venerdì 9 ottobre 2020
La vettura che gli è stata donata è uno dei due esemplari di Toyota Mirai realizzati per gli spostamenti del Santo Padre nel viaggio apostolico in Giappone lo scorso anno
Una “Papamobile” a idrogeno per Francesco
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Il Santo Padre ha ricevuto in dono una Toyota Mirai alimentata ad idrogeno appositamente realizzata per i Suoi spostamenti. Il dono è arrivato dalla Conferenza Episcopale giapponese che ha ricevuto la vettura da Toyota. La consegna del veicolo è avvenuta nei giorni scorsi, nei pressi della Domus Santa Marta, residenza del Santo Padre all’interno dello Stato della Città del Vaticano.

Alla cerimonia erano presenti il Rev.do Padre Domenico Makoto Wada, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Giapponese e Sua Eccellenza il Signor Seiji Okada, Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede. In rappresentanza della Toyota, era presente una Delegazione composta da sei persone, guidata da Miguel Fonseca, Senior Vice President di Toyota Motor Europe, e da Mauro Caruccio, Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia.

La vettura è uno dei due esemplari di Toyota Mirai appositamente realizzati dalla Toyota Motor Corporation per gli spostamenti del Santo Padre in occasione del Suo Viaggio Apostolico a novembre dello scorso anno in Giappone, e precedentemente donati alla Conferenza Episcopale Giapponese.

La vettura, rigorosamente bianca, ha una lunghezza di 5,1 metri ed un’altezza (incluso il tetto) di 2,7 metri. Mirai - parola che in giapponese significa ‘futuro’ - è la prima berlina alimentata a idrogeno prodotta in serie dal 2014. È la vettura ecologica per eccellenza: il sistema di celle a combustibile è alimentato da idrogeno ed è in grado di percorrere circa 500 Km con un pieno e la sua unica emissione è vapore acqueo. Una vettura le cui caratteristiche ben si conciliano con la grande sensibilità di Papa Francesco rispetto ai temi ambientali che hanno ispirato nel 2015 la sua enciclica “Laudato si’”. Un appello a salvaguardare la terra e tutto ciò che ci circonda, cambiando il nostro stile di vita per preservare la nostra "casa comune".

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