Nigeria, spari in chiesa: uccise due persone. «Rapito il pastore»
L'ennesima irruzione a scopo di rapimento e rapina è avvenuta in un luogo di culto pentecostale. I banditi hanno trascinato con sé una trentina di fedeli

Un altro rapimento in Nigeria: il terzo in tre giorni. È successo martedì sera quando un gruppo armato ha fatto irruzione in una chiesa pentecostale della città di Eruku, nella provincia di Ekiti, uccidendo due persone. I malviventi sono poi scappati nella boscaglia circostante trascinandosi dietro il pastore e una trentina di fedeli. Il giorno prima, nello Stato nord-occidentale di Kebbi, un’altra banda aveva assaltato la Government Girls Comprehensive Secondary School prendendo in ostaggio 23 ragazze. Due di queste sono riuscite a fuggire; un’altra superstite è riuscita a tornare, da sola, a casa ma ferita. Dopo neppure 24 ore, un sacerdote dell’arcidiocesi di Kaduna è stato preso in ostaggio in seguito a un violento attacco alla comunità di Kushe Gugdu.
L’attacco di martedì sera è avvenuto durante una celebrazione nella Christ Apostolic Church di Oke Isegun, nello Stato di Kwara, una zona che funge da corridoio di transito verso la Middle Belt della Nigeria, tra il Nord e il Sud, battuta in genere da criminali comuni e miliziani a caccia di luoghi e comunità (come le chiese) da saccheggiare perché caratterizzata da fitti boschi, strade scarsamente illuminate e presenza minima della polizia.
Le immagini della telecamera di sicurezza installata nell’edificio, diventate virali sui social network, hanno aiutato le autorità a ricostruire con esattezza la dinamica dell’agguato. I «banditi», così li chiama la polizia statale, sono entrati nella chiesa scavalcando la recinzione del cortile e hanno cominciato a sparare. I fedeli, all’interno, hanno cercato di mettersi in salvo nascondendosi, su indicazione del parroco, in una saletta adiacente poi chiusa a chiave. Qualcuno ha cercato rifugio dietro l’altare e sotto le tende. Il video testimonia la disperazione di un’anziana, piegata su se stessa, che si aggira lenta nel locale in cerca di riparo ma che non riesce a trovare un posto libero.
Appena entrati in chiesa, gli assalitori, alcuni a volto coperto, hanno cominciato a rastrellare le borsette abbandonate sui banchi dalle signore nella fuga. Poi, come in una macabro gioco a nascondino, hanno aperto la “caccia” agli ostaggi. Sono in totale 35 quelli trovati e trascinati via nella boscaglia. «Hanno portato via uomini e donne, giovani e anziani» ha raccontato alla Bbc un sopravvissuto secondo cui gli agenti della sicurezza sono intervenuti parecchio tempo dopo l’attacco perché i gas lacrimogeni lanciati dai banditi impedivano l’accesso all’edificio. Lo scontro a fuoco in cui ha perso la vita un uomo, identificato come il signor Aderemi, è scoppiato verso la fine dell’attacco quando gli assalitori già cercavano una via di fuga. Il corpo della seconda vittima, Tunde Asaba Ajayi, è stato trovato ritrovato nel bosco poco dopo l’inizio del tentato pattugliamento seguito all’avvio delle indagini. I sopravvissuti hanno raccontato di «macchie di sangue ovunque dentro la chiesa» e di «almeno 100 bossoli sparsi sul pavimento».
Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha rinviato un viaggio previsto in Sudafrica e in Angola per seguire da vicino gli sviluppi degli attacchi negli Stati di Kebbi e Kwara e per rafforzare le misure di sicurezza in un Paese, il più popoloso del continente africano, in cui quello dei sequestri è diventato un vero e proprio business. Il governo locale, alle prese con un’insurrezione islamista nel Nord-Est, ha respinto l’etichetta di nazione di «particolare preoccupazione» impostagli dagli Stati Uniti di Donald Trump in riferimento alle persecuzioni dei cristiani: questo giudizio, a detta dell’esecutivo, «non descrive accuratamente le complesse sfide di sicurezza e non riconosce gli sforzi per proteggere la libertà religiosa di tutti».
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