«La mossa può però non portare il consenso sperato»
Il politologo turco Berk Esen: «Vuole spostare l’attenzione da problemi ben più seri come la crisi economica»

Un gesto estremo, che potrebbe non portare tutti i consensi sperati. Un leader che sta perdendo terreno e che deve compattare l’elettorato più radicale. Berk Esen, Professore di Scienze Politiche all’università Bilkent di Ankara, spiega perché la riconversione a moschea di Santa Sofia fosse in qualche modo prevedibile, ma rappresenta il trionfo per il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan solo fino a un certo punto.
Professor Esen, quindi ormai è finita. Santa Sofia torna moschea. Erdogan ha vinto…
Dal punto di vista simbolico si tratta sicuramente di un momento importante, ma il presidente Erdogan questa volta si è spinto davvero molto in là e non sono sicuro che la portata di questa decisione sarà direttamente proporzionale al consenso che ne deriverà.
Dal punto di vista simbolico si tratta sicuramente di un momento importante, ma il presidente Erdogan questa volta si è spinto davvero molto in là e non sono sicuro che la portata di questa decisione sarà direttamente proporzionale al consenso che ne deriverà.
Però i quotidiani affermano che ben il 77% dei turchi è favorevole alla trasformazione...
Mi permetta di dubitare di questa percentuale, non rispecchia la composizione del parlamento. Onestamente vedo poco i laici e i curdi gioire per una cosa del genere. Si tratta di sondaggi che probabilmente non hanno un campione omogeneo, ai quali hanno risposto in buona dose simpatizzanti del presidente e del suo partito.
Mi permetta di dubitare di questa percentuale, non rispecchia la composizione del parlamento. Onestamente vedo poco i laici e i curdi gioire per una cosa del genere. Si tratta di sondaggi che probabilmente non hanno un campione omogeneo, ai quali hanno risposto in buona dose simpatizzanti del presidente e del suo partito.
Come mai Erdogan ha compiuto questo pressing su Santa Sofia proprio adesso, dopo averlo promesso per anni?
Intravedo tre motivazioni principalmente. La prima è di compattare quella che è la base più conservatrice del suo elettorato, che poi è quella anche più fedele. Il secondo è spostare l’attenzione da problemi ben più seri come la situazione economica e infine intravedo anche una terza motivazione di sfida all’Occidente. Ma prima le altre due direi le altre due.
Intravedo tre motivazioni principalmente. La prima è di compattare quella che è la base più conservatrice del suo elettorato, che poi è quella anche più fedele. Il secondo è spostare l’attenzione da problemi ben più seri come la situazione economica e infine intravedo anche una terza motivazione di sfida all’Occidente. Ma prima le altre due direi le altre due.
Possiamo parlare di crisi di consensi per il presidente?
Solo fino a un certo punto. Erdogan come presidente è ancora estremamente popolare, anche se magari con qualche punto percentuale in meno rispetto una volta. Chi desta più preoccupazioni è l’Akp come partito. Ci sono state alcune defezioni e il capo di Stato con il suo carisma riesce a supplire solo fino a un certo punto. Va poi anche considerato che questo in Turchia è un momento particolare. Lo scorso anno alle amministrative sei importanti città. Se dovessero governare bene, per il partito di Erdogan sarebbe ancora più difficile mantenere i consensi.
Solo fino a un certo punto. Erdogan come presidente è ancora estremamente popolare, anche se magari con qualche punto percentuale in meno rispetto una volta. Chi desta più preoccupazioni è l’Akp come partito. Ci sono state alcune defezioni e il capo di Stato con il suo carisma riesce a supplire solo fino a un certo punto. Va poi anche considerato che questo in Turchia è un momento particolare. Lo scorso anno alle amministrative sei importanti città. Se dovessero governare bene, per il partito di Erdogan sarebbe ancora più difficile mantenere i consensi.
A proposito di opposizione, c’è un silenzio assordante in tutta questa vicenda, che è quello del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. Come mai?
Principalmente credo per due motivi. Il primo è che lo scorso anno è stato eletto con un consenso trasversale, quindi anche con voti di ambienti più devoti, che non vuole perdere entrando nella polemica. In secondo luogo, non vuole fornire a Erdogan pretesti per attaccarlo.
Principalmente credo per due motivi. Il primo è che lo scorso anno è stato eletto con un consenso trasversale, quindi anche con voti di ambienti più devoti, che non vuole perdere entrando nella polemica. In secondo luogo, non vuole fornire a Erdogan pretesti per attaccarlo.
Però se spera di battere Erdogan un giorno, con lui prima o poi dovrà confrontarsi…
Sicuramente, ma il carisma del presidente funziona molto meglio se ha davanti un nemico ideologico, anche per istigare la base. Credo che Imamoglu lo abbia capito e per questo pensi a sfidarlo su cose più concrete. Come l’economia? Per esempio. La situazione è molto seria e potrebbe peggiorare nei prossimi mesi. Per il momento il governo sta immettendo soldi nel sistema, ma non solo non bastano. Prima o poi finiranno.
Sicuramente, ma il carisma del presidente funziona molto meglio se ha davanti un nemico ideologico, anche per istigare la base. Credo che Imamoglu lo abbia capito e per questo pensi a sfidarlo su cose più concrete. Come l’economia? Per esempio. La situazione è molto seria e potrebbe peggiorare nei prossimi mesi. Per il momento il governo sta immettendo soldi nel sistema, ma non solo non bastano. Prima o poi finiranno.
Prima ha parlato di sfida all’Occidente. Cosa ne pensa della politica estera del presidente?
Che è ad alto rischio perché Erdogan cerca contemporaneamente una sponda in Paesi i cui interessi confliggono.
Che è ad alto rischio perché Erdogan cerca contemporaneamente una sponda in Paesi i cui interessi confliggono.
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