sabato 10 settembre 2022
Oltre a camerieri, cuochi, pizzaioli - secondo un'indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro - anche operai edili, autotrasportatori, addetti alle pulizie e tecnici specializzati
I camerieri risultano tra i lavoratori introvabili

I camerieri risultano tra i lavoratori introvabili - Archivio

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La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro lancia l'allarme. I posti ci sono, ma non si trova il personale. Lo si è visto questa estate. Guardando i dati in effetti si nota un certo disallineamento tra domanda e offerta. A fronte di un fabbisogno di circa 50mila lavoratori stagionali, il 46% non è reperibile sul mercato, cioè quasi 22mila lavoratori. La tendenza della carenza di profili delinea un orientamento che contraddistinguerà il mercato del lavoro nei prossimi sei mesi e che potrebbe far mancare un milione e 350mila lavoratori entro il 2026, a fronte di una richiesta di 4,3 milioni di posti da occupare, secondo i dati dell’indagine Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono. Ma quali sono le figure più cercate e perché gli italiani si allontanano dall'impiego? La carenza di lavoratori della ristorazione come camerieri, cuochi, pizzaioli e addetti agli stabilimenti balneari rappresenta una fetta importante di un fenomeno diffuso. Solo ad agosto la percentuale è del 32%. Anche tra gli altri profili non legati alla stagione turistica estiva, come operai edili (16mila posti vacanti), autotrasportatori (15mila posizioni libere), addetti alle pulizie (oltre 14mila posti di lavoro liberi) e tecnici specializzati (mancano all’appello quasi 13mila lavoratori), risulta alquanto difficile reperire risorse. Le motivazioni sono complesse da classificare, a causa dei differenti elementi che lo determinano. In primo luogo c’è l’elemento demografico: tra il 2018 e il 2021, la popolazione in età da lavoro (15-64 anni) si è molto ridotta, con una calo di 636mila residenti, di cui 262mila under 35 (-2,1%). Inoltre, è diminuita la componente attiva di chi ha un lavoro e lo cerca (-831mila, che rappresenta una flessione del 3,3%) ed è cresciuto, invece, il numero di quanti non cercano un impiego o sono demoralizzati nel farlo (+194mila, un aumento dell’1,5%). Un dato considerevole, che attesta un allontanamento dal lavoro che ha diversi motivi: il rifiuto di lavori poco remunerati, l’aumento di chi percepisce sussidi pubblici o una semplice metamorfosi delle priorità di vita, che ha portato gli italiano a prediligere il benessere individuale.

Una piattaforma per rendere più trasparente il rapporto ristoratori-personale

Secondo un report della Fipe, negli ultimi due anni nella ristorazione sono 45mila le imprese scomparse e circa 300mila i lavoratori che hanno perduto il proprio impiego. Lavorare in questo comparto è sempre stato considerato da molti un momento di passaggio e che non garantisce una crescita professionale, anche per via della scelta di assumere e lavorare spesso in nero: le attività, pur di sopravvivere, si accontentano di lavoratori poco formati e disponibili nell’immediato e i lavoratori, pur di guadagnare, accettano condizioni lavorative piuttosto precarie. Dal 2020 Restworld, la start up che mira a diventare il punto d’incontro per chi lavora nella ristorazione, nel turismo e nell’ospitalità, vuole cambiare la situazione e aiutare chi lavora in questi ambiti a riqualificare le proprie professioni, garantendo contratti equi e soluzioni ottimali per entrambe le parti al fine di garantire il benessere di tutti gli attori coinvolti in questo settore. La start up si fonda su tre principi chiave come etica, sostenibilità e innovazione e desidera rendere meno complesso l’incontro funzionale tra domanda e offerta di lavoro. Tramite la piattaforma, chi cerca lavoro può trovare il giusto locale nel quale lavorare a contratto e i ristoratori possono selezionare le persone più giuste da aggiungere al loro organico. Grazie a più di 40mila utenti, desidera mettere a disposizione di associazioni, ministeri e Pa la grande mole di dati raccolti, così che possano essere utilizzati per guidare le scelte che verranno prese in futuro riguardo i contratti del settore, migliorando il rapporto tra i due attori coinvolti. L’obiettivo è far riconsiderare il lavoro nella ristorazione non come una parentesi lavorativa, ma come una carriera vera e propria. Ad oggi, i ristoranti che si sono affidati a Restworld e che ne condividono i valori sono circa 640 e i profili di lavoratori supportati sono più di 47mila. Le posizioni lavorative a cui Restworld ha fatto da tramite sono circa 1.500 e le persone che la start up ha aiutato a essere assunte sono più di 500. Oltre a piccoli ristoranti e attività ricettive, Restworld è stata scelta da aziende multinazionali come Burger King, Nima e Lavazza ed entro il 2023 punta ad scalare e portare il proprio servizio in Europa. Il team di Restworld, che nel 2020 contava quattro persone, oggi ha raggiunto quota 20, ma l’obiettivo è arrivare a un team di 50 persone entro la fine del 2023.

Ecco le migliori aziende secondo gli stagisti

Durante l’evento annuale Best stage della testata giornalistica on line Repubblica degli Stagisti, dedicato quest’anno ai cambiamenti normativi che potrebbero presto riguardare sia gli stage curricolari sia gli extracurricolari, sono state anche premiate le aziende che hanno realizzato nel corso del 2021 le migliori pratiche nei confronti dei giovani. «Con l’RdS network – ha ricordato Eleonora Voltolina, fondatrice della Repubblica degli Stagisti – abbiamo creato una punta di diamante: un gruppo di aziende che davvero vuole investire sui giovani e impegnarsi a offrire ottime condizioni di stage e di lavoro. Gli AwaRdS sono un modo per valorizzare non solo quelle realtà che garantiscono ai giovani opportunità speciali, ma anche chi "brilla" per un particolare aspetto della policy sull’ingresso di giovani, sia attraverso stage sia attraverso veri e propri contratti di lavoro. Puntiamo anche a innescare un meccanismo di circolo virtuoso: altri datori di lavoro, vedendo questi esempi, possono sentirsi ispirati e decidere di migliorare le loro condizioni di ingresso destinate ai profili junior». L’AwaRdS 2022 per il miglior rimborso spese è andato a Ferrero, Flex e Cefriel: queste aziende garantiscono ai propri stagisti intorno ai 1.000 euro di indennità mensile più altri benefit. Per la categoria miglior tasso di assunzione post stage, l’AwaRdS è andato a T4V, Bip e Marsh: tutte e tre hanno assunto oltre il 90% degli stagisti accolti nel corso del 2021. L’AwaRdS 2022 per il miglior tasso di assunzione diretta di giovani, che premia il miglior rapporto tra organico aziendale e nuove assunzioni di under 30 senza passare per la fase del tirocinio, ha visto sul podio di nuovo Bip, insieme a EY e Spindox. Due i premi speciali: Edelman ha vinto l’AwaRdS Speciale piccola azienda, per aver costantemente migliorato, nel corso degli anni, le condizioni offerte ai suoi stagisti. Nestlé si è aggiudicata l’AwaRdS Speciale gender equality work-life balance per la policy Baby leave, attraverso la quale ha assicurato ai suoi dipendenti un congedo di paternità retribuito di ben tre mesi. Ad aggiudicarsi il Bollino OK Stage 2022 sono: Arval, Banca PSA, Bene Assicurazioni, BIP, Cefriel, Danone, Edelman, Energy Team, Everel, EY, Nestlé, illimity, Marsh, Mercer, NWG Energia, Prometeia, Sic, Spindox e T4V.

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