Finanziamenti ad Hamas per 7 milioni di euro, nove arresti a Genova
di Redazione
Le operazioni finanziarie sospette sarebbero passate attraverso associazioni di beneficenza. Tra gli accusati, anche il presidente dei Palestinesi in Italia

Nove persone sono state arrestate stamani dalla Digos di Genova e dalla Guardia di finanza per sospetti finanziamenti ad Hamas, per un totale di 7 milioni di euro. Oltre ad aver disposto il carcere per gli indagati, il Gip ligure, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha ordinato anche un sequestro di beni per 8 milioni di euro. Tra gli arresti, compare anche Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione dei Palestinesi in Italia, che gli investigatori definiscono «membro del comparto estero dell'organizzazione terroristica Hamas» e «vertice della cellula italiana dell'organizzazione Hamas».
L'indagine è cominciata dall'analisi di operazioni finanziarie sospette e si sarebbe sviluppata grazie a scambi di informazioni con le autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi della Ue. Per gli inquirenti, il «finanziamento delle attività terroristiche» sarebbe avvenuto attraverso tre associazioni di beneficenza. In particolare, gli arrestati sono accusati di aver «rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell'organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro», con «operazioni di triangolazione» attraverso bonifici bancari o con altre modalità attraverso associazioni con sede all'estero, in favore di associazioni con sede a Gaza «dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas» o «direttamente a favore di esponenti di Hamas, in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del governo di fatto di Hamas a Gaza, che in varie circostanze sollecitava tale supporto finanziario». Hannoun era già stato indagato dalla Procura di Genova negli anni Duemila, ma l'inchiesta era stata archiviata. Lo scorso anno era finito nella black list del dipartimento del Tesoro americano, perché accusato di essere tra i finanziatori di Hamas. Documentati sarebbero, secondo gli investigatori, anche i rapporti di Mohamed Hannoun con alti esponenti di Hamas. È infatti emerso che, nel mese di dicembre del 2025, questi fosse presente ad una riunione in Turchia alla quale ha preso parte, tra l'altro, Ali Baraka, esponente di spicco del comparto estero dell'organizzazione terroristica.
Tempestivo è arrivato il commento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: «Pur con la doverosa presunzione di innocenza, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista. Un pericolo rispetto al quale c'è la massima attenzione da parte del nostro Governo». I pm, invece, pongono l'accento sulla guerra che ancora affligge la popolazione di Gaza: «Le indagini e i fatti attraverso esse emersi non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal Governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte Penale Internazionale», scrivono il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Mlillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente nella nota sull'operazione.
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