martedì 29 maggio 2012
​Sono 38.269 le minori che nel 2010 hanno interrotto la gravidanza. Solo una lieve flessione rispetto al 2009 nonostante la martellante «campagna informativa» lanciata dal governo con la promozione dei contraccettivi. La preoccupazione dei movimenti pro-life. «Fallita una strategia».
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​Qualcosa non funziona nella strategia adottata dal governo per ridurre il numero delle gravidanze indesiderate tra le minorenni del Regno Unito. I dati che il ministero della Sanità pubblicherà questa settimana, e che sono stati anticipati dal Daily Telegraph, mostrano una realtà agghiacciante, e questo nonostante una campagna martellante che da almeno cinque anni promuove contraccettivi, spiega come averli gratis e indica come ricorrere all’aborto.

Nel 2010 sono state 38.269 le adolescenti che hanno interrotto la gravidanza in Gran Bretagna. Una cifra in sé raccapricciante, ma c’è di più: di queste ben 5.300 sono alla seconda esperienza, 485 ragazze alla terza, 57 l’hanno fatto per la quarta volta, 14 hanno abortito cinque volte, quattro ragazze sei volte, e almeno tre sono arrivate all’incredibile livello di sette aborti.

Si tratta di numeri choccanti che il governo non potrà ignorare, ci dice Rebecca Mallinson della Pro Life Alliance. E anche se il numero degli aborti tra adolescenti è sceso (del 4,5%) nel 2010 rispetto ai 40.067 del 2009, il fatto allarmante è che sono aumentati almeno del cinque per cento, nella stessa fascia d’età, gli aborti multipli. «C’è qualcosa di profondamente sbagliato in un Paese – sottolinea Mallinson – quando un numero così alto di teen-agers abortisce anche solo una volta. Il fatto che tante lo abbiano fatto ripetutamente è il segnale che qualcosa non funziona e che bisogna intervenire al più presto. È ovvio che la responsabilità è di noi adulti: non stiamo facendo la cosa giusta per proteggere queste giovani tanto vulnerabili. Sono ragazze che avranno un futuro problematico: oltre alle gravi conseguenze psicologiche di una o più interruzioni di gravidanza, ci sono le implicazioni sulla salute, le malattie trasmesse sessualmente e il rischio dell’infertilità». Il problema, spiega Patrick Rubra, ginecologo, «è che molte di queste ragazze vogliono presto dimenticare quello che hanno fatto e quindi rifiutano ogni supporto psicologico». «È evidente – prosegue – che le tattiche del governo non funzionano. Queste ragazze hanno bisogno di valori, non di consigli pratici su come abortire. È facile dire a una minorenne che c’è una soluzione pratica e sbrigativa ai suoi problemi, ma una soluzione di questo tipo spesso è quella peggiore per il futuro».L’aborto è una procedura molto seria – ci dice una portavoce del gruppo Life – «ma in Gran Bretagna non c’è mai stato un dibattito sui rischi e sulle conseguenze di questa scelta. Si parla molto di come abortire ma mai di come sia sbagliato e pericoloso avere rapporti sessuali troppo presto. Speriamo che questi dati aiutino il governo a riflettere e a far capire che non ci sono sempre soluzioni facili a tutto».

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