La destra francese ormai guarda a quella italiana (ma si divide)
Nel Rn il “delfino” Bardella, sempre più sintonizzato sulle scelte di Giorgia Meloni, sta spezzando l’asse storico fra Marine Le Pen e Salvini. Passa anche per questo tornante il nodo della leadership

Di questi tempi, in Francia, le copertine dei settimanali tornano a offrire un titolo divenuto rituale: «E se fosse lui/lei?». A tutta pagina, naturalmente, il volto di colui o colei a cui vengono attribuite prospettive credibili per l’Eliseo, in vista del 2027.
Nelle ultime settimane alcuni sondaggi danno virtualmente vincente, anche al ballottaggio, il contendente ipotetico schierato dal Raggruppamento Nazionale (Rn): la candidata ultranazionalista “storica” Marine Le Pen, oppure il suo delfino Jordan Bardella. Ma per l’eurodeputato 29enne, che non nasconde le proprie ambizioni, come smarcarsi dalla “padrona” dell’ultradestra, figlia del fondatore Jean-Marie, scomparso a inizio anno?
Nelle ultime settimane alcuni sondaggi danno virtualmente vincente, anche al ballottaggio, il contendente ipotetico schierato dal Raggruppamento Nazionale (Rn): la candidata ultranazionalista “storica” Marine Le Pen, oppure il suo delfino Jordan Bardella. Ma per l’eurodeputato 29enne, che non nasconde le proprie ambizioni, come smarcarsi dalla “padrona” dell’ultradestra, figlia del fondatore Jean-Marie, scomparso a inizio anno?
È curioso che un primo tentativo in questa direzione passa proprio per l’Italia, con dichiarazioni degli ultimi giorni rilasciate all’autorevole Le Monde, passa per l’Italia:Bardella ha esternato una profonda ammirazione per la premier Giorgia Meloni. Come per suggerire, neppure troppo velatamente, che la duratura alleanza fra i lepenisti e la Lega di Matteo Salvini non è necessariamente la scommessa migliore, nello scenario politico mutante del Vecchio Continente. Bardella, di radici familiari italiane, non lesina complimenti ostentati sulla «ragionevolezza» di tante scelte di Meloni, in particolare in campo economico e di politica estera. «Ha il ruolo che dovrebbe essere della Francia, quello di un ponte fra la frontiera russo-ucraina e gli Stati Uniti», ha per esempio affermato. Ma chi in Francia azzarda già un’ipotesi del genere pare sottovalutare che ogni eventuale convergenza Meloni-Bardella dipenderà soprattutto dai segnali in arrivo, o meno, da Roma. In proposito, tanti politologi non si stancano di ricordare che, almeno fin qui, non poche opzioni tengono ben a distanza talune visioni delle personalità in questione, come l’atlantismo e la fiducia accordata agli ambienti economici, tradizionalmente per nulla piatti forti dell’Rn.
Bardella, a dire il vero, mantiene comunque un leggero vantaggio, se non altro per il fatto che su di lui non pende nessuna spada di Damocle giudiziaria: Le Pen è condannata in primo grado all’ineleggibilità per l’affaire dei “portaborse” fittizi di Rn all’Europarlamento e attende l’appello, l’anno prossimo, per restare in lizza. Lo stesso “varco” che tanti giuristi tendono a pronosticare come un muro, considerando molto improbabile un ritorno in corsa. In questo clima, come molti prevedevano, le premesse di una frattura sembrano farsi luce all’interno del binomio Le Pen-Bardella, rispettivamente a capo dei deputati Rn all’Assemblea Nazionale e presidente del partito. Anche se ufficialmente Le Pen resta la contendente di riferimento, i sostenitori interni del cosiddetto “piano B”, ovvero la candidatura di Bardella, sembrano crescere.
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