mercoledì 13 marzo 2024
I dati Istat fotografano la crescita consistente (2,1%) su base annua. Forte calo degli inattivi, disoccupazione al 7,7%. Occupazione femminile e al Sud in crescita ma restano ampi divari
Un operaio al lavoro nello stabilimento Stellantis

Un operaio al lavoro nello stabilimento Stellantis - Ansa

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Ancora un anno record per l’occupazione con quasi mezzo milione di lavoratori in più, percentuale di disoccupati e di inattivi in forte calo. Il dato emerge dall’ultimo report dell’Istat sull’occupazione nel quarto e ultimo trimestre dell’anno (ottobre, novembre e dicembre) e conferma una tendenza legata a doppio filo all'inflazione e al costo della vita. Il 2023 si è chiuso con una crescita del 2,1% degli occupati, che in media durante l’anno sono stati 23 milioni 580 mila. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+1,3%) mentre il tasso di disoccupazione cala al 7,7% (-0,4%) con i disoccupati che scendono al di sotto della soglia dei due milioni (sono un milione 947mila, 81mila in meno rispetto al 2022).

Nel quarto trimestre 2023 gli occupati aumentano in termini congiunturali di 144 mila unità (+0,6% rispetto al terzo trimestre 2023) e in termini tendenziali con un aumento di 533 mila unità (+2,3%).

La crescita dell'occupazione nel 2023 interessa soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato, con 491 mila unità in più (+3,3%) e gli indipendenti (+62 mila, +1,3%). Risultano invece in calo i dipendenti a termine, con 73 mila unità in meno (-2,4%). Nel quarto trimestre 2023, gli occupati aumentano in termini congiunturali di 144 mila unità a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+145 mila, +0,9%) e della sostanziale stabilità dei dipendenti a termine e degli indipendenti. Su base annua nel quarto trimestre l'aumento dell'occupazione ha coinvolto i dipendenti a tempo indeterminato (+509mila, +3,3%) e gli indipendenti (+65mila, +1,3%), ma non i dipendenti a termine che diminuiscono (-40mila, -1,4%).

Tra i dati positivi da segnalare, parallelo alla crescita degli occupati, il calo per il terzo anno consecutivo degli inattivi (coloro che non cercano lavoro perché sono sicuri di non trovarlo) con calo di 468 mila unità in un anno (-3,6%) in un anno. A fine 2023 gli inattivi in Italia erano 12 milioni e 377 mila.

A livello territoriale, il Mezzogiorno nel 2023 mostra l'aumento più consistente del tasso di occupazione (+1,6 punti sul 2022, arriva al 48,2%) rispetto al Nord (+1,3 punti al 69,4%) ma il divario con il Nord resta elevato con oltre 21 punti. Il Centro segna un aumento del tasso di occupazione di 1,1 punti raggiungendo il 65,9%. Il tasso di occupazione nel Nord, scrive l'Istat, (69,4%) è di 21 punti superiore a quello del Mezzogiorno (48,2%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14%) è circa tre volte quello del Nord (4,6%). Resta ampio anche il divario di genere. Si registra un recupero delle donne il cui tasso di occupazione aumenta poco di più rispetto agli uomini (1,4% rispetto all'1,2%) con una diminuzione più marcata di quello di disoccupazione (-0,6 e -0,3 punti).

L'Istat analizza anche le modalità con le quali gli italiani cercano lavoro. L'uso dei canali informali è il metodo più diffuso: la quota di chi si rivolge a parenti, amici e conoscenti raggiunge il 76,6% (+1,2%), in crescita anche la percentuale di chi si rivolge al Centro pubblico per l’impiego (25,8%, +3,5%), mentre risultano più stabili le ricerche formali, come l’invio di curriculum e la consultazione di offerte di lavoro.

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