Film sul Sacro Cuore, vietata la pubblicità sui mezzi pubblici in Francia
di Daniele Zappalà Parigi
Il lungometraggio "Sacré-Coeur", distribuito da oggi in circa 180 sale transalpine, non potrà essere reclamizzato su tram e metrò, perché "confessionale". Ma in verità c'entra la politica...
In Francia, promuovere nelle stazioni ferroviarie e nel metrò un film intriso di religiosità, dedicato in particolare all’adorazione del Sacro Cuore di Gesù, può essere considerato "sconveniente" dai responsabili pubblici. È l’amara lezione appresa in primis dalla coppia di registi credenti Steven e Sabrina Gunnell, autori del lungometraggio "Sacré-Coeur", distribuito da oggi in circa 180 sale transalpine, dopo diverse anteprime in tutto il Paese.
Si tratta di un documentario con ampi innesti di ricostruzioni storiche interpretate da attori. Un "docudramma", dunque, che si snoda a partire dalle Apparizioni seicentesche in Borgogna del Sacro Cuore di Gesù alla religiosa visitandina Marguerite-Marie Alacoque, canonizzata nel 1920. Fu l’evento che schiuse le porte, in Francia e nel resto del mondo, all’adorazione del Sacro Cuore. La stessa eredità viva di fede al centro della Dilexit nos, la quarta enciclica di papa Francesco, pubblicata proprio in occasione del 350mo anniversario delle Apparizioni.
I coniugi registi, già autori in passato di una decina di documentari diffusi in particolare sul canale televisivo cattolico Kto, sono soddisfatti della distribuzione piuttosto ampia del film nelle sale cinematografiche. Ma anche per questo, hanno vissuto come una doccia fredda il "niet" di MediaTransports, l’ente che gestisce la pubblicità nei trasporti pubblici parigini e sulla rete ferroviaria. Per l’organismo, il film ha un carattere «confessionale e proselita», dunque non rispetterebbe la «neutralità» imposta dalla laïcité agli enti statali o parastatali di servizio pubblico.
Una spiegazione che non ha per nulla convinto i registi, né il distributore Hubert de Torcy, pronto a sottolineare pure la dimensione storica dell’opera, ricordando al contempo che innumerevoli film di genere horror eredi di "L’Esorcista", centrati a loro modo su narrazioni con evocazioni religiose, non hanno mai incontrato difficoltà.
I Gunnell hanno da poco pubblicato una testimonianza autobiografica sul loro percorso di fede, tutt’altro che lineare. Steven, in particolare, è un ex rocker di successo precipitato nel baratro della depressione, prima della conversione che ha dato una nuova rotta luminosa alla sua vita. «Il Sacro Cuore ci ha perseguitati per 2 mesi», ha raccontato di recente sorridendo Sabrina al fianco del marito, proprio sul canale Kto, per spiegare la genesi di un film «che è stato ispirato da Gesù stesso».
La coppia non ha esitato a parlare del soccorso della «Provvidenza» e di aver provato il bisogno, realizzando il film, di «restituire l’amore ricevuto» da Gesù. Il coraggio di esternare il proprio fervore religioso è divenuto un tratto distintivo della coppia. Ma alle orecchie di molti, ciò stonerebbe con la moderazione richiesta in Francia ai credenti nei media, almeno in quelli statali. Gli stessi ai quali sono assimilati i manifesti pubblicitari del metrò.
Il film "Sacré-Coeur" alterna efficaci ricostruzioni storiche delle Apparizioni a un toccante versante più documentario sul fervore religioso vissuto nell’adorazione del Sacro Cuore, con frequenti testimonianze di fedeli, spesso giovani, che esprimono la gioia di credere. Un’adorazione che in Francia trova i propri epicentri pulsanti presso i santuari dedicati al Sacro Cuore tanto a Paray-le-Monial, nella contrada borgognona delle Apparizioni, quanto a Montmartre, presso il santuario chiaro inconfondibile che domina dall’alto Parigi.
Il lungometraggio è stato sostenuto da Saje, l’unica casa di produzione e distribuzione cinematografica francese interamente dedicata a film religiosi, spesso a carattere biografico sul percorso di santi.
Fra l’altro, la casa ha portato sugli schermi pure il bel documentario "Sacerdozio" (2023) di Damien Boyer, centrato su 4 toccanti testimonianze di giovani preti francesi, senza incontrare in quel caso limitazioni pubblicitarie nel metrò. Anche per questo, nel caso di "Sacré-Coeur", la scelta di MediaTransports solleva pure sospetti legati al contesto attorno al film. Il lungometraggio, infatti, è stato promosso dai media di proprietà del miliardario credente Vincent Bolloré, al centro da anni di vive polemiche politico-mediatiche, sullo sfondo delle ricorrenti levate di scudi da parte del personale delle case editrici o dei media via via rilevati dal magnate, già in passato additato per i trascorsi come ex big controverso nella logistica internazionale, soprattutto in Africa.
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