La profezia del Sinodo: farsi prossimi nella diversità

Nella terza Assemblea del Cammino sinodale gli 850 delegati si sono ritrovati per concludere un percorso iniziato 4 anni fa. Imparare a procedere insieme per poter vivere insieme.
October 26, 2025
La profezia del Sinodo: farsi prossimi nella diversità
Roma, 25 ottobre 2025. Terza Assemblea Sinodale della Chiesa Italiana/ SICILIANI
«Immaginate che il mondo sia un cerchio, che al centro sia Dio, e che i raggi siano le differenti maniere di vivere degli uomini. Quando coloro che, desiderando avvicinarsi a Dio, camminano verso il centro del cerchio, essi si avvicinano anche gli uni agli altri oltre che verso Dio. Più si avvicinano a Dio, più si avvicinano gli uni agli altri. E più si avvicinano gli uni agli altri, più si avvicinano a Dio». Quando, all’inizio del VI secolo, Doroteo di Gaza, eremita e maestro di spiritualità, compose questa metafora, la guerra non aveva ancora trasformato la Striscia in una terra insanguinata. Altri conflitti, però, dilaniavano il suo tempo. L’era in cui il crollo – prevedibile eppure imprevisto – dell’impero romano trasformò lo sterminato mosaico dei suoi territori in una miriade tessere sparse dal Medio Oriente alle Colonne d’Ercole. Un cambiamento d’epoca. Forse per quest’assonanza di fondo, 1.500 anni dopo, l’immagine di Doroteo offre una preziosa chiave di lettura per comprendere quando celebrato ieri con la terza Assemblea del Cammino sinodale della Chiese in Italia. Quasi 850 delegati delle diocesi e membri del Comitato si sono ritrovati per concludere un percorso cominciato quattro anni fa e segnare l’avvio di un nuovo capitolo per la vita ecclesiale del Paese. Il Documento di sintesi, approvato ad amplissima maggioranza, sarà consegnato ai vescovi il mese prossimo affinché, in base al proprio discernimento, orientino il percorso futuro. Trasformando le parole scritte in realtà poiché la sinodalità si faccia stile costitutivo. La Chiesa, dunque, continua a camminare. Insieme.
Camminare insieme: l’etimologia di sinodo sottolinea il “noi”. Parola in disuso, la cui dirompenza si estende oltre i confini dell’appartenenza religiosa. Volutamente è stata ripetuta più volte nel corso dell’Assemblea. Essa contiene un messaggio – umile ma potente – per un mondo frantumato in una galassia di “io” sempre più ingombranti. Isole intorno alle quali si coagulano, in cerca di protezione, per imitazione o attrazione emotiva, piccoli-io satellite. Dalla somma di individualismi si generano incessantemente tribù chiuse, trincerate dietro confini – fisici e virtuali – blindati. Un “noi non-noi” da brandire come una spada contro i “loro”. Non è questo il “noi” che la sinodalità forgia nel cammino reale compiuto con gli altri, differenti per posizioni, sensibilità, personalità. Il “noi” della famiglia umana fondato sull’ascolto, sul riconoscimento reciproco e sulla corresponsabilità. Il “noi” che consente di continuare a coabitare la terra. L’antidoto urgente alla globalizzazione dell’indifferenza e a quella “dell’impotenza”, più volte evocata da papa Leone.
La sinodalità non ignora né elude il conflitto, inevitabile nei rapporti interpersonali secondo le scienze sociali. Lo sperimenta, al contrario, fino in fondo, senza lasciarsene, tuttavia, intrappolare o paralizzare. Nella convinzione che la relazione con l’alterità, per quanto faticosa, valga la pena. Perché il “diverso da me” non è estraneo ma fratello. È il salto di cui non è capace il figlio maggiore della parabola evangelica, come ha ricordato il cardinale Matteo Zuppi, nell’intervento finale. Per questo, si scandalizza della generosità del padre verso il secondogenito “prodigo” e lo rimprovera di irresponsabilità, autoescludendosi, così, dal banchetto. Imparare a camminare insieme per poter vivere insieme. Diversi per culture, aspirazioni, religioni, geografie, punti di vista. Uguali in dignità. È questa – documenti, proposte e voti a parte – la profezia del Sinodo per il tempo attuale. La profezia dei raggi della circonferenza che si fanno prossimi gli uni agli altri. E, così, fianco a fianco, camminano con slancio e passione verso il Centro.

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