Come funziona il primo «divieto generazionale» di fumo entrato in vigore alle Maldive
di Irene Funghi
Stop alla vendita di sigarette ai nati dal 2007 in avanti. Anche Regno Unito e Unione europea si stanno muovendo per avere nel 2040 una generazione libera dal tabacco, con diverse strategie (e diversi problemi)

Che si sia residenti o turisti il divieto non cambia: i nati dal 1° gennaio 2007 in poi da oggi alle Maldive non possono fumare. È entrata in vigore stamani la misura con cui il presidente del Paese Mohamed Muizzu ha reso l’arcipelago dell’Oceano indiano il primo Paese ad avere un «divieto generazionale» sul tabacco. Cosa significa? Semplice, che i nuovi maggiorenni non possono più acquistare o usare prodotti contenenti nicotina e gli esercizi commerciali non possono più venderli loro. Pena nuove sanzioni da 3.200 dollari per i venditori inadempienti e da 5.000 dollari per i consumatori su cui pende la nuova normativa. A contare per la nuova regolamentazione dunque non sarà più l’età, ma la data di nascita, accompagnata dal divieto completo sull’importazione, la vendita, la distribuzione, il possesso e l’uso di sigarette elettroniche e prodotti per lo svapo. Misura che fa eco ai vari tentativi di arginare il tabagismo nel mondo, nessuno dei quali arrivato ancora alle misure adottate dalle Maldive. Solo nel Regno Unito un tentativo di questo tipo, ma per i nati a partire dal 2009 e ancora in fase di approvazione, con l’obiettivo di eliminare quasi completamente il fumo nei giovani entro il 2040.
All'obiettivo d'altronde guarda anche l’Unione europea, che spera in quell’anno di avere meno del 5% della popolazione che fa uso di tabacco. Bruxelles però ha chiesto per il momento agli Stati membri solo di recepire una raccomandazione che chiede più luoghi all’aperto dove il fumare sia vietato. Tra questi, giardini pubblici, parchi di divertimento e piscine, aree collegate a locali legati all'assistenza sanitaria e all'istruzione, edifici pubblici, e fermate e stazioni dei trasporti pubblici. Con un’attenzione particolare alla presenza di bambini nelle vicinanze dei fumatori. Questo dopo che l’Oms «ha evidenziato gli effetti nocivi dell'esposizione alle emissioni di seconda mano – anche nel caso dei nuovi “prodotti emergenti”, come le sigarette elettroniche, a cui i giovani sono sempre più soggetti –, compresi significativi problemi respiratori e cardiovascolari», fa sapere la Commissione europea, in riferimento ad un report sull’“Epidemia globale da tabacco” dell’Oms. Per l'operazione l’Ue ha previsto sostegni da 16 milioni di euro nell’ambito del programma per la salute EU4Health, che si occupa anche della lotta ai tumori, e 80 milioni per il programma di prevenzione Orizzonte. Anche perché nel Vecchio continente «il tabacco è il principale fattore di rischio per il cancro», si leggeva nel comunicato, con Islanda e Norvegia che raggiungono il picco di oltre un quarto dei decessi dovuti al fumo.
In Italia, se la vendita di tabacco è vietata ai minori di 18 anni dal 2012 (2013 per le sigarette elettroniche) e con sanzioni aumentate dal 2016, fumare rimane vietato nei luoghi pubblici, ma, per quanto riguarda gli spazi all’aperto, ogni Comune si è mosso autonomamente, con l’esempio di quello di Milano che dal 1° gennaio 2025 ha vietato il fumo in tutte le aree dove il fumatore non possa mantenere una distanza di 10 metri dagli altri passanti. In ordine sparso si sono mossi anche gli altri Stati europei, con diverse regolamentazioni per quanto riguarda il divieto di fumo in spiagge, bar o davanti alle scuole. Tra i più restrittivi spicca la Svezia, che ha ottenuto così il tasso più basso di fumo di sigaretta di tutta Europa. Da contraltare fa invece la Bulgaria, dove pure è presente il divieto sotto i 18 anni, ma la percentuale dei fumatori arriva al 37%, mentre per l’intera Unione europea il dato si assesta al 24%. Più in generale, a far preoccupare i medici rimangono comunque le sigarette elettroniche, nate per facilitare il distacco dalla normale sigaretta, ma sempre più appetibili per i più giovani, grazie a pubblicità accattivanti e alla creazione di nuovi aromi. Ma anche i cosiddetti “sacchetti di nicotina”, dall’aspetto di caramelle o gomme da masticare, pensate per rilasciare la nicotina direttamente in bocca, che, come sottolineato dalla Fondazione Veronesi, sono pericolosamente alla portata di mano dei più piccoli, tanto da far registrare negli Stati Uniti, secondo la rivista Pediatrics, 135.000 casi di ingestione in bambini sotto i 6 anni fra il 2010 e il 2023.
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