Il cuore azzurro della Davis conquista anche la tv

Tifo da stadio e oltre 3 milioni di spettatori per il match di Cobolli che ha garantito all'Italia la finale. Il bisogno di unirsi sotto il tricolore ha cambiato sport
November 23, 2025
Il cuore azzurro della Davis conquista anche la tv
Il tennista italiano Flavio Cobolli celebra la vittoria nel singolo contro l'Austria/ ANSA
C’è un momento, nello sport, in cui un ragazzo con una racchetta in mano riesce a farci sentire tutti un po’ più italiani. È successo a Bologna, in un palazzetto che sembrava di colpo trasformato nel vecchio Stadio Santiago Bernabéu del Mundial ’82: Flavio Cobolli, venerdì sera dopo un match epico, strappacuore, vinto sul filo di rasoio a suon di match point annullati da una parte e dall’altra che ha garantito l’accesso alla finale della Coppa Davis, è esploso in un’esultanza che ricordava da vicino il grido liberatorio di Marco Tardelli. Magari con la maglia azzurra strappata in maniera un po’ più tamarra, certo, ma con la stessa, identica voglia di gridare al mondo: «Ci siamo!». Ad abbracciarlo tutta la squadra azzurra, mister Volandri e capitan Berrettini in testa. E gli spalti? Trombe, cori, bandiere: una Bologna più da stadio che da circolo tennis. Perché, diciamocelo, il calcio non ci dà più soddisfazioni. Non sappiamo nemmeno se andremo ai prossimi Mondiali dopo due eliminazioni che ancora bruciano. E così, quel bisogno tutto italiano di ritrovarci sotto un tricolore, almeno per un pomeriggio, lo abbiamo spostato su un altro sport. Un po’ più elegante, un po’ più internazionale, ma oggi sorprendentemente popolare: il tennis. Anche senza Robocop-Sinner, la Davis è diventata l’occasione per mostrare al mondo – e a noi stessi – che i nostri tennisti non sono comparse. Sono ragazzi con talento, cuore e una resilienza che sa di Italia vera, quella che combatte ogni giorno, che cade e si rialza. E poi c’è un dettaglio che dice tutto: i palinsesti di Rai1 stravolti per seguire al meglio la Davis, slittati Tg1, Affari tuoi e The Voice Senior con Antonella Clerici. Non accadeva neppure davanti a una finale dei Mondiali di calcio.
Certo, c’è chi dice che in Rai hanno sbagliato i conti, regalando il record assoluto di ascolti a un pacioso Gerry Scotti che, su Canale 5, libero dalla concorrenza con Affari tuoi di Stefano De Martino, girava rassicurante la sua Ruota della Fortuna in access Prime Time attirando 5.923.000 spettatori e il 29.1% di share. La Rai risponderà di avere fatto servizio pubblico, e forse non ha tutti i torti. Dipende da quale punto di vista si guarda. E in effetti l’ascolto complessivo di ore e ore di tennis, dal pomeriggio alla sera, è stato un successo per lo sport, contando appunto anche l’assenza della superstar Sinner e del lanciatissimo Musetti.
La spettacolare sfida tra Flavio Cobolli e il belga Zizou Bergs (andata in scena dalle 18:13 alle 21:22 e trasmessa in diretta su Rai 1) è stata seguita da 3.040.000 spettatori con il 17.9% di share. Cui bisogna aggiungere i 692.381 spettatori di SuperTennis, decimo match più visto nella storia della rete in termini di ascolto medio . Successo anche per la prima sfida di Italia-Belgio, che ha visto Matteo Berrettini battere nettamente Raphael Collignon, che ha avuto su Rai 1 il 13,7% di share con 1 milione 353 mila spettatori. Nel complesso di Coppa Davis tra Italia e Belgio, trasmessa integralmente dalle 16.10 alle 21.22, è stato seguito da 2 milioni 458 mila spettatori con share del 16,9%. Esulta il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi: «Gli straordinari risultati di ascolto registrati ieri ci spingono a lavorare con ancora maggior entusiasmo e determinazione per il bene del nostro sport».
Segno che la passione sta crescendo. Le scuole tennis si stanno riempiendo, i circoli tornano a essere luoghi vivi, non solo la scenografia un po’ ingessata di un’Italia benestante. Il tennis è diventato persino un po’ caciarone: fastidiosi dj set tra un game e l’altro, giocatori urlanti come novelli gladiatori, telecamere che inseguono smorfie e muscoli. Ma accanto alle magliette strappate, resistono i gesti bianchi che questo sport non ha mai perso: le pacche sulle spalle, i sorrisi tra avversari, le lacrime asciugate con sportiva compassione. Come ha fatto proprio Cobolli con il belga sconfitto. E allora sì, forse in un’Italia che fa fatica a riconoscersi, nel caos quotidiano, tra problemi che non finiscono mai, il tennis ci sta regalando qualcosa che non è solo sport. È un modo nuovo – o forse antico – di sentirci di nuovo insieme sotto il tricolore. Oggi l'Italia gioca la terza finale consecutiva di Coppa Davis: comunque vada, è già un successo.

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