lunedì 23 ottobre 2023
Tre accordi in un mese (con Italia, Francia e Paesi Bassi) per la fornitura di gas naturale liquefatto. L'emirato fornitore sempre più centrale. All'Europa serve per sostituire il gas russo
Il modelli di una nave per il gas naturale liquefatto sullo sfondo di una bandiera del Qatar

Il modelli di una nave per il gas naturale liquefatto sullo sfondo di una bandiera del Qatar - Reuters

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Arriverà dal Qatar una buona parte delle forniture di gas che occorrono all’Europa per emanciparsi dalla dipendenza dalla Russia. Nel giro di poche settimane QatarEnergy, la società energetica dell’emiro, ha firmato tre accordi per la vendita di gas naturale liquefatto ad aziende europee.

L’ultimo, annunciato ieri, è quello che ci riguarda più da vicino. Eni ha firmato un’intesa per l’acquisto di una quantità massima di 1,5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto all’anno per ventisette anni, a partire dal 2026. L’accordo è con QatarEnergy Lng Nfe, nuova società costituita nel giugno dello scorso anno proprio tra l’azienda qatariota (che ha il 75% delle quote) e il gruppo italiano (che ha l’altro 25%) e che ha il controllo del 12,5% del North Field Expansion, progetto per la liquefazione di 32 milioni di tonnellate di all’anno (un milione di tonnellate di gas naturale liquefatto equivale a circa 1,38 miliardi di metri cubi di gas immesso in rete).

Una delle infrastrutture del progetto North Field Expansion

Una delle infrastrutture del progetto North Field Expansion - QatarEnergy Lng

«La partecipazione al progetto Nfe e il contratto di fornitura di Gnl sono in linea con la strategia di transizione di Eni che mira ad aumentare progressivamente il ruolo del gas nella produzione upstream, raggiungendo il 60% entro il 2030» ricorda l’azienda italiana, che dal 2007 importa già ogni anno 2,9 miliardi di metri cubi di gas dal Qatar.

Quello con Eni è il terzo grande contratto firmato da QatarEnergy in Europa questo mese. Ha siglato due accordi tra loro identici, sempre da 27 anni a partire dal 2026, per la fornitura di 3,5 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto alla Francia (con Total, firmato l’11 ottobre) e ai Paesi Bassi (con Shell, il 18 ottobre). Lo scorso novembre la società del Qatar aveva firmato un altro accordo di questo tipo, ma per 15 anni (sempre a partire dal 2026), per fornire gas liquefatto alla Germania, 2 milioni di tonnellate all’anno.

Il Qatar si sta imponendo come uno dei fornitori di riferimento per l’Europa che ha bisogno di emanciparsi dal gas russo. Gli ultimi dati raccolti dalla Commissione europea dicono che c’è ancora molta strada da fare: tra marzo e giugno di quest’anno la Russia era ancora il quarto maggiore fornitore di gas tramite i gasdotti (con una quota del 13,8%) e il secondo (dopo gli Stati Uniti) per il gas liquefatto, con il 12,4% delle forniture.

Le importazioni di gas in Europa nel secondo trimestre del 2023

Le importazioni di gas in Europa nel secondo trimestre del 2023 - Eurostat

Il Qatar è il terzo fornitore di gas liquefatto, con una quota 10,9% (il primo, gli Stati Uniti, hanno una quota del 46,4%) ma il suo peso salirà. Stime della società di analisi Rystad Energy, diffuse prima dell’annuncio dell’accordo con Eni, dicono che attualmente i Paesi europei hanno firmato accordi per le forniture di gas naturale liquefatto per un totale di 27 milioni di tonnellate all’anno dal 2030 in avanti e, di queste, 9 sono forniture dal Qatar. È un 30%.

Sono forniture che rafforzano la sicurezza energetica europea ma al tempo stesso rinsaldano legami problematici, come insegna, solo per stare sulle vicende più recenti, lo scandalo del cosiddetto Qatargate.

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