lunedì 23 novembre 2020
Fermato all'inizio dell'anno all’aeroporto del Cairo in circostanze non chiare. La Corte penale del Cairo ha deciso domenica di rinnovare di altri 45 giorni la custodia cautelare dell'attivista
Lo studente Zaki resterà in carcere altri 45 giorni

Ansa

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La Corte penale del Cairo ha deciso domenica di rinnovare di altri 45 giorni la custodia cautelare dell'attivista e studente dell'Università di Bologna Patrick Zaki, in carcere da febbraio con l'accusa di propaganda sovversiva sui social.

Lo ha reso noto su Twitter la ong Eipr.

Patrick Zaki, 28 anni, è stato arrestato lo scorso 7 febbraio al suo arrivo in Egitto, dove era tornato per una breve vacanza nella sua città natale, Mansoura, ma una volta atterrato al Cairo era stato arrestato senza apparenti motivi.

Secondo quanto riferito dai suoi legali per 17 ore è stato interrogato all'aeroporto sul lavoro e la sua residenza in Italia.

Gli agenti dell'Agenzia di sicurezza nazionale lo hanno bendato e ammanettato, e poi colpito ripetutamente e torturato con scosse elettriche. Lo studente, secondo quanto riferito da Amnesty International, rischia fino a 25 anni di prigione per dieci post pubblicati su un account Facebook che la difesa considera falso, ma che ha permesso alla magistratura del Cairo di formulare pesanti accuse contro il ragazzo tra cui quella di "istigazione a crimini terroristici".

Zaki prima di arrivare in Italia aveva collaborato con l'ong per i diritti umani Eipr i cui vertici sono stati arrestati nei giorni scorsi. Prima è toccato al direttore amministrativo Mohamed Basheer, poi al direttore della giustizia penale Karim Ennarah, fermato mentre era in vacanza nella località di Dahab, nel Sud Sinai, sul Mar Rosso, e infine al direttore esecutivo, Gasser Abdel Razek, trascinato dalla sua casa a Il Cairo in una località segreta. Il procuratore per la sicurezza dello Stato ha disposto per Abdel Razek la custodia cautelare in carcere di 15 giorni. L'attivista è stato accusato di essersi unito a un gruppo terroristico, di aver diffuso false dichiarazioni per minare la sicurezza pubblica e di aver utilizzato Internet per diffondere notizie false.



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