La “nuova” Siria scopre il “vecchio” Isis

Un ordigno è esploso al passaggio di una una pattuglia dell'esercito e ha ucciso un militare vicino alla base di Tanf. Il primo attacco dall'autoproclamazione a presidente di al-Sharaa
May 29, 2025
La “nuova” Siria scopre il “vecchio” Isis
Reuters | Il presidente, non eletto, siriano Ahmed al-Sharaa
L'Isis torna a colpire in Siria, per la prima volta dalla caduta di Bashar al-Assad, sei mesi fa. Un ordigno nascosto lungo una strada esploso al passaggio di una pattuglia dell'esercito ha ucciso un militare vicino alla base di Tanf nel primo attacco dell'ex Stato islamico contro le forze governative filo-occidentali agli ordini dell'autoproclamato presidente ed ex leader qaidista Ahmad Sharaa (al Jolani), pochi giorni dopo l'annuncio da parte di Turchia, Stati Uniti e Francia di voler sostenere il nuovo regime di Damasco "per lottare contro il terrorismo dell'Isis". Proprio il raìs Sharaa, che a dicembre ha conquistato un potere incarnato per più di mezzo secolo nella famiglia Assad, è stato di recente e più volte accusato dall'Isis di essere un "apostata" dell'Islam e di essersi "venduto" ai "crociati" e ai "sionisti", in riferimento alle aperture ricevute, prima, dal presidente francese Emmanuel Macron e, poi, dal collega americano Donald Trump in vista di un accordo di normalizzazione con Israele.
Nelle ultime ore l'inviato Usa per la Siria, Thomas Barrack, si è recato a Damasco per la prima volta e ha ribadito che i rapporti tra Siria e Israele possono normalizzarsi a partire da un patto di non aggressione.
In questo senso, affermano osservatori siriani, va letto l'attacco compiuto nelle ultime ore nel sud-ovest della Siria da una cellula dell'Organizzazione dello Stato islamico nella regione di Suwayda, poche decine di chilometri dalla base militare di Tanf, avamposto occidentale sulla triplice frontiera tra Siria, Iraq e Giordania. Fonti locali citate dal ben informato Osservatorio siriano per i diritti umani, che quasi vent'anni lavora in Siria e vanta una fitta rete di ricercatori sul terreno, affermano che le forze governative prese di mira appartengono a ex milizie finanziate e organizzate dagli Stati Uniti a partire dalla vicina base di Tanf, avamposto dei servizi di sicurezza americani e britannici.
Gli ex miliziani vittima dell'attacco, rivendicato dall'Isis, sono stati di recente integrati nell'organigramma del ministero della difesa di Damasco. Fino a pochi mesi fa questi stessi armati operavano come miliziani del cosiddetto Esercito libero siriano (Esl), in quella zona da anni finanziato dagli Stati Uniti funzione anti-Isis, anti-Iran e anti-Russia. Secondo Aymenn Tamimi, analista specializzato in questioni siriane e in movimenti jihadisti, con questo attacco l'Isis ha voluto "chiaramente prendere di mira il governo" di Damasco. Gli editoriali dei recenti numeri di Nabaa, il periodico online distribuito dall'ufficio mediatico dell'Isis, hanno accusato Sharaa di apostasia e di voler diventare un agente della politica americana e israeliana.
Finora, ricorda Tamimi, l'Isis ha continuato a operare in Siria, ma sempre contro le forze curdo-siriane nell'est. A parte un attacco contro governativi ai primi di maggio nella valle dell'Eufrate, quest'ultima azione a est di Suwayda costituisce un innalzamento della postura contro Sharaa e la sua autorità. E avviene in una fase in cui "la lotta al terrorismo" è il motivo con cui Turchia e Stati Uniti giustificano le rispettive occupazioni militari in Siria nel centro-nord e nell'est.
Militari di Washington - principale alleato di Israele che occupa dal canto suo parte del sud-ovest del Paese - sono schierati in Siria dal 2014, formalmente a capo della Coalizione globale anti-Isis. E la Turchia, principale sponsor del nuovo potere siriano, ha nei giorni scorsi annunciato la creazione di una Cellula di coordinamento anti-Isis costituita assieme ai governi siriano e giordano.

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