sabato 11 gennaio 2025
Come si sta riposizionando Mark Zuckerberg in questo contesto di offensiva “anti-woke” condotta dai repubblicani
L’enorme impegno di Mark Zuckerberg nell’allinearsi alle opinioni politiche e culturali della nuova amministrazione Trump non è dunque solo una presa di posizione politica, ma è un vero e proprio un cambiamento di etica che avrà un impatto sulle sue pratiche commerciali

L’enorme impegno di Mark Zuckerberg nell’allinearsi alle opinioni politiche e culturali della nuova amministrazione Trump non è dunque solo una presa di posizione politica, ma è un vero e proprio un cambiamento di etica che avrà un impatto sulle sue pratiche commerciali - ANSA

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Meta Platforms, proprietaria di Facebook, Instagram e Threads ha annunciato la fine del suo programma su diversità, equità e inclusione (diversity, equity and inclusion, DEI). È stato eliminato il ruolo di responsabile della diversità e sono stati rimossi gli obiettivi sulla diversity che richiedevano al momento dell’assunzione del personale di tenere conto della rappresentatività delle donne e delle minoranze etniche nell’organico. Per quanto riguarda i fornitori non verrà più data alcuna priorità alle aziende di proprietà di minoranze etniche storicamente meno tutelate.

Sebbene Meta continuerà a reperire candidati con background diversi, non utilizzerà più l’approccio di assunzione “diverse-slate”, che assicura che un gruppo eterogeneo di candidati venga preso sempre in considerazione per ogni posizione aperta. «Riteniamo che ci siano altri modi per creare una forza lavoro leader nel settore e sfruttare team composti da persone provenienti da tutti i tipi di background», ha affermato Janelle Gale, vicepresidente del settore Risorse umane di Meta, in un post interno che ha visionato anche la redazione del New York Times. Meta ha pianificato di «concentrarsi su come applicare pratiche eque e coerenti che mitighino i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal background» ha aggiunto Gale.

Negli ultimi mesi, altre grandi aziende statunitensi come McDonald’s, Ford e i supermercati Walmart hanno annunciato passi indietro su alcune delle loro pratiche sulla diversità, a seguito di una sentenza della Corte Suprema del 2023 che poneva fine alle azioni di discriminazioni nelle università, uno dei risultati della lotta per i diritti civili degli anni Sessanta. «La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente emesso decisioni che segnalano un cambiamento nel modo in cui i tribunali affronteranno la DEI», ha sottolineato la vicepresidente delle Risorse umane di Meta Platforms. «Anche l’acronimo DEI è diventato controverso, in parte perché alcuni lo vedono come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di certi gruppi rispetto ad altri», ha concluso Gale.

In questo contesto di offensiva “anti-woke” condotta dai repubblicani negli Stati Uniti si collocano anche le nomine dei giorni scorsi: il repubblicano Joel Kaplan nuovo responsabile degli affari globali di Meta e nel Consiglio di amministrazione è entrato il fedelissimo di Trump, Dana White, presidente della della più grande organizzazione di arti marziali miste al mondo. Oltre all’annunciata chiusura del programma di fact checking e di lotta alla disinformazione sulle piattaforme social, Facebook, Instagram e Threads. Decisione definita «vergognosa» dal presidente americano Joe Biden che ha ribadito che aver cancellato il programma sulla veridicità dei contenuti sui social sia «completamente contrario a tutto ciò che è l’America. Noi vogliamo dire la verità».

L’enorme impegno di Mark Zuckerberg nell’allinearsi alle opinioni politiche e culturali della nuova amministrazione Trump non è dunque solo una presa di posizione politica, ma è un vero e proprio un cambiamento di etica che avrà un impatto sulle sue pratiche commerciali.

Già a novembre il fondatore di Facebook era volato a Mar-a-Lago, in Florida, per incontrare il futuro presidente degli Stati Uniti. Poi aveva deciso donare 1 milione di dollari al fondo inaugurale che finanzia la cerimonia di insediamento del neo-eletto presidente. Come aveva riportato il New York Times, le donazioni ai comitati inaugurali «non hanno limiti di contribuzione e sono popolari tra le aziende e gli individui desiderosi di ingraziarsi un’amministrazione entrante». E Trump, dal canto suo, aveva già promesso diversi benefit a chi lo avesse finanziato con cifre a 6 zeri.

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