La strana somiglianza delle storie: e se esistesse davvero l'Isola di Help?

Pescatori naufragati e salvati dopo giorni sull'atollo di Pikelot nel Pacifico in questi giorni e 4 anni fa, quando altrettanti naufraghi avevano lasciato sulla spiaggia scritte come aiuto o salvateci
April 10, 2024
La strana somiglianza delle storie: e se esistesse davvero l'Isola di Help?
Ansa | L'isola di Pikelo e la scritta Sos nell'agosto di quattro anni fa
Due indizi non fanno una prova, ma due episodi quasi identici qualche sospetto lo suscitano. Il Washington Post (ripreso dall'italiana Adnkronos) ha riferito che tre pescatori , naufragati in uno sperduto atollo dell'Oceano Pacifico, sono stati messi in salvo dopo che hanno scritto «help», aiuto, sulla spiaggia usando le foglie di palma. Lo rende noto la Guardia Costiera Usa che ha coordinato le ricerche, durate alcuni giorni, dei tre esperti pescatori di Guam, l'isola del Pacifico che è un territorio non incorporato degli Stati Uniti, andati a pescare nei pressi dell'atollo di Pikelot con un motoscafo fuoribordo.
Il motore della barca è andato in avaria e i tre sono rimasti bloccati per oltre una settimana in un isolotto, mangiando noci di cocco e bevendo acqua di un pozzo. Le ricerche sono iniziate quanto i loro familiari hanno contattato le autorità di Guam, dicendo che i tre non avevano fatto ritorno da Pikelot, che fa parte della Micronesia, stato insulare che comprende un arcipelago tra le Filippine e le Hawaii.
Alla fine un aereo della Marina Usa, decollato da una base del Giappone, ha individuato sulla spiaggia di un isolotto la richiesta di aiuto, riuscendo così la limitare l'iniziale aerea di ricerca, di circa 78mila miglia nautiche, delle imbarcazioni di soccorso. Prima del loro arrivo, l'aereo ha lanciato ai naufraghi dei "pacchi di sopravvivenza" ed anche una radio per poter entrare in contatto con loro e verificare che fossero "in buona salute", grazie appunto alla possibilità di nutrirsi di noci di cocco e alla fonte d'acqua potabile trovata. Una lancia dell'U.S. Coast Guard è arrivata finalmente dai naufraghi che sono stati così messi in salvo.
Il 3 agosto del 2020 un episodio praticamente identico, questa volta riferito da diverse agenzie di stampa sempre statunitensi. Tre pescatori della Micronesia - scrivevano - che erano finiti su un’isola deserta dell’oceano Pacifico dopo un problema in navigazione sono stati salvati grazie a una grossa scritta «SOS» che avevano fatto sulla spiaggia. Le ricerche per i tre pescatori erano cominciate giorni prima, dopo che i pescatori non avevano completato un viaggio di circa 40 chilometri tra gli atolli di Pulawat e Pulap. Una nave della Marina militare australiana aveva ricevuto il messaggio di allerta diffuso dalle autorità statunitensi dell’isola di Guam e aveva mandato un elicottero a sorvolare la zona del possibile naufragio. Domenica l’equipaggio dell’elicottero aveva individuato la grossa scritta “SOS” su una spiaggia dell’isola di Pikelot, a 200 chilometri di distanza da dove i tre pescatori erano partiti.
L’elicottero era atterrato e ha offerto acqua e cibo ai tre pescatori, che hanno spiegato di essere arrivati sull’isola perché avevano
perso la rotta e finito il carburante durante la navigazione
. Ora un’altra nave della marina della Micronesia è stata inviata per recuperarli e dovrebbe arrivare a Pikelot nelle prossime ore. I tre pescatori, ha detto l’esercito australiano, stanno bene. I media Usa avevano anche aggiunto particolari storici. Come quello dei tre pescatori - scrivevano - non è il primo caso di persone ritrovate grazie a grosse scritte sulla spiaggia. Nel 2015 un t
urista britannico di 63 anni, Geoff Keys
, era stato salvato dopo due giorni passati senza cibo nel parco nazionale del fiume Jardine, in Australia, quando i soccorritori avevano individuato una grossa scritta sulla spiaggia che diceva «aiuto».
Due indizi (escludiamo il terzo) non fanno una prova, ma aprono qualche sospetto sul ripetersi delle notizie. E se la ribattezzassero l'Isola di Help?

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