giovedì 3 febbraio 2022
La metà dei rincari viene dalle bollette: uscite incomprimibili e che corrono di più. Ne fanno le spese i più poveri
Rincari, la stangata per famiglie numerose e pensionati
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La nuova ondata di inflazione, conseguenza della crisi energetica, sta colpendo soprattutto i più deboli, le famiglie numerose e i pensionati. Come diceva Luigi Einaudi ogni volta che si surriscaldano i prezzi ci troviamo di fronte «alla più iniqua delle tasse» che riduce il potere d’acquisto e dunque colpisce i ceti più poveri che spendono in consumi la maggior parte del loro reddito. Ma stavolta questo fenomeno è destinato a presentarsi con maggiore forza perché metà della stangata viene dall’energia.

La stessa Istat, ieri nel consueto briefing, ha sottolineato che l’inflazione desta preoccupazione per le «conseguenze sociali» e che avrà un impatto maggiore sulle famiglie più povere. Le proiezioni realizzate dall’Unione nazionale consumatori confermano l’allarme: al momento la famiglia media italiana deve mettere in conto che l’inflazione al 4,8 per cento peserà sul suo bilancio 1.389 euro in più dell’anno scorso. Con il crescere del nucleo la stangata aumenta e salgono le difficoltà: con due figli si arriva a 1.715 euro, con tre a 1.923. Ma attenzione, la criticità sociale dell’inflazione di natura energetica sta nel fatto che le spese per gas, luce, trasporti e alimentari sono incomprimibili: se aumentano i prezzi la famiglia a basso reddito difficilmente potrà rinunciare a scaldarsi e a mangiare e dunque sarà costretta a comprimere tutti gli altri consumi. Al contrario della famiglia abbiente che, con margini di entrate più ampi, può compensare l’impatto della stangata con il maggior reddito di cui dispone. Se infatti si va a guardare nelle tabelle elaborate dall’Unione nazionale consumatori (si veda il grafico qui sotto) il peso di energia, trasporti e alimentari nell’ambito del rincaro di questo mese, si scorgono cifre drammatiche.

Unione Nazionale Consumatori

Un pensionato che vive da solo subirà rispetto a un anno fa un rincaro di 891 euro, ma di questi ben 618,12 (pari al 69,4% della stangata) vanno imputati a luce, gas ed acqua. In altre parole: una volta pagate le bollette resta ben poco. Così come la coppia con tre figli, che subisce una stangata di 1.923 euro, deve imputare circa la metà del rincaro, pa- ri a 997,12 euro, a gas, luce e acqua e 444,76 euro (il 23,13% delle maggiori spese in bilancio) ai tra-sporti. «L’inflazione produce, con l’arricchimento di pochi, la distruzione delle classi medie ed il disordine sociale», dice Einaudi, ma questo particolare tipo di inflazione, velenosa e insidiosa, rischia di produrre questi danni con maggiore velocità e profondità perché le spese energetiche, oltre a rappresentare buona parte del bilancio irrinunciabile delle famiglie, sono quelle che in questo momento mettono a segno i rincari più forti. Così a fare la differenza è proprio quell’aumento monstre del dato tendenziale dell’inflazione di gennaio dovuto ai prodotti energetici che l’Istat calcola pari al 38,6%.

È evidente il potenziale destabilizzante delle cifre, se non si interverrà in modo efficace sul caro-bollette e sui redditi. Tanto più che è ormai quasi scontato che gli effetti dell’inflazione energetica sono in grado di annullare i vantaggi dell’operazione di taglio delle aliquote fiscali contenute nella legge di Bilancio: basta osservare che la riduzione del prelievo medio pro capite prevista è pari 264 euro per quest’anno, cifra destinata a scendere sensibilmente per i redditi più bassi.

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