mercoledì 18 gennaio 2023
“Parole per la Terra” si intitola la Giornata dell’Alfabetizzazione sismica del 2023. Si punta a diffondere l’importanza di avere un approccio responsabile ai nostri territori
Imparare la grammatica della Terra: un aiuto a prevenire gli eventi sismici
COMMENTA E CONDIVIDI

È “complessità” il vocabolo all’insegna del quale scorre il dialogo a più voci con i Direttori di Dipartimento di Ambiente, Terremoti e Vulcani, scheletro trino su cui regge l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), polo di riferimento a livello mondiale nello studio delle geoscienze. E proprio le geoscienze costituiscono il nucleo attorno cui si accorpano molteplici ambiti disciplinari e relative competenze. Un raggio di azione e una apertura prospettica che giustificano quella “complessità” che è cifra stessa di un ente in cui si intrecciano e sovrappongono quotidianamente attività di ricerca e di servizio, operazioni sul campo e interventi, spesso condotti in condizioni di emergenza e contesti drammatici, sul territorio. Del resto, ciò che rende l’INGV un unicum nel mondo della ricerca è che qui terremoti, tsunami, eruzioni, smottamenti, inondazioni, turbolenze varie ed eventuali, sono “esternazioni” all’ordine del giorno di Madre Terra.

Che siano manifestazioni di processi naturali o segnali di fenomeni alteranti non sono leggibili isolatamente, ma interpretabili decifrando i codici con cui il nostro pianeta si esprime: una grammatica complessa, appunto, in cui vocali e consonanti di ogni parola non sono casualmente legate, e questa interconnessione è la stessa che si riflette nella complementarità delle attività dei tre dipartimenti dell’INGV: ognuna dipende ed è necessaria all’altra, parlano la stessa lingua. Quella della Terra, su cui tutti noi, in quanto comunità, affidandoci e fidandoci di quella più ristretta degli scienziati, dovremmo alfabetizzarci. Non a caso, il leitmotiv con cui INGV ha voluto celebrare lo scorso 13 gennaio la IV edizione della Giornata dell’Alfabetizzazione Sismica è stato “Parole per la Terra”: una bandiera che ha attraversato il Paese, portando da Nord a Sud una miriade di eventi tesi a diffondere consapevolezza sull’importanza di un approccio responsabile al territorio per la salvaguardia di noi stessi e dei nostri affetti. « Intendere la grammatica della Terra, le cui scale, spaziali e temporali, dalle ere geologiche ai microsecondi, variano diversamente rispetto alle nostre, è una sfida tanto appassionante quanto complicata, e, benché sia molto complesso intercettare i segnali provenienti dall’interno, l’obiettivo è catturare con i nostri sistemi osservativi tutto quanto possa aiutare a prepararci e a prevedere eventi catastrofici » afferma Claudio Chiarabba, Direttore Dipartimento Terremoti dell’INGV.

E altrettanto complesse sono le dinamiche che regolano le manifestazioni simbolo della potenza e della vitalità che agitano il cuore della Terra: « L’evoluzione tecnologica costituisce un tassello importante per i progressi nelle misurazioni dei fenomeni vulcanici, ma è ancora povero il lessico con cui ne descriviamo la complessità», dice Francesca Bianco, Direttrice Dipartimento Vulcani dell’INGV, invitando ad un cambio di prospettiva: « I vulcani sono preoccupazione e pericolo per gli 800 milioni di individui che abitano in un raggio di 100 km da uno di essi, ma sono anche una risorsa: spetta a noi scienziati, sulla scorta delle nostre esperienze culturali, definire, e poi affinare, una sintassi accessibile ai non addetti ai lavori, grazie alla quale condividere conoscenze specialistiche utili a formare una cittadinanza consapevole della ricchezza, ma anche dei rischi, associati alla dimensione vulcanica».

Sull’opportunità di uniformare lessico e grammatica ad un unico vocabolario collettivo insiste anche il Direttore Dipartimento Ambiente dell’INGV, Massimo Chiappini: «Fin da bambini impariamo che, in ogni lingua, per comunicare, dobbiamo conoscere le regole ben precise che ne governano i costrutti grammaticali. Analogamente, gli eventi che caratterizzano il nostro pianeta rispondono alle leggi universali della fisica e della chimica, le sole che ci forniscono le chiavi per interpretare i messaggi della Terra e intraprendere eventuali azioni di mitigazioni dei rischi». Aspetto quest’ultimo fondamentale in un Paese molto esposto ad una vasta ed eterogenea gamma di rischi ed ora, nonostante la tradizionale mitezza del clima mediterraneo, anche agli effetti dei cambiamenti climatici con il brusco e violento alternarsi di ondate di calore e inondazioni: « Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia sono aumentati da 348 a 1602; si aggiunga che, nel nostro paese, alluvioni e frane si verificano più frequentemente di qualsiasi altro episodio naturale. Non solo – prosegue l’esperto – da alcuni anni, inondazioni e smottamenti su piccola scala si sono succeduti con crescente frequenza. Tutto questo comporta un costo drammatico in termini di vite umane, oltre a ingenti danni per la collettività e oneri cumulativi per le future generazioni» conclude Chiappini. La Terra ci parla: solitamente sussurra, talvolta urla, ma noi troppo spesso restiamo sordi: «Le geoscienze sono lo scrigno che custodisce i segreti che plasmano le meraviglie del nostro habitat e consentono la vita sul pianeta: solo aprendolo, si sveleranno i codici con cui decifrare la grammatica planetaria» afferma Carlo Doglioni, Presidente dal 2016 dell’INGV, nonché geofisico di fama internazionale, membro dell’Accademia dei Lincei e Professore Ordinario all’Università Sapienza di Roma.

E lo stesso presidente è da sempre impegnato nel sostenere la necessità del primato della ricerca, non solo per il progresso scientifico e tecnologico dell’Italia, ma anche per la crescita culturale, economica e, non meno, democratica e civile della collettività: «Una visione trasversale dei fenomeni che si dispiegano attorno a noi, sotto i nostri occhi, e la capacità di leggerli nel loro complesso, cogliendone le interdipendenze, costituiscono un presidio alla libertà, al senso di responsabilità, al rispetto della legalità e al delicato equilibrio tra diritti e doveri. Per questo ritengo dovremmo investire molto più in ricerca, in particolare, per lo studio del pianeta; non si tratta solo di limiti finanziari: mi riferisco a quella spinta collettiva imprescindibile per gettare i semi di un’autentica cultura della prevenzione e dello sviluppo sostenibile» sostiene Doglioni. Come potremmo, altrimenti, impostare un dialogo rispettoso delle leggi di natura e di tutte le forme di vita che popolano il pianeta? Ed è proprio un interrogativo la riflessione che lascia a tutti noi lo scienziato: «Quale rapporto di convivenza può reggersi su prevaricazione e violenza, se aspiriamo a vivere in pace e in armonia con e nel creato?». Già, la complessità…a chiusura del cerchio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: