venerdì 14 aprile 2023
Ennio Ranaboldo, ceo di Martin Bauer Usa, ha fondato una piattaforma per mettere in contatto gratuitamente ragazzi talentuosi con decine di mentori
Una spinta al talento: ai giovani consigli per superare l’ultimo scoglio
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Quella di Ennio Ranaboldo potrebbe essere una delle tante storie di manager di successo partiti dal nulla. Nato e vissuto a Torino, classe 1961, dopo un’esperienza come maestro elementare di provincia Ranaboldo parte alla conquista del suo futuro e lo trova all’estero. Approdato 24 anni fa nella Grande Mela, oggi è Ceo di Martin Bauer Usa, consociata americana del gruppo leader nel settore degli ingredienti botanici. Potrebbe perché Ranaboldo in realtà ha una marcia in più: la passione e la «pena», intesa come «cura amorosa» ci tiene a precisare, per l’Italia a cui si aggiunge la consapevolezza che la sua strada è stata segnata dalla tenacia ma anche e soprattutto dalla fortuna di avere incontrato al momento giusto veri e propri maestri. «Mentori» come ama chiamarli «che non sapevano nemmeno di esserlo e per cui oggi sono l’uomo che sono», dice.

Ed è proprio dall’amore per l’Italia sempre più depauperata dei suoi migliori giovani talenti e dalla voglia di “dare” dopo aver tanto “ricevuto”, che Ranaboldo trova la spinta per fondare nel 2021 “Talenti in corso”. Rispolverando dalla mitologia greca la figura di Mentore a cui Ulisse affidò il figlio Telemaco prima di partire da Itaca e imbarcarsi alla conquista di Troia. Crea così una piattaforma di 56 professionisti che mettono gratuitamente il loro tempo a disposizione di giovani talentuosi residenti in Italia. Oltre a un fondo da cui attingere per la copertura delle spese che si affrontano all’inizio di una carriera (redazione di cv, profilo LinkedIn, pagina web, traduzioni …). E di esperti ce n’è per ogni esigenza: dalla comunicazione alla gastronomia, dalle relazioni internazionali alla psicologia, dalla cooperazione all’informatica, dal design alla ricerca. Un progetto di straordinaria importanza se si pensa che oggi il nostro Paese con due milioni di Neet (Not engaged in Education, Employment or Training), ovvero di ragazzi che non sono impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione, conquista il podio a livello europeo. Dati preoccupanti che, insieme alle cifre delle retribuzioni medie riconosciute, dimostrano che molti nostri talenti vengono fermati sin dai blocchi di partenza.

Una sorta di buco nero che rende sempre più profonda la voragine tra il mondo dello studio e quello del lavoro soprattutto per coloro che non hanno risorse finanziarie adeguate. «E che non possono e non devono contare solo sul fattore fortuna», precisa Ranaboldo. Per questo motivo “Talenti in corso” si rivolge ai ragazzi dotati di grande talento ma non di privilegi di censo o di casta a cui fa da gancio il mondo delle Università. Al momento gli atenei coinvolti sono tre: La Sapienza di Roma, il Cirpas di Bari (Centro InterUniversitario di Ricerca Popolazione, Ambiente e Salute) e l’Università di Studi e Scienze Gastronomiche di Pollenzo. E nuove collaborazioni bollono in pentola. Ma come funziona il progetto? Il candidato, laureato o laureando dai 24 ai 40 anni, manda il suo curriculum con una lettera motivata da una “sfida personale” e dal progetto professionale. Passata la selezione incontra il suo mentore con cui imposta un percorso del tutto personalizzato. Ogni “mentee” (allievo) ha – per due ore a settimana per tre mesi – un suo maestro a costo zero da cui ricevere sapere e conoscenza. Così come nozioni base. Dubbi banali per esperti che sembrano muri invalicabili per ragazzi disorientati: come compilare un cv? Come realizzare una lettera di presentazione? Cosa dire al primo colloquio? Questa per esempio è l’esperienza di Lavinia, giovane neo laureata in Ingegneria delle nanotecnologie. «Mi sentivo persa – racconta –. Alessia, la mia mentore, è stata una guida in un momento di grande confusione in cui ero terrorizzata dall’idea di non sapermi relazionare al mondo del lavoro serenamente. Adesso ho acquisito maggiore sicurezza in me stessa, ho un approccio più sano verso le sfide future e non ho assolutamente intenzione di accontentarmi».

La sua sorpresa, comune a quella di tanti altri, è stata quella di trovare dall’altro lato non tanto un insegnante “in cattedra” quanto una persona di esperienza pronta ad ascoltare le sue esigenze, a conoscerla in un rapporto di scambio reciproco e ad accompagnarla nel suo cammino fino al traguardo. Che non è tardato ad arrivare. Lavinia si è laureata e ha il suo primo lavoro. L’ascolto dunque e l’empatia sono le parole chiave di “Talenti in corso”. «La cui mission non è quella di dire ai giovani cosa fare ma aiutarli a capire quali domande porsi. L’ambizione più grande è far incontrare ciò che il mentee è e sa fare con ciò che è possibile che riesca a fare», spiega il suo fondatore. Nel manifesto della piattaforma si legge: «Il rapporto tra il mentee e il suo mentore sarà tanto più fertile e capace di raggiungere gli obiettivi quanto più il mentore sarà capace di reciprocità autentica, di “restituzione” di conoscenze e di stimoli rilevanti per il giovane talento».

Così come avvenuto per Nicola, 35 anni bolognese, già dentro al mondo del lavoro con una sua start-up di tè e tisane. «Voglio fare il salto di qualità – sottolinea – e far diventare la mia un’azienda strutturata e in rete con altre realtà di successo». La sua sfida più grande è quella di rendere il suo settore attrattivo anche per i giovani, sganciandolo dall’angolo della salute per riportarlo nell’alveo del piacere e del benessere. «Per farlo ho bisogno dell’aiuto di una persona consapevole, di un punto di vista esterno e preparato come quello di Ennio (Ranaboldo, ndr). La cosa che mi ha colpito di lui? Senza dubbio il fatto che un professionista del suo livello dia a me ciò che ha di meno: il suo tempo».

“Talenti in corso” non ha aspirazioni quantitative – anche se non è un segreto che miri a raggiungere i cento mentori per cento allievi – piuttosto vuole mantenere intatta la sua stella polare: «Avremo avuto successo se ognuno di noi avrà dato il meglio nel tempo che ha dato e se avremo ispirato altre persone a fare altrettanto», si legge ancora nel manifesto. Parola di mentore.

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