giovedì 23 novembre 2017
La Compagnia delle opere lancia un programma che punta a far crescere la nostra economia mettendo al centro il bene comune
Il presidente della Cdo Bernhard Scholz

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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Scomodare Marcel Proust è utile perché servono nuovi occhi anche nell’economia italiana, soprattutto guardando alle Medie imprese. Ne è convinta la Compagnia delle opere (Cdo) che ieri ha presentato la Fabbrica dell’eccellenza. Il primo Forum annuale della Media impresa italiana è stato aperto dal presidente della Cdo, Bernhard Scholz che ha ricordato come le «medie imprese sono la forza trainante della nostra economia» perché vivono quotidianamente una grande avventura per il bene proprio e per quello del Paese. Sono un bene per il territorio e «contribuiscono al bene comune e in generale a tutto il sociale ». Così da mettere al centro «la dignità della persona», e la Fabbrica dell’eccellenza «deve portare ad una vera collaborazione per favorire la crescita e creare una learning community».

Uomo al centro, un concetto sul quale si è soffermato nel suo messaggio, il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti che ha sottolineato che l’importanza di «un umanesimo integrale che valorizzi la creatività umana in ogni momento dell’esistenza e si proponga di realizzare una civilizzazione dell’economia non è oggi estraneo ad una diffusa cultura imprenditoriale che vede nell’azienda un 'bene sociale' da difendere, promuovere e sviluppare». Questo in un Paese, come ha spiegato il Dg. della Cdo Dionigi Gianola, dove «abbiamo un’ampia specializzazione, garantita dalla diversità dei processi produttivi delle micro e piccole imprese» ma manca «la varietà, troppo poche le aziende con più di 50 dipendenti». E sono poche le aziende che puntano su innovazione e internazionalizzazione, come ha scritto in un messaggio il ministro Carlo Calenda che ha accreditato la Cdo nel Piano nazionale Industria 4.0. Anche se poche, le medie aziende, grazie alla loro resilienza, ha spiegato Gianola «stanno contribuendo a un risultato positivo per il 2017: i dati indicano una previsione di crescita dell’output industriale del 4,4%. Nonostante siano poche incidono per il 17% della forza lavoro e fanno da traino alle micro e piccole imprese. La loro importanza era già chiara negli anni ’70 e ’80, quando le aziende leader nei distretti industriali erano quelle che trainavano l’indotto e avevano anche un impatto sociale importante, creando un eco-sistema di valore per tutto il territorio.

Anche oggi – ha proseguito il Dg., questo ruolo rimane immutato nonostante il modello del distretto industriale sia stato stravolto. Occorre però supportare la competitività delle medie imprese esistenti e favorirne la crescita dimensionale: per questo lanciamo la Fabbrica per l’eccellenza». E insieme il Premio per l’economia dedicato a giovani ricercatori universitari. La prima edizione se l’è aggiudicata Mara Brumana dell’Università di Bergamo. Sul podio anche Alessandra Tognazzo (Padova) e Michele Asta (Bologna).

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