I turisti che spendono poco? Trattiamoli come i piccioni
Il caso del commerciante che a Venezia ha proposto una tassa d'ingresso da 100 euro contro i visitatori che non comprano nulla ripropone il tema della fruizione popolare, e di massa, dei luoghi

C’erano una volta commercianti e albergatori che si lamentavano quando arrivavano pochi turisti. Adesso si dolgono perché di turisti ne arrivano fin troppi. Colpa degli influencer, e di chi sennò, che attirano nei luoghi cult torme di invasori in infradito e canotta, disposti a tutto pur di scattare l’inevitabile selfie. Sono i dannati della vacanza, che si accodano davanti a una funivia come in un girone dantesco, si stipano sulle navette per raggiungere la baita del momento, oppure affollano le piazze d’arte sfamando più i piccioni che se stessi. Se proprio devono mangiare, loro, si portano il panino con la mortadella. Forse perché non tutti possono permettersi il menu a base di gamberi e branzino, tipici delle Dolomiti, proposto dal rifugio di grido. E se devono bere, sfoderano la borraccia. Forse perché una bottiglia di minerale a 1.500 metri la paghi più di 5 euro.
Turisti sporchi, brutti e cattivi. Fastidiosi, soprattutto perché spendono poco. Passano come le cavallette e dietro di sé lasciano solo la delusione di ristoratori e negozianti. Il presidente dei commercianti di piazza San Marco, intervistato giorni fa dal Corriere, non si è trattenuto: «Questo turismo è osceno. Vedo gente che vaga senza meta e senza entrare nei negozi». Il buon Setrak Tokatzian, che di mestiere fa il gioielliere, testimonia addirittura di aver assistito a scene tremebonde: «Io stesso ho visto diverse famiglie dividere una pasta o da bere. Ci sono file alle fontanelle per prendere dell’acqua perché non si compra più nemmeno quella». Inevitabile e sconsolata la domanda retorica: «Mi domando, ma dov’è la bella gente, quella interessata alla città, quella che porta davvero qualcosa alla città?».
Il matrimonio di Bezos è stato come un temporale di mezza estate: la pioggia di vip è stata intensa ma troppo breve per dare vero respiro alla macchina turistica lagunare. In giro, insomma, c’è troppa gente che non rispetta i canoni estetici, figuriamoci quelli del portafoglio. Che stiano a casa loro, allora. Ma se proprio vogliono vedere da vicino gondole e canali, ecco l’idea di Tokatzian. «A queste persone farei pagare 100 euro a testa. Ci sono maree di persone con il braccialetto bianco che arrivano dai camping. Questa gente non sa nemmeno cos’è la cultura e lo si vede perché arrivano, non sanno nemmeno dove sono, e se ne vanno, senza aver comprato nulla».
Una proposta moderata, tutto sommato, visto che c’è persino chi propone di sparare ai turisti. Con le pistole ad acqua, per carità. Ma sarebbe un buon inizio. Se lo fanno a Barcellona, si chiede il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini, perché non premere il grilletto anche a Venezia? In fondo, è una modalità “pacifica e divertente”, già sperimentata con successo dai camerieri contro i piccioni. Anche perché, pronti come sono a fiondarsi sui tavolini, i pennuti hanno una caratteristica in comune con i poveri: infastidiscono i ricchi.
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