Spendere meno ma spendere meglio, il 40% italiani taglierà le spese di Natale puntando sulla qualità
di Cinzia Arena
L'associazione Centromarca ha presentato un'indagine sulle intenzioni di consumo. Prodotti alimentari e per la cura della persona i regali più gettonati, "pesa" la reputazione dei marchi

Spendere meno ma spendere meglio. Si riassume così, a venti giorni dal Natale, l’intenzione degli italiani sulle spese da affrontare tra regali, momenti conviviali, cultura e viaggi. Prodotti alimentari e per la cura della persona le scelte più gettonate. Un'indagine realizzata da SWG per Centromarca (associazione che rappresenta 193 imprese e oltre 2600 marchi con 95mila addetti e un fatturato di 69 miliardi) presentata oggi a Milano ha messo in evidenza come gli italiani scelgano sulla base della reputazione dei brand e della loro esperienza personale.
A fare il punto su consumi e sfide per il futuro, in un contesto economico mondiale particolarmente difficile paragonabile a quello della pandemia, sono stati il presidente di Centromarca Francesco Mutti, Gabriele Barbaresco (Direttore Area Studi, Mediobanca), Laura Cavalli (Responsabile Centro Studi, Centromarca), Stefano Cini (Head of Consumer Intelligence GeoMktg South Europe, NIQ) e Michele Tesoro (Chief Customer Strategy Officer, Caliber).
In vista del Natale gli italiani acquisteranno per uso personale o per regali principalmente generi alimentari e bevande (37%), prodotti per la cura della persona (36%), libri e hobbistica (34%), abbigliamento (33%) e prodotti per la casa (25%).
Per il 58% del campione la presenza della “marca” è decisiva al momento della scelta di un regalo, per la qualità e il prestigio che comunica a chi lo riceve. Il dato segna un incremento di 15 punti percentuali rispetto al 2024. Il ridotto potere d'acquisto delle famiglie si fa sentire se si considera che due consumatori su cinque prevedono di ridurre il budget per regali, pranzi e cene fino, il 47% manterrà l'importo dell'anno precedente; il 13% lo aumenterà. La spesa per pranzi e cene delle festività si aggirerà sui 130 euro. Ai regali saranno destinati mediamente 176,7 euro, ad altre attività 80, euro e 53,9 euro alle donazioni.
Il Pil italiano nel 2025 crescerà appena dello 0,4%, e del doppio l’anno prossimo, grazie alla spinta propulsiva del PNRR. A pesare sui consumi è soprattutto il crollo del potere d’acquisto con la retribuzione oraria reale che è inferiore del 5% rispetto al 2019. A fronte di una forte crescita dell’occupazione (sia in termini di occupati che di ore di lavoro), ha sottolineato il direttore dell’Area Studi di Mediobanca Barbaresco la produttività è il vero tallone d’Achille del sistema italiano, ancora troppo poco ambizioso ad esempio dal punto di vista della tecnologia.
Per il mercato del largo consumo, Niq prevede nel 2026 un'espansione a valore del +2,6%, sostanzialmente in linea con l'anno in corso. In questo scenario, secondo le elaborazioni del Centro Studi Centromarca, l'Industria di marca registrerà una crescita di circa 2 punti percentuali, continuando a detenere una quota di mercato tra le più elevate in Europa pari al 68,1% nell'omnichannel (76,7% nei canali iper/super/libero servizio).
Tre italiani su quattro quando fanno acquisti si fanno comunque guidare dalla marca. Nella scelta del brand, i fattori determinanti sono: la qualità (58%), il positivo rapporto qualità-prezzo (52%), la reputazione (29%), la storia e la tradizione della azienda (24%), l'innovazione (20%), i valori come etica e sostenibilità (16%) e la comunicazione (10%). Se non trovano il loro prodotto preferito, sette italiani su dieci lo cercano presso altri rivenditori. I Millenials con il 77% di risposte e i GenX con il 74% sono le generazioni più fedeli.
''La moderna Industria di Marca è fondamentale per lo sviluppo del largo consumo confezionato - ha detto Mutti - la leadership si fonda su investimenti destinati alla selezione delle migliori materie prime, all'innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, alla sostenibilità dello sviluppo. Ne derivano una qualità e una distintività nel mercato che fa premio nel rapporto con i consumatori italiani ed esteri''.
Il primato è confermato da uno studio svolto da Caliber, da cui si evince che le aziende associate a Centromarca godono di una reputazione superiore rispetto alla media globale ed europea. In particolare, il settore del largo consumo italiano (rappresentato nella ricerca dal perimetro Centromarca) è l'unico in crescita, con uno score reputazionale del 77%, a fronte di una media internazionale pari al 72%.
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