Nei Paesi Bassi tornano i droni: «Pronti ad abbatterli»

di Maria Cristina Giongo, Eindhoven
Allarme per i velivoli che hanno sorvolato l’aeroporto di Eindhoven. Il ministro della Difesa: adottate misure speciali
November 24, 2025
Nei Paesi Bassi tornano i droni: «Pronti ad abbatterli»
Sabato lo scalo di Eindhoven è stato chiuso per ore dopo l'avvistamento di droni/ REUTERS
Ora cresce la preoccupazione nei Paesi Bassi per l’individuazione di più droni che hanno sorvolato l’aeroporto di Eindhoven due giorni fa. Già erano stati segnalati due volte sopra la base militare di Volkel, un piccolo paese di circa 3.545 abitanti che si trova nelle vicinanze. L’aeroporto di Eindhoven, il secondo per grandezza ed importanza dopo quello di Amsterdam “Schiphol”, ha due funzioni; quella di scalo aereo civile e quella di campo d’aviazione militare. Quest’ultimo è proprietà dello Stato neerlandese e dell’Air Mobility Command, appartenente all’Aeronautica militare reale (“Koninklijke luchtmacht”): serve per varie missioni e mansioni, anche a livello mondiale, sia militari che umanitarie. Il ministro della Difesa Ruben Brekelmans ha dichiarato che sono state adottate delle “misure speciali. ”Senza  rivelare quali. Ha poi aggiunto che nel caso dovessero tornare sono pronti ad abbatterli ricorrendo alle “armi”.
Ma non ha voluto spiegare di quali armi si tratti. Insomma, il massimo riserbo, e l’assoluta necessità di mantenere il segreto. Questi avvistamenti hanno creato uno stato di allarme. Infatti è subito intervenuta la polizia militare reale, chiamata Marechaussee, per chiudere l’aeroporto di Eindhoven; con tanti disagi per i passeggeri. Quelli in partenza si sono lamentati di essere stati mandati fuori…al freddo (la temperatura al momento era di zero gradi). I voli sono ripresi alle 23. Dure le parole di Frans Osinga, ex generale, ora professore di studi sulla guerra e  sicurezza internazionale all’Università di Leida: “E' stato inviato un chiaro avvertimento ai criminali che li hanno inviati e pilotati da remoto affinché sappiano che non verranno più ammesse altre invasioni nel Paese”. La base militare di Volkel, forse in possesso di armi nucleari (a riguardo non c’è mai stata una conferma ufficiale) è un obiettivo sensibile per questo tipo di spionaggio ed eventuali attacchi. Nello specifico, i droni individuati con i radar tradizionali possono essere disturbati  utilizzando lo “spoofing”, una manipolazione dei dati trasmessi in rete telematica, falsificati in modo da poter ingannare il loro sistema GPS; così da fargli  “perdere la testa”, inducendoli a “credere” di trovarsi in un altro luogo e quindi ad atterrare. O da altri attacchi informatici simili chiamati “jamming.” Si possono anche colpire in cielo con i cosiddetti “cannoni a rete”, dispositivi atti a catturarli in una rete (da qui il termine) che si impiglia nelle eliche bloccandone i motori ed impedendogli di continuare il volo: per poi trascinarli a terra allo scopo di analizzarli e cercare di carpirne la provenienza. A quali armi si riferisce il Ministro Brekelmans quando dichiara “essere pronte ed in assetto nel caso di nuovi avvistamenti”?
Forse all’impiego dei laser antidroni di ultimissima generazione o ad altri dispositivi più potenti? Ricordiamo che nel 2025 l’ investimento per la difesa è stato di circa 26,8 miliardi, con un aumento di 3,4 miliardi rispetto al 2024. La corsa al riarmo è diventato uno dei punti focali di discussione nel processo di formazione della nuova coalizione di governo, dopo le elezioni legislative del 29 ottobre scorso, che per ora non ha portato a nessun accordo significativo.   

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