mercoledì 28 febbraio 2024
Una tesi sostenibile
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Nel vocabolario dell’economia, il settore cosiddetto delle utility rappresenta il mercato che ha a che fare con la produzione, gestione e distribuzione di servizi quali energia elettrica, gas, acqua. Si combattono a colpi di call center e servizio clienti, la pubblicità è solo per le grandi imprese che mostrano i muscoli con campagne istituzionali, testimonial improbabili, promozioni incomprensibili; il resto della partita competitiva si svolge tra le postazioni dei centralini telefonici che il passaggio al mercato libero ha reso freneticamente incandescenti. C’è un discreto disorientamento tra clienti che non sanno cosa stanno comprando, da chi, quanto lo stanno pagando e se conviene la scelta che hanno fatto o che stanno per fare.

In questa entropia di tariffe, offerte, servizi, c’è chi si avventura nella proposta d’improbabili programmi fedeltà, avendo già perso da anni la partita della fiducia, ma fidelizzare costa meno ed evidentemente le batterie di pentole a buon mercato sono più reperibili della trasparenza negli accordi tra le parti e delle “modifiche unilaterali” dei contratti. Ma non è di questo che voglio scrivere. Perché preferisco parlare di un’azienda che si chiama Iren, vanta cento anni di attività, multiutility in diversi settori/servizi per la comunità. Multiregionale, 10.583 dipendenti, milioni di clienti, non proprio una piccola realtà di qualche pubblica amministrazione locale. È guidata da un presidente che ha deciso di percorrere la transizione ecologica, dopo essere rimasto orfano di un ministero che ha cambiato nome, interessi e volontà per un tema, quello della sostenibilità, che forse interessa meno a un governo in altre faccende affaccendato. Ed ecco che a venire in soccorso di Iren su un tema così delicato è arrivata una moltitudine di idee premiate dall’azienda che è già alla seconda edizione di questa iniziativa.

Qualche settimana fa, a margine di un forum dedicato alle sfide Esg di tutto il comparto, si è tenuta la cerimonia di premiazione delle 10 migliori tesi di laurea sulle tematiche della sostenibilità, tra le oltre 120 che hanno partecipato: «un insieme di elaborati che si distingue per la pluralità degli argomenti trattati, dalla produzione di energia elettrica al rispetto dei diritti umani nella catena di produzione, passando per il ruolo della letteratura nella transizione climatica, la disclosure delle performance finanziarie e di Csr o lo stoccaggio del gas». Luca Del Fabbro, il presidente di cui sopra, in una dichiarazione raccolta da « Ansa » afferma che si può fare capitalismo senza essere contro l’ambiente. Io non sono del tutto convinto che si possa continuare a fare capitalismo, e farlo a favore dell’ambiente è una contraddizione in termini che forse nessuna tesi di laurea è ancora riuscita a dipanare. Ma la seconda edizione di “10 tesi per la sostenibilità” che Iren promuove tra tutte le università del nostro Paese, è una bella iniziativa di pubblicità civile e mi accontento.

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