La donna migrante col figlio malato che ha denunciato Trump
di Redazione
Arriva dall'Honduras, ha chiesto asilo negli Usa e, come in migliaia di casi, è stata arrestata in tribunale. Ora è detenuta in Texas con un bimbo di 6 anni leucemico. Per questo ha fatto causa

Una donna honduregna che ha chiesto asilo negli Stati Uniti ha intentato causa contro l’amministrazione Trump. Lei e i suoi due figli – una bambina di nove anni e un bimbo di sei malato di leucemia – sono stati arrestati da agenti dell’immigrazione all’interno di un tribunale per l’immigrazione a Los Angeles. Si tratta, secondo gli avvocati, del primo procedimento legale che coinvolge dei minori nella nuova ondata di arresti operati dall’Ice (Immigration and Customs Enforcement). Da settimane, l’agenzia federale ha cominciato a fermare migranti direttamente nei tribunali, anche quando sono lì per udienze obbligatorie, senza preavviso né garanzie.
Il Texas Civil Rights Project, che rappresenta la famiglia, spera che il caso possa costituire un precedente contro questa prassi sempre più diffusa. Nel frattempo, la donna e i due bambini si trovano in un centro di detenzione in Texas. Il più piccolo, che ha ricevuto una diagnosi di leucemia all’età di tre anni, ha saltato la visita oncologica fissata per il 5 giugno e presenta sintomi che potrebbero indicare una ricaduta. I tre erano arrivati legalmente negli Stati Uniti nell’ottobre 2024, dopo aver ricevuto minacce di morte in Honduras, con un appuntamento ottenuto tramite l’app CBP One, creata dal governo Biden per gestire l’ingresso regolare dei richiedenti asilo e abolita da Trump subito dopo l’insediamento.
La denuncia – che include una richiesta di “habeas corpus” e un’ingiunzione preliminare – sostiene che la detenzione è arbitraria, illegale e parte di una politica che trasforma procedimenti regolari in espulsioni accelerate, senza udienza né difesa legale. La causa segnala nove violazioni costituzionali e legali, tra cui la violazione del giusto processo, per un arresto senza rischio di fuga né udienza, e del Quarto Emendamento, per l’assenza di motivi fondati alla base della detenzione.
Solo poche settimane prima, un caso simile aveva scatenato proteste in tutto il Paese: una bambina messicana di quattro anni, in cura negli Stati Uniti per una rara forma metastatica di cancro, si era vista revocare lo status legale insieme alla sua famiglia. La decisione era stata ritirata solo dopo l’ondata di indignazione, che ha innescato le manifestazioni iniziate all’inizio di giugno in risposta a una serie di retate dell’Ice. E Trump aveva rilanciato sul piano della forza, ordinando il dispiegamento di migliaia di soldati della Guardia nazionale.
Il Texas Civil Rights Project, che rappresenta la famiglia, spera che il caso possa costituire un precedente contro questa prassi sempre più diffusa. Nel frattempo, la donna e i due bambini si trovano in un centro di detenzione in Texas. Il più piccolo, che ha ricevuto una diagnosi di leucemia all’età di tre anni, ha saltato la visita oncologica fissata per il 5 giugno e presenta sintomi che potrebbero indicare una ricaduta. I tre erano arrivati legalmente negli Stati Uniti nell’ottobre 2024, dopo aver ricevuto minacce di morte in Honduras, con un appuntamento ottenuto tramite l’app CBP One, creata dal governo Biden per gestire l’ingresso regolare dei richiedenti asilo e abolita da Trump subito dopo l’insediamento.
La denuncia – che include una richiesta di “habeas corpus” e un’ingiunzione preliminare – sostiene che la detenzione è arbitraria, illegale e parte di una politica che trasforma procedimenti regolari in espulsioni accelerate, senza udienza né difesa legale. La causa segnala nove violazioni costituzionali e legali, tra cui la violazione del giusto processo, per un arresto senza rischio di fuga né udienza, e del Quarto Emendamento, per l’assenza di motivi fondati alla base della detenzione.
Solo poche settimane prima, un caso simile aveva scatenato proteste in tutto il Paese: una bambina messicana di quattro anni, in cura negli Stati Uniti per una rara forma metastatica di cancro, si era vista revocare lo status legale insieme alla sua famiglia. La decisione era stata ritirata solo dopo l’ondata di indignazione, che ha innescato le manifestazioni iniziate all’inizio di giugno in risposta a una serie di retate dell’Ice. E Trump aveva rilanciato sul piano della forza, ordinando il dispiegamento di migliaia di soldati della Guardia nazionale.
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