martedì 10 ottobre 2017
Anàbasi, il progetto sviluppato dall'Agenzia per il lavoro per contribuire alla realizzazione di buone pratiche di accoglienza attiva, ha vinto il Sodalitas Social Award 2017
Un premio all'inserimento dei richiedenti asilo
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Anàbasi, il progetto sviluppato da Quanta per contribuire alla realizzazione di buone pratiche di accoglienza attiva, ha vinto il Sodalitas Social Award 2017, il riconoscimento promosso da Fondazione Sodalitas, l’organizzazione italiana di riferimento sulla Sostenibilità d’impresa a cui aderiscono più di cento aziende leader di mercato, nella categoria “Lavoro, pari opportunità e diritti umani”.

Il premio, giunto alla XV edizione, ha contribuito negli anni a diffondere la cultura della sostenibilità d’impresa in Italia e a far crescere la comunità di aziende per cui la sostenibilità rappresenta un riferimento strategico fondamentale.

Anàbasi è un’iniziativa rivolta a migranti richiedenti asilo politico che mira, grazie alla realizzazione di appositi percorsi di politiche attive, integrati a corsi di formazione professionale qualificante e certificata, a favorirne l'inserimento in società. Nello specifico, ad attività di formazione linguistica e civica si affiancano corsi professionalizzanti, servizi di accompagnamento e assistenza e benefici economici per le aziende pronte ad assumerli. Il progetto vuole soddisfare il fabbisogno di professionalità difficili da reperire sul territorio italiano, in particolare nel settore della cantieristica navale.

Il Sodalitas Social Award 2017 è stato assegnato alle iniziative più efficaci nel contribuire alle sfide al centro dei Sustainable Development Goals (Sdgs) delle Nazioni Unite. I premi sono stati consegnati nel corso dell’incontro Responsabilità e leadership per un futuro sostenibile, tenutosi presso l’Auditorium di Assolombarda a Milano.

«L’accoglienza di chi fugge da zone di guerra e di miseria è un dovere civico – dice Enzo Mattina, consigliere di Gruppo Quanta -. Deve, però, essere accompagnata da misure che aiutino le persone a vivere il presente con coinvolgimento e sostegno e il futuro con fiducia verso se stessi e verso i Paesi che le ospitano. Con il progetto Anàbasi abbiamo voluto dare un piccolo contributo alla costruzione di una strategia di accoglienza attiva, mettendo loro a disposizione l’insegnamento della nostra lingua, del nostro modello di convivenza sociale e delle regole del nostro ordinamento. Abbiamo poi aggiunto la formazione professionale e l’accompagnamento al lavoro secondo le regole fissate dalle leggi e dai contratti di lavoro, in condizione di parità con chi ha la piena cittadinanza italiana. È solo una buona pratica, che può essere ampliata, se si mettono a disposizione anche risorse pubbliche che sono già nella disponibilità dello Stato e delle Regioni».

«Quanta – spiega Illo Quintavalle, presidente di Quanta Spa – ha creduto e investito molto in Anàbasi, un progetto che rappresenta per noi un vero e proprio fiore all’occhiello. In un mercato del lavoro e in una società in completa trasformazione, le politiche attive e l’accoglienza rappresentano due strumenti indispensabili per realizzare un sistema inclusivo e produttivo. Da questa consapevolezza è nata l’idea di Anàbasi. Abbiamo scelto di fornire assistenza e competenze in campi manifatturieri oggi poco ambiti dai nostri connazionali: saldatori, carpentieri navali, elettricisti, molatori. Abbiamo scelto questi mestieri perché siamo convinti che, nel momento in cui ritornerà la pace nei Paesi da cui la totalità dei nostri lavoratori è fuggita, gli stessi potranno farvi ritorno per contribuire alla fase della ricostruzione. Mestieri e competenze, con Anàbasi proviamo a gettare le basi per costruire un futuro diverso».

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