
Il corteo dei metalmeccanici a Bologna ha bloccato la tanegnziale - Ansa
Un venerdì di scioperi e manifestazioni nelle piazze per chiedere salari adeguati e il rinnovo del contratto dei metalmeccanici ma anche per protestare contro la politca pro-Israele del governo Meloni. È stata una giornata difficile ma non tanto per il temuto blocco dei trasporti quanto per la concomitanza di numerosi cortei che hanno paralizzato per ore le città.
Lo sciopero dei metalmeccanici per il contratto. Capillare e partecipata la protesta dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale. Uno sciopero di 8 ore, altre 32 erano già state fatte negli scorsi mesi, con decine di migliaia di lavoratori in corteo nei principali capoluoghi di provincia. I segretari generali delle federazioni Michele De Palma (Fiom-Cgil), Ferdinando Uliano (Fim-Cisl) e Rocco Palombella (Uilm-Uil) hanno partecipato rispettivamente alle manifestazioni di Napoli (dove secondo gli organizzatori sono arrivate cinquemila tute blu), Bologna (con diecimila manifestanti) e Mestre. Adesioni bulgare nelle fabbriche con una media dell’80% e migliaia di persone in piazza anche a Genova, Torino, Bergamo, Udine e Palermo. I manifestanti hanno preso alla lettera lo slogan della giornata: “Senza il contratto, il Paese si blocca” paralizzando in mattinata il porto di Ancora e la tangenziale di Bologna. La polizia del capoluogo emiliano ha fatto sapere che presenterà una denuncia penale ai danni dei manifestanti «anche alla luce della recente normativa introdotta dal decreto Sicurezza in materia di blocchi stradali». Imanifestanti si erano radunati presso il Parco Nord, ma, anziché seguire il percorso cittadino concordato con la Questura, hanno deciso di andare in tangenziale, bloccandola per 45 minuti in un tratto di circa quattro chilometri. «Speriamo che le denunce non arrivino, ma è chiaro che se si materializzeranno ci difenderemo» ha spiegato Uliano che era alla testa del corteo. Solidarietà ai manifestanti dalle opposizioni a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein «Vedete qual è l’obiettivo? Non ascoltare il grido dei lavoratori per il rinnovo del contratto. Diamo ai metalmeccanici piena solidarità» ha detto a margine del convegno del Pd sulla giustizia. Il segretario della Fim Cisl ha spiegato che la trattativa per il rinnovo del contratto, scaduto da un anno, è ferma perché le controparti hanno abbandonato il tavolo rifiutando le proposte dei lavoratori per aumenti che vadano al di là dell’adeguamento all’inflazione, una regolarizzazione dei precari e la sperimentazione sulle 38 ore di lavoro. «Chiediamo a Federmeccanica di riprendere il tavolo delle trattative. È inaccettabile la loro posizione - ha sottolineato Uliano - stanno prendendo in ostaggio un milione e mezzo di metalmeccanici in tutto il Paese». Secondo De Palma il rinnovo del contratto è essenziale per rilanciare l’industria e l’economia. «Ci sono lavoratori, tanti, troppi in Italia in cassa integrazione che non arrivano alla fine del mese - ha detto il segretario della Fiom - e per questo che c’è bisogno di fare gli investimenti per rilanciare il nostro sistema industriale: automotive, siderurgia, elettrodomestico, sistema dell’informatica, impianti. Abbiamo bisogno di rilanciare gli investimenti per dare certezza ai posti di lavoro che ci sono e finalmente tornare ad assumere i giovani».
Cobas in piazza per i salari contro la guerra in Palestina. Scontro politico anche sull’agitazione dei sindacati autonomi Usb, Cub e Cobas che riguardava tutte le categorie, comprese la scuola e la sanità, ma ha creato disagi soprattutto ai trasporti. Il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon, esponente della Lega, ha proposto di vietare «gli scioperi i venerdì e i lunedì, almeno nella stagione turistica, introducendo l’obbligo di comunicare l’adesione individuale alla mobilitazione 24 ore prima» per trovare un tra «il diritto di contestare il centrodestra e il diritto degli italiani di viaggiare». Immediata la levata di scudi dei sindacati: fuori discussione «un’ulteriore stretta sul diritto di sciopero». Le criticità maggiori si sono verificate sui treni con decine di collegamenti soppressi e negli aeroporti con 32 voli cancellati in maniera preventiva da Ita, mentre Ryanair ha spiegato di aver dovuto sospendere alcuni collegamenti, in particolare negli scali toscani, per via dei temporali. Inferiori i disagi per il trasporto pubblico locale con le metropolitane aperte nelle principali città e corse più “rarefatte” in superficie. Tra le città più colpite Venezia dove sono si è fermato circa il 70% dei vaporetti e il 60% degli autobus. Disagi nelle prime ore del mattino soprattutto nelle stazioni con ritardi e cancellazioni per i treni regionali a Napoli, diversi treni cancellati (in media uno su quattro) e ritardi fino ad un’ora alla stazione Termini di Roma. In Lombardia Trenord, che gestisce i collegamenti regionali, ha fatto sapere di non essere coinvolta dallo sciopero. Alla stazione Centrale di Milano cancellato circa il 10% dei treni. Manifestazioni e cortei da Nord a Sud, contro la guerra e per chiedere salari più alti e scelte economiche a favore di famiglie, welfare, scuola e trasporti locali. Decine di migliaia di lavoratori, studenti, attivisti per la pace e associazioni palestinesi, secondo gli organizzatori, sono scesi in piazza a Milano, Roma, Torino, Genova, Trento, Firenze e Napoli per chiedere «di fermare il genocidio in corso in Palestina e rompere ogni collaborazione con Israele». Contestata in particolare la corsa al riarmo, per la difesa comune europea e l’aumento della spesa per la Nato fino al 5% del Pil, mentre i lavoratori sono sempre più poveri.© riproduzione riservata