A Gaza si continua a morire di freddo: come si vive nelle tende allagate

Un altro neonato è morto assiderato, riporta Al Jazeera. Le piogge hanno devastato i campi degli sfollati. E si attendono nuovi rovesci e temperature in calo
December 17, 2025
A Gaza si continua a morire di freddo: come si vive nelle tende allagate
Un bambino palestinese sfollato dorme in un campo tendato a Gaza City /Reuters
Un neonato palestinese di due settimane è morto assiderato ieri nella Striscia di Gaza. A nulla è valso il ricovero in ospedale per trattare la sua grave ipotermia, provocata dal gelido inverno di Gaza, perché nella Striscia - come spiega Al Jazeera che riporta la notizia - le protezioni di base sono state «sistematicamente smantellate» a causa della guerra. Israele continua a limitare l'ingresso di forniture per ripari e altri aiuti umanitari nell'enclave, necessari per affrontare la pioggia, il vento e la marea di fango.
Solo settimana scorsa era il corpo di Rahaf Abu Jazar, bimba di otto mesi morta per assideramento, ad aver attirato - di nuovo - gli occhi del mondo su Gaza. La Protezione civile, in quell'occasione, riferiva di aver ricevuto in poche ore oltre 2.500 richieste di aiuto a cui non può essere in grado di rispondere. Sui social si rincorrono le immagini di uomini, armati di pale e zappe, che spalano fango da strade che assomigliano più a paludi, dove si vive su palafitte improvvisate o tende, ormai rotte o trascinate dal vento.
I più fortunati, diciamo così, le avevano montate nei piani più bassi dei palazzi sbilenchi: le loro tende sono asciutte. Non c’è una sola cosa in piano, il rischio è di vedersi crollare tutto addosso, ma sono asciutte. Gli altri di asciutto non hanno più nulla: tutto - materassi, coperte, cuscini, tappeti, vestiti sacchi di farina, vecchie pentole annerite dai falò improvvisati - è bagnato dalla pioggia che non smette: anche ieri il maltempo ha inondato i campi degli sfollati nella Striscia di Gaza. L’acqua (che si è infiltrata anche in alcune parti del complesso medico Al-Shifa a Gaza City, in particolare nei reparti di emergenza e accoglienza, costringendoli a chiudere) non ha risparmiato niente. E sta facendo crollare, per il peso, anche molti palazzi che stavano in piedi per scommessa. Il vento ha fatto il resto: spazzando via interi accampamenti. Le previsioni non promettono niente di buono, e parlano di temperature in calo. Il Cogat (L’unità del ministero della Difesa israeliano che coordina le attività nei Territori), ha fatto sapere che recentemente sono entrate quasi 310.000 tende e teloni a Gaza, e che quasi 100.000 pallet di articoli invernali e forniture igienico-sanitarie sono stati approvati. Ma l’emergenza continua: le piogge hanno già colpito oltre 800mila sfollati, e sono quasi 850mila le persone, distribuite in 761 campi improvvisati, che rischiano di finire allagate.
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