giovedì 23 gennaio 2025
Nel 2024 hanno perso la vita quattro lavoratori ogni giorno. Aumentano anche le denunce per infortuni e malattie professionali. Il bando per la prevenzione sale a 600 milioni di euro
Ancora troppi i morti sul lavoro

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Le morti sul lavoro sono una vergogna tutta italiana. Più di quattro lavoratori al giorno nel 2024 hanno perso la vita in un cantiere, una fabbrica o in un campo: 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1.482 a fronte di 1.446 nel 2023. Sono questi i numeri "per difetto" sui decessi dei lavoratori secondo il Centro Studi Cub, che ha elaborato dati Inail e dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia). Una "contabilità agghiacciante" e un "annus horribilis", rimarca il sindacato, sottolineando che "la strage sul lavoro" aumenta con un +3,3% nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti. In particolare, 1.055 persone sono decedute sul posto di lavoro e 427 in itinere cioè o svolgendo un lavoro sulle strade (camionisti o conducenti di mezzi pubblici e privati) o andando o tornando da casa. Dallo scorporo dei dati - osserva il Centro Studi - emergono alcune evidenze: per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d'età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni. Calcolando i morti nelle regioni per soli 11 mesi, cioè da a gennaio a fine novembre 2024 (perché non ci sono ancora tutti i dati disarticolati) la Lombardia risulta, come nel 2023, avere il maggior numero di vittime cioè 121. Seguono: Campania 73, Emilia-Romagna 68, Lazio 67, Sicilia 57, Veneto 49, Piemonte 48, Puglia 44, Toscana 39, Sardegna 24, Trentino-Alto Adige 23, Liguria 19, Calabria 18 Umbria 17, Abruzzo e Basilicata 15, Friuli-Venezia Giulia 14, Marche 12, Valle d'Aosta e Molise 4. «Siamo oltre l'incidente - spiega Walter Montagnoli della segreteria nazionale Cub - per sua natura un avvenimento imprevedibile, a questo punto morire andando a lavorare è un elemento sistematico, intrinseco e inevitabile rispetto alle dinamiche incancrenite del mondo del lavoro in Italia e sono dovute a una volontà di risparmio delle imprese. Un sistema dove il precariato, la pratica del subappalto reiterato e diffuso e l'assoluta carenza di controlli e formazione e soprattutto di pene esemplari per chi sbaglia, hanno trasformato il lavoro in un terreno minato a cui associare inevitabilmente un bollettino di guerra quotidiano. È ora necessario, ineludibile e letteralmente vitale che il governo intervenga con provvedimenti specifici. A nulla infatti sono valsi i tanto sbandierati provvedimenti come la patente a punti per le oltre 400mila imprese che vi hanno aderito. Senza modifiche di legge radicali su precariato, subappalti e sul fronte penale, non si potrà che assistere a un costante incremento di questa macabra e cinica contabilità».

Oltre 543mila denunce nei primi 11 mesi del 2024

Le denunce di infortunio presentate all'Inail nei primi 11 mesi del 2024 sono state 543.039, in aumento dello 0,1% rispetto alle 542.568 dello stesso periodo del 2023, dell'8,1% rispetto a gennaio-novembre 2021 e del 10,3% rispetto a gennaio-novembre 2020, e in diminuzione del 16,7% sul 2022 e dell'8,1% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Tenendo conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall'Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento novembre 2024, e rapportando il numero degli infortuni denunciati a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un'incidenza infortunistica che passa dalle 2.557 denunce di infortunio ogni 100mila occupati Istat del 2019 alle 2.257 del 2024, con un calo dell'11,7%. Rispetto al 2023 la riduzione è dell'1,3% (da 2.286 a 2.257). A livello nazionale i dati rilevati a novembre di ciascun anno evidenziano una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 455.140 del 2023 ai 452.413 del 2024 (-0,6%). Nell'intervallo gennaio-novembre 2024 si registra, rispetto all'analogo periodo 2023, un aumento del 3,7% delle denunce di infortunio in itinere (da 87.428 a 90.626). L'incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni è passata dal 16,1% del 2023 al 16,7% del 2024.

Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per gli incrementi le costruzioni (34.414 casi, +0,5% sul 2023), il trasporto e magazzinaggio (31.958 casi, +0,7%), il commercio (30.385, +1,8%), il noleggio e servizi di supporto alle imprese (19.935, +3,2%) e le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (19.500 casi, +0,5%) e per i decrementi il comparto manifatturiero (65.777, -6,2%), la sanità e assistenza sociale (33.660, -12%) e la fabbricazione di prodotti in metallo (14.444 casi, -7%).

L'analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+1,5%), seguite da Centro (+0,7%) e Nord-Est (+0,03%), e un calo nel Nord-Ovest (-0,2%) e al Sud (-0,7%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+14,1%) e Bolzano (+3,1%), l'Umbria (+3,2%), la Calabria (+2,5%) e la Sicilia (+2,0%), mentre quelle con i decrementi maggiori sono la Basilicata (-6,6%), l'Abruzzo (-3,6%), le Marche e il Molise (-1,9% entrambe) e l'Emilia Romagna (-1,8%).

L'aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto dei primi 11 mesi del 2023 e del 2024 è legato esclusivamente alla componente femminile, che registra un +1,0% (da 191.686 a 193.606 casi denunciati), mentre quella maschile presenta un calo (da 350.882 a 349.433, -0,4%). L'incremento ha interessato solo i lavoratori extracomunitari (+4,8%), in diminuzione il dato degli italiani (-0,7%) e dei comunitari (-4,5%). L'analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+18,1%), soprattutto per l'incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell'estensione assicurativa Inail disposta dal decreto legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 20-29 anni (+1,1%) e in quella 60-74 anni (+5,2%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-19enni (-2,0%), tra i 30-59enni (-3,2%) e tra gli over 74 (-1,7%).

Le denunce di malattia professionale protocollate dall'Inail nei primi 11 mesi del 2024 sono state 81.671, 14.577 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+21,7%). L'aumento è del 46,5% rispetto al 2022, del 60,8% sul 2021, del 99,6% sul 2020 e del 44,4% sul 2019. I dati rilevati a novembre di ciascun anno mostrano incrementi delle patologie denunciate nelle gestioni Industria e servizi (+21,7%, da 55.784 a 67.882 casi), Agricoltura (+22,6%, da 10.687 a 13.098) e conto Stato (+10,9%, da 623 a 691). L'aumento interessa il Sud (+28,7%), le Isole (+28,6%), il Centro (+19,8%), il Nord-Ovest (+18,3%) e il Nord-Est (+14,4%). In ottica di genere si rilevano 10.965 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 49.391 a 60.356 (+22,2%), e 3.612 in più per le lavoratrici, da 17.703 a 21.315 (+20,4%). L'aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 61.612 a 74.674 (+21,2%), sia quelle dei comunitari, da 1.702 a 2.166 (+27,3%), e degli extracomunitari, da 3.780 a 4.831 (+27,8%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell'orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 11 mesi del 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Prevenzione, un bando da 600 milioni di euro

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del bando Isi 2024, l'Inail rafforza ulteriormente il proprio sostegno alle aziende che scelgono di investire in prevenzione. Sono 600 i milioni di euro messi a disposizione per contribuire alla realizzazione di progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, incentivi che rappresentano l'importo più alto stanziato nelle 15 edizioni dell'iniziativa. Attraverso il bando, dal 2010, sono stati complessivamente destinati al sistema produttivo italiano più di quattro miliardi di euro di incentivi a fondo perduto. Con il bando 2024 sono state introdotte numerose novità finalizzate al miglioramento dell'efficacia degli interventi realizzati e alla semplificazione della procedura di accesso al contributo. Il nuovo avviso punta, infatti, a incrementare ancora di più la partecipazione delle micro e piccole imprese, per le quali è ora prevista la possibilità di anticipare il 70% delle somme concesse, e di quelle operanti in settori ad alto rischio. Tra le priorità anche il sostegno agli interventi di innovazione tecnologica, con un'attenzione particolare all'ammodernamento dei macchinari, e la promozione dell'adozione di Mog-Modelli organizzativi e Sgsl-Sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro da parte delle aziende.

I 600 milioni di euro della nuova edizione, quasi 100 in più rispetto ai 508 stanziati nel 2023, sono ripartiti in cinque assi di finanziamento, differenziati in base ai destinatari e alla tipologia dei progetti che saranno realizzati. Al primo asse sono destinati 105 milioni di euro, suddivisi in 93 milioni per la prevenzione del rischio chimico e di quelli legati al rumore, alle vibrazioni, alla movimentazione manuale di persone e carichi e all'emergenza nel settore della pesca (asse 1.1) e in 12 milioni, sette in più rispetto al bando precedente, per l'adozione di Mog e Sgsl (asse 1.2). Una delle novità del nuovo bando è l'introduzione di un punteggio premiante per le imprese partecipanti che hanno già adottato un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro certificato per la norma Uni En Iso 45001:2023. Il secondo asse di finanziamento, al quale sono destinati 165 milioni di euro, 25 in più rispetto all'edizione 2023, è dedicato alla prevenzione dei rischi infortunistici, come quelli derivanti dalle cadute dall'alto, dalle lavorazioni in spazi confinati e/o sospetti di inquinamento e dall'utilizzo di macchine obsolete. Il terzo asse continua a riguardare i progetti di rimozione di coperture e controsoffitti in materiali contenenti amianto, con un cospicuo incremento dei fondi a disposizione rispetto al bando precedente, passati da 100 milioni a 150 milioni di euro. Tra le spese ammissibili rientrano anche quelle relative all'installazione di pannelli fotovoltaici integrati nelle nuove coperture, per contribuire alla riduzione della dipendenza da fonti fossili e contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Aumenta di dieci milioni, da 80 milioni a 90 milioni di euro, lo stanziamento destinato al quarto asse, riservato alle micro e piccole imprese che operano in settori tipici del made in Italy, dalla produzione di olio di oliva e derivati del latte alla confezione di articoli di abbigliamento, con la novità dell'inclusione di tutte quelle operanti nel settore della lavorazione del legno e dell'introduzione di una tipologia di intervento per la riduzione del rischio da polveri di legno. I 90 milioni di euro del quinto asse dedicato alle micro e piccole imprese dell'agricoltura primaria, per contribuire all'acquisto o al noleggio con patto di acquisto di trattori e macchinari agricoli o forestali moderni, sicuri e meno inquinanti, sono suddivisi in 70 milioni per la generalità delle imprese agricole (asse 5.1) e in 20 milioni per i giovani agricoltori (under 40) organizzati anche in forma societaria (asse 5.2). Per la concessione degli aiuti previsti in ambito agricolo nei primi tre assi di finanziamento, inoltre, il bando recepisce le modifiche apportate ai massimali de minimis in sede comunitaria, in vigore dal 16 dicembre 2024 per contributi fino a 50mila euro.

Destinatarie dei finanziamenti sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura e, limitatamente ai progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di persone dell'asse 1.1, gli enti del terzo settore. L'importo massimo erogabile è pari a 130mila euro e può coprire fino al 65% delle spese sostenute per ciascun intervento, percentuale che sale all'80% per i progetti di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale dell'asse 1.2 e per quelli presentati dai giovani agricoltori nell'ambito dell'asse 5.2.

La presentazione delle domande avverrà, come per le edizioni precedenti, in modalità telematica, attraverso una procedura articolata in diverse fasi le cui date saranno pubblicate entro il prossimo 26 febbraio nella sezione del sito Inail dedicata al bando Isi 2024. I fondi, ripartiti per regione e provincia autonoma, saranno assegnati fino a esaurimento secondo l'ordine cronologico di arrivo delle domande. Fanno eccezione i progetti che rientrano in uno specifico elenco regionale di un determinato asse il cui stanziamento sia sufficiente a soddisfare tutte le richieste, che saranno ammessi direttamente alla fase di caricamento della documentazione. Per informazioni e assistenza è possibile fare riferimento al numero telefonico 06.6001 del Contact center Inail e rivolgersi al servizio Inail Risponde, nella sezione Supporto del portale dell'Istituto. Saranno inoltre messi a disposizione video tutorial interattivi che descrivono le modalità di utilizzo della procedura e un assistente virtuale che risponde alle domande di chiarimento sul funzionamento del bando e delle procedure.

La sicurezza si impara a scuola

Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il ministero dell’Istruzione e del Merito e l’Inail hanno presentato alle scuole la seconda edizione del concorso nazionale “Salute e sicurezza… insieme! - La prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro si imparano a scuola e svelato i premi messi a disposizione per i primi classificati. Gli istituti da cui, secondo la commissione, perverranno i tre migliori elaborati riceveranno un contributo economico rispettivamente di 3mila, 2mila e mille euro da investire in attività e servizi funzionali alla promozione della cultura della sicurezza. Nell’evento organizzato presso l’Itis G. Galilei di Roma e diffuso in streaming sui canali Youtube dei due dicasteri, i ministri Calderone e Valditara, insieme al presidente Inail D’Ascenzo, hanno dialogato con gli studenti in platea e con gli istituti che hanno vinto la prima edizione del contest, collegati da Ascoli Piceno, Montesilvano, Castelfiorentino. Un’occasione di sensibilizzazione e scambio che ribadisce l’impegno comune nel promuovere la cultura della sicurezza e valorizzare la collaborazione tra istituzioni e cittadini, qualsiasi sia la loro età. “La sicurezza non è un gioco ma possiamo impararla giocando” il claim che ha accompagnato uno dei momenti di interazione proposti da Skuola.net: attraverso la “ruota della sicurezza” i ragazzi e le ragazze presenti si sono cimentati in una challenge per mettere a fuoco quali siano i comportamenti corretti.

Nelle aziende cresce l'attenzione alla sicurezza

Secondo le rilevazioni effettuate dai consulenti del lavoro, nell’ultimo anno le imprese si sono mostrate più attente al tema. Ad affermarlo è il 55,4% di un campione significativo di iscritti all’Ordine. Il dato emerge da un sondaggio interno alla categoria sull’evoluzione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra i fattori che hanno contribuito a una maggiore considerazione del ruolo che la sicurezza ricopre in azienda, i professionisti indicano, a pari merito, l’approvazione di nuove norme in materia e la crescita mediatica sul tema (47,3% e 47%). A seguire l’incremento dei controlli (44,6%), mentre il 23,8% dichiara che a incidere positivamente sia stato il cambio di approccio culturale. La formazione del personale svetta al primo posto tra gli ambiti su cui i Consulenti registrano un miglioramento (il 54,9% del campione intervistato afferma che nell’ultimo anno c’è stata una maggiore attenzione su questo aspetto). Seguono, ma distanziati, gli adempimenti legati alla sicurezza su cui il 46,7% evidenzia una maggiore accuratezza. Un dato che si ricollega anche agli effetti delle nuove norme che hanno spinto i datori di lavoro a verificare la regolarità della documentazione in materia in loro possesso. Ma per incrementare ulteriormente la sicurezza nei luoghi di lavoro, la maggioranza degli intervistati (65%) considera prioritario rafforzare la dimensione culturale e, dunque, la promozione di attività di orientamento e formazione sul tema da avviare fin dai percorsi scolastici, al fine di rendere più consapevoli e responsabili i futuri lavoratori. Non meno importanti gli investimenti, anello ancora debole del sistema. Quasi un consulente su due (49,5%) sostiene che dovrebbe essere migliorata l’accessibilità delle imprese, in particolare delle pmi, ai finanziamenti esistenti. Ed è proprio nel solco della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro che si inserisce il protocollo d’intesa siglato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e l’Inail. Con la firma del protocollo triennale, i due enti si impegnano ad avviare una collaborazione strutturata e permanente finalizzata, tra gli altri aspetti, allo sviluppo di iniziative informative e formative in materia per promuovere nelle pmi la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma anche a sviluppare iniziative mirate al reinserimento e all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità

La consapevolezza dei lavoratori nella chimica

Per offrire un quadro approfondito sulla consapevolezza dei rischi nei luoghi di lavoro, soprattutto nell’ambito di impiego di sostanze chimiche potenzialmente pericolose, Landoil Technology, specializzata nella produzione e distribuzione di oli lubrorefrigeranti e lubrificanti per macchine industriali, ha condotto un'indagine insieme con Brain on Strategy nel mese di novembre. Lo studio ha coinvolto oltre 1.000 lavoratori, tra personale operativo e dirigenziale, rivelando un livello di consapevolezza sufficiente sui rischi legati all’utilizzo di sostanze chimiche, che richiede un’attenzione e investimenti maggiori da parte delle aziende per raggiungere livelli di sicurezza eccellenti. Infatti, solo il 24,6% dei lavoratori si dichiara "molto" informato sui rischi legati alle sostanze chimiche, mentre la maggioranza (48,6%) si considera "abbastanza" informata, suggerendo significativi margini di miglioramento nella formazione in tema di sicurezza negli ambienti di lavoro.


Se i ruoli direttivi hanno una consapevolezza superiore rispetto ad altri ruoli, superiore del 34% rispetto alla media nazionale, è importante garantire che l’attenzione alla sicurezza da parte dei ruoli direttivi si traduca in azioni percepite positivamente da tutti i livelli aziendali. Esiste infatti un gap informativo significativo a livello degli operatori dove la percezione di informazione sui rischi chimici è inferiore del 18% alla media nazionale. Ma quando esiste un potenziale rischio per la salute, il 50% tra gli operai si sente ascoltato dalla propria azienda, con un dato superiore di circa il 10% rispetto alla media nazionale che si attesta sul 37%.
Esistono performance differenziate anche a livello settoriale dove quello chimico si conferma uno dei più virtuosi in termini di consapevolezza e informazione sui rischi, con un risultato superiore del 18% alla media nazionale. Segue il settore metalmeccanico dove la percezione di informazione sui rischi chimici si attesta al di sopra del 15% rispetto alla media nazionale, segnalando un’attenzione significativa al tema.

Significative le disparità a livello territoriale: i risultati più incoraggianti arrivano dal Centro Italia, assieme alla Sardegna, con livelli di informazione sui rischi chimici superiori del 15% rispetto alla media nazionale; segue il Nord Ovest con performance superiori alla media del 10% nella consapevolezza dei rischi, rispetto al Nord-Est dove la percezione di sicurezza sul lavoro si attesta al 12% sotto la media nazionale, suggerendo che gli investimenti percepiti in sicurezza sono inferiori. Resta grave la situazione in Sud Italia, dove la consapevolezza sui rischi è ancora la più bassa a livello nazionale, con un risultato che si attesta al 20% sotto la media nazionale.

I dati rivelano un divario significativo tra le aspettative dei lavoratori e la percezione degli investimenti aziendali in sicurezza. Solo il 20,3% dei partecipanti giudica gli investimenti "molto" adeguati, mentre il 36,5% li considera "abbastanza" sufficienti, con solo il 21,5% dei lavoratori che riceve aggiornamenti regolari sui protocolli di sicurezza.

L’indagine dedica attenzione particolare al mondo degli oli lubrorefrigeranti e lubrificanti industriali, fondamentali nei processi di lavorazione meccanica, ma che richiedono una gestione attenta e consapevole per prevenire rischi significativi per la salute dei lavoratori, dall'irritazione cutanea fino a potenziali patologie respiratorie. Dall’indagine, emerge che: solo il 10,3% dei lavoratori si dichiara "completamente" informato sui rischi specifici, mentre la maggioranza mostra una conoscenza superficiale delle corrette procedure di manipolazione e dei potenziali pericoli; i lavoratori lamentano che solamente quasi il 22% delle aziende effettua verifiche regolari sullo stato delle emulsioni lubrorefrigeranti, un dato che sale al 30% nel settore metalmeccanico; si distingue positivamente invece il settore manifatturiero dove la percezione di controlli regolari sui lubrorefrigeranti è superiore del 12% rispetto alla media nazionale e il 45% dei lavoratori che considera costanti le verifiche; per quanto riguarda il supporto tecnico, sebbene il 40,8% dei lavoratori riconosca un'assistenza regolare da parte dei fornitori, emerge la necessità di un approccio più strutturato e costante. Nel settore chimico, il 40% dei lavoratori dichiara di ricevere formazione occasionalmente, un dato inferiore del 10% rispetto alla media nazionale; tuttavia, gli aggiornamenti sui protocolli di sicurezza sono frequenti, con un +8% sopra la media nazionale.

E nell'ascensoristica

Operazioni come l'installazione, la manutenzione e la riparazione di ascensori e scale mobili sono attività che, se non eseguite correttamente e nel rispetto di regole e procedure, espongono il professionista a rischi concreti. Inoltre, quello del tecnico ascensorista è un lavoro svolto nella maggior parte dei casi in solitudine: condividere con i colleghi informazioni sui rischi, analizzare casi di mancati incidenti per comprenderne le cause e attuare misure preventive per evitarne il ripetersi è di fondamentale importanza per eliminare i pericoli e creare un ambiente di lavoro più sicuro per tutti. Anche quest’anno, Schindler Italia ha voluto affiancare alle più consuete attività di formazione in ambito sicurezza e prevenzione il coinvolgimento di tutta l’organizzazione – dipendenti e partner – nei Safety Days, una serie di eventi sul territorio che hanno visto la partecipazione attiva di due membri del top management aziendale – Matteo Napoli, ad e direttore generale, e Salvatore Caputo, direttore tecnico – e grazie al contributo di Bosch Tech di un testimonial d’eccezione come Marco Confortola, alpinista di fama internazionale, tecnico di elisoccorso e formatore. In un dialogo avvincente ed emozionante, arricchito di testimonianze dirette di colleghi Schindler e racconti dell’ospite legati all’alpinismo e all’elisoccorso, sono stati toccati aspetti cruciali della sicurezza sul lavoro: non solo la necessità di un rigoroso rispetto delle procedure e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ma anche la leadership individuale, la capacità di valutare correttamente le situazioni di rischio, il coraggio di fermarsi di fronte a situazioni non sicure e l’importanza della condivisione delle esperienze. Il format dell’evento intitolato “Mai Più Per Una Volta…” è stato inaugurato nel 2022 con la collaborazione del giornalista e storyteller Luca Pagliari. È giunto alla terza edizione nel 2024 con un titolo emblematico “Perché è sempre il tempo della Sicurezza”, a significare che è sempre il tempo di riflettere, analizzare, modificare i propri comportamenti e agire in sicurezza. I Safety Days 2024 hanno toccato nove città italiane – Torino, Firenze, Milano, Bologna, Verona, Roma, Chieti, Napoli e Catania – in poco meno di un mese e mezzo tra ottobre e novembre, coinvolgendo circa 2mila persone.












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