I neonati di Gaza, stipati in un'unica incubatrice
di Redazione
L'immagine toccante che il dottor Fadel Naim, direttore di un ospedale nel nord di Gaza, pubblica su X per denunciare le condizioni nella Striscia racconta l'orrore della guerra

I corpicini stretti, uno accanto all'altro, con i tubicini e i fili che passano tra di loro. È l'immagine toccante che il dottor Fadel Naim, direttore di un ospedale nel nord di Gaza, pubblica su X (nella foto sopra) per denunciare l'ennesimo dramma nella Striscia. I medici di Gaza affermano di essere stati costretti a stipare più neonati in un'unica incubatrice, poiché gli ospedali hanno avvertito che la carenza di carburante li sta costringendo a interrompere i servizi vitali, mettendo a rischio la vita dei pazienti. Le Nazioni Unite hanno lanciato l'allarme: la crisi del carburante è a un punto critico, le poche scorte disponibili stanno finendo e «non ci sono praticamente più scorte accessibili».

«Gli ospedali stanno razionando. Le ambulanze sono in stallo. Gli impianti idrici sono sull’orlo del collasso. E il numero di morti che questo probabilmente sta causando potrebbe presto aumentare drasticamente, a meno che le autorità israeliane non consentano l'arrivo di nuovo carburante, con urgenza, regolarmente e in quantità sufficienti», ha dichiarato l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha). La condizione dei bimbi, in generale, resta comunque drammatica. «Dall’inizio dell’anno alla fine di maggio, 16.736 bambini, una media di 112 bambini al giorno, sono stati ricoverati per il trattamento della malnutrizione nella Striscia di Gaza», ha denunciato Édouard Beigbeder, direttore regionale dell'Unicef.
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