugli ebrei e sull'antisemitismo». «Tali distorsioni storiche sono infiammatorie, profondamente offensive, possono solo servire a esacerbare le tensioni nella regione e non servono gli interessi di nessuno: fanno il gioco di chi non vuole la soluzione dei due Stati, che il presidente Abu Mazen ha ripetutamente invocato. Inoltre, banalizzano l'Olocausto e quindi alimentano l'antisemitismo e sono un insulto ai milioni di vittime dell'Olocausto e alle loro famiglie».

Oggi la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha revocato la medaglia Grand Vermeil, il più alto riconoscimento della capitale francese, che era stato conferito al presidente palestinese nel 2015 e che aveva fatto di lui un cittadino onorario. Hidalgo in una lettera ad Abu Mazen gli ha contestato «concetti contrari ai nostri valori universali e alla verità storica della Shoah».


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