
Federico Biazzo, Innovation & training Manager di Orienta - Archivio
«Vi sono nel nostro Paese tanti potenziali bacini in cui può svilupparsi una nuova imprenditorialità - dai giovani alle donne agli immigrati, che sempre più spesso tendono a mettersi in proprio e replicano lo spirito che avevano i nostri padri e nonni nella seconda metà del Novecento». È quanto afferma l'economista e sociologo Mauro Magatti. In particolare il 48% dei giovani italiani, secondo l'indagine Eurobarometro 2022, esprime una preferenza per l'autonomia lavorativa rispetto al lavoro dipendente, un dato superiore a quello dei coetanei francesi (33%) e tedeschi (38%). Il problema è che i giovani hanno la percezione di avere a che fare con un ambiente «tendenzialmente ostile» e «quando si analizza la percentuale di persone della stessa fascia di età che vedono buone opportunità di avviare un'attività ma non procedono per paura del fallimento, l'Italia si colloca ai vertici del ranking». «Abbiamo individuato e analizzato - dice Magatti - le principali barriere all'imprenditorialità, che smorzano ogni entusiasmo: burocrazia, credito negato, modesta formazione, welfare insufficiente. In un Paese che cresce poco, tutto questo è intollerabile».
Inoltre amministrazioni nazionali e locali continuano ad alzare barriere nei confronti delle persone migranti, imponendo requisiti discriminatori nelle leggi e nei regolamenti per l'accesso a beni essenziali, servizi e sussidi, nonostante numerose sentenze di tribunali e organismi internazionali abbiano dichiarato illegittimi questi ostacoli: pratiche discriminatorie, come il requisito di una lunga residenza ininterrotta, che impedisce a molti l'accesso alle case popolari (pur se respinto dalla Corte Costituzionale). È quanto denuncia il Centro Astalli nel suo Rapporto annuale 2025 sulle condizioni dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia. A questa inaccettabile esclusione si aggiungono i ritardi cronici della pubblica amministrazione nella gestione di pratiche di soggiorno, di richiesta di asilo e di tutti quei documenti che gli immigrati faticano a ottenere a causa di una lenta macchina amministrativa, soprattutto nelle grandi città, pur avendone diritto. Questi intollerabili disservizi, sottolinea il report, che paralizzano l'esercizio dei diritti fondamentali, danneggiano la vita dei migranti: compromettono la regolarità del soggiorno, l'accesso all'assistenza sanitaria e al lavoro e la fruizione di servizi come, per esempio, quelli bancari, criticità quest'ultima che ha visto un numero crescente di persone rivolgersi allo Sportello di orientamento sociale per l'apertura di conti correnti.
«Trovare manodopera qualificata è sempre più difficile ed è un’emergenza che rischia di frenare la crescita economica di importanti settori del commercio. Tra le cause ci sono il calo demografico e la mancanza di profili adeguati. Occorre, con urgenza, sostenere le imprese che investono in nuova formazione, anche di immigrati, e rendono più competitivo il nostro Paese»: così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
Nel 2025, i settori del commercio, della ristorazione e dell’alloggio non riusciranno a trovare 258mila lavoratori. Un dato in crescita rispetto al 2024 (+4%) che rappresenta una vera e propria emergenza perché rischia di frenare la crescita economica dei settori considerati e del prodotto lordo dell’intero sistema economico italiano. Tra le figure professionali più difficili da reperire nel commercio ci sono i commessi professionali (settore moda-abbigliamento) e figure specializzate, come macellai, gastronomi, addetti al pesce, ecc. nel dettaglio alimentare; nella ristorazione, camerieri di sala, barman, cuochi/pizzaioli, gelatai; nelle strutture ricettive, cuochi, camerieri e gli addetti alla pulizia e al riassetto delle camere. Tenendo conto delle già insoddisfacenti prospettive di crescita e delle diffuse incertezze e fragilità che contraddistinguono lo scenario internazionale, da ultimo la minaccia dei dazi americani, il problema di trovare lavoratori qualificati è un lusso che il nostro Paese non si può proprio permettere. È quanto si legge in una nota di Confcommercio sulle potenziali carenze di lavoratori dipendenti nel 2025 in alcuni settori del terziario di mercato.
Tra le cause di questo deficit – prosegue la nota - si annoverano anche ragioni strutturali come il calo demografico nelle fasce più giovani della popolazione (-4,8 mln tra il 1982 e il 2024 nella fascia di età 15-39 anni), ma anche una progressiva rarefazione di lavoratori con profili adeguati in termini di conoscenze, abilità e competenze, i cambiamenti nelle preferenze occupazionali da parte dei potenziali lavoratori e la ridotta disponibilità alla mobilità territoriale. Per favorire l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro è necessario rafforzare le politiche attive, con interventi strutturali e trasversali che puntino all’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali. Le imprese devono, dunque, essere supportate nella formazione per poter contare su una forza lavoro qualificata e in possesso delle competenze non solo tecniche e specialistiche, ma anche di carattere trasversale, fondamentali per governare il cambiamento. A tal fine è strategico anche il rafforzamento del legame fra formazione-istruzione e tessuto produttivo per far emergere i fabbisogni delle imprese, orientare i giovani accrescendo le loro motivazioni e offrire opportunità di percorsi di stage, tirocini e apprendistato che coniugano formazione e lavoro, favorendo l’occupabilità.
Le proposte di Mcl per la dignità di tutti i lavoratori
Riflessione di Mcl-Movimento Cristiano Lavoratori e Als-Associazione Lavoratori Stranieri attorno al diritto del lavoro e ai corridoi lavorativi, temi di straordinaria importanza e attualità. In particolar modo, il fenomeno dell’immigrazione rappresenta l’occasione per riflettere sulle contraddizioni e le criticità dei sistemi produttivi e del lavoro nel nostro Paese, anche alla luce delle numerose e profonde trasformazioni in atto, e per cogliere l’importanza delle sfide da affrontare.
«I temi delle migrazioni economiche e dei processi di incontro tra domanda e offerta di lavoro immigrato vanno analizzati con la consapevolezza della loro stretta interconnessione con altre questioni correlate, quali la demografia, la qualità dell’occupazione, la formazione e le competenze, la competitività delle imprese e la sostenibilità economica e sociale. in Movimento Cristiano Lavoratori stiamo elaborando alcune soluzioni che possono avere un impatto concreto», commenta Alfonso Luzzi, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori.
«Crediamo che la necessità di adottare strumenti statistici per analizzare i fabbisogni lavorativi in modo più accurato, distinguendo le esigenze per settore e per territorio, possa costituire un punto di partenza. Ma non solo: il rafforzamento degli strumenti di regolamentazione, come liste di lavoratori nei Paesi di origine basate su competenze e qualifiche specifiche, il rilascio di permessi di soggiorno temporanei per ricerca di lavoro o per radicamento sociale e, infine, la necessità di semplificazione delle procedure con una completa digitalizzazione dei processi e l’eliminazione delle attuali modalità del click day, può avere un impatto reale su tematiche di primaria importanza. Senza dimenticare la possibilità di valorizzare quegli strumenti che sono già esistenti, come per esempio la carta Blu Ue», continua Luzzi.
«L’Italia potrebbe trarre ispirazione da queste esperienze per migliorare le proprie politiche migratorie, mediante l’adeguamento delle quote di ingresso ai fabbisogni reali, la semplificazione delle procedure, ad esempio, con tempi più rapidi per il rilascio del nulla osta al lavoro, favorendo percorsi di formazione e integrazione che rendano più efficace il collegamento tra domanda e offerta di lavoro. La formazione, per esempio, facilita l’inserimento lavorativo e permette di avvicinare le competenze dei lavoratori alle esigenze specifiche dei datori di lavoro. Crediamo che allo stesso tempo sia essenziale un controllo più rigoroso sul lavoro sommerso, specialmente in settori critici come l’agricoltura e il lavoro domestico, dove troppo spesso si verificano fenomeni di sfruttamento. L’immigrazione regolare è una risorsa e come tale va valorizzata, accompagnandola con politiche che promuovano la coesione sociale e il rispetto dei diritti. Occorre garantire percorsi di integrazione che includano il supporto sociale e sanitario affinché i migranti possano partecipare al nostro sistema economico e sociale e costruire un sistema che risponda alle reali esigenze del mercato, tuteli la dignità dei lavoratori e contribuisca al progresso del nostro Paese in modo sostenibile», sostiene il presidente di Mcl.
Le iniziative di Randstad, Fondazione Adecco e Orienta
Sono in arrivo i primi 25 addetti alla ristorazione provenienti dall’Egitto, che a partire da maggio saranno impiegati presso i punti ristoro del Gruppo Lagardère Travel Retail Italia presenti nell’Aeroporto di Venezia Marco Polo. Si tratta di profili selezionati tra i più competenti e motivati che, dopo aver seguito un corso di formazione professionale di lingua e cultura italiana in una scuola del Cairo, saranno assunti con regolare contratto. Questi sono tra i primi lavoratori protagonisti del progetto Crossboarding di Randstad, che prevede l’inserimento in Italia di profili tecnici laureati o diplomati con esperienza provenienti dall’estero e motivati al trasferimento, per ricoprire professioni fortemente ricercate ma difficili da reperire in vari settori, come edilizia, metalmeccanica, Horeca e sanità. I 25 addetti alla ristorazione egiziani seguono 11 Oss-Operatori socio sanitari dal Perù e i 164 infermieri arrivati da sette Paesi differenti. Randstad ha inoltre già sottoscritto contratti per oltre 40 elettricisti in arrivo dall’Egitto e dal Kenya, ha avviato progetti dedicati a saldatori provenienti dal Ghana, autisti provenienti dall'Albania e ulteriori 60 Operatori Socio Sanitari provenienti dal Perù. Complessivamente, nell’ambito del progetto Crossboarding, nel corso del 2025 è previsto l’inserimento di circa 200 profili nell’ambito sanitario (principalmente infermieri e Oss) e di altri 200 nei settori dell’edilizia, metalmeccanica e Horeca, tra carpentieri, addetti alle macchine movimento terra, elettricisti, giuntisti di fibra ottica, gruisti, manovali edili, operatori Cnc (come tornitori e fresatori), montatori meccanici, addetti alla ristorazione. Randstad, infatti, ha avviato partnership internazionali con Università e Centri di formazione di eccellenza all’estero per la formazione su lingua-cultura italiana e sull'educazione civica dei lavoratori, selezionati sulla base delle esigenze professionali specifiche. Si occupa del reclutamento e cura il processo di selezione di una shortlist di talenti da sottoporre a colloquio con le aziende. Nei diversi Paesi di origine, poi, cura i progetti di formazione professionale e civico-linguistica con i centri accreditati, fino al rilascio delle relative attestazioni. Si occupa della gestione delle pratiche per il trasferimento (nulla osta, visto, supporto nella ricerca di alloggi), del supporto al viaggio, fino alla presa in carico all’arrivo dei lavoratori, con l’accoglienza, la chiusura delle procedure per il permesso di soggiorno e l’assunzione, supportando passo dopo passo aziende e lavoratori per assicurare un’integrazione ottimale. Sono già nove i progetti di formazione di lingua italiana, cultura ed educazione civica sviluppati all’estero per profili del settore metalmeccanico, edile e socio-sanitario, ma diversi altri sono in partenza nei prossimi mesi. I Paesi individuati sono Kenya, Marocco, Egitto, Etiopia, Ghana, Paraguay, Colombia, Perù, Ecuador, Brasile, Repubblica Dominicana, Albania, India.
Fondazione Adecco rinnova per il 2025 la collaborazione con Acnur, l'Agenzia Onu per i rifugiati, implementando il Wec Project – Welcome Empowering Connections: bridges to refugee’s job inclusion supportato da Acnur con l’obiettivo di aumentare il livello di occupabilità delle persone rifugiate e richiedenti asilo. In questo senso, l’iniziativa promossa dalle due realtà su scala nazionale, punta a rafforzare il sistema multilivello e multistakeholder messo a sistema negli ultimi sette anni di collaborazione. Al fine di rendere i percorsi di inclusione lavorativa di persone titolari di protezione internazionale più efficaci e sostenibili, Wec Project intende potenziare e rendere più dinamici l’utilizzo e l’efficacia della piattaforma digitale Welcome in One Click come luogo digitale condiviso di inclusione, in cui aziende, enti di formazione e organizzazioni del Terzo settore possano realizzare processi e percorsi virtuosi finalizzati alla crescita professionale delle persone rifugiate aumentando l’accesso alle opportunità anche a coloro che non sono supportati da reti formali e istituzionali. Attraverso un’intensa attività di coinvolgimento, Wec Project intende anche continuare ad incrementare le corporate partnership: interconnessioni virtuose tra aziende e realtà della società civile capaci di dare vita a un vero e proprio welfare generativo di prossimità.
Negli ultimi quattro anni Orienta ha inserito nel mercato del lavoro circa 1.700 tra rifugiati politici e richiedenti asilo. Nello specifico sono stati collocati 395 persone nel 2021, 372 nel 2022, 383 nel 2023 e 519 nel 2024. Con il decreto Flussi regolari agiti tramite i click day nel 2023 l'Agenzia per il lavoro ha inserito 240 lavoratori filippini. Nell’ambito del decreto Cutro “extra flussi”, invece, Orienta ha collocato circa 200 lavoratori provenienti da Filippine ed Egitto inseriti tra giugno 2024 e marzo 2025, su un totale di 1.240 inserimenti a oggi approvati dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da finalizzare tra il 2025 e 2026. Orienta, inoltre, sta allargando l’attività di mobilizzazione internazionale sempre nell’ambito del decreto extra-flussi, coinvolgendo altri paesi esteri. Nel biennio 2022-2023 l’Agenzia per il lavoro ha favorito l’inclusione lavorativa di numerosi profughi ucraini in quanto rifugiati provenienti da zone di guerra. Ha inoltre partecipato al progetto Community Matching: trova il tuo Buddy! promosso da Acnur e finalizzato a mettere in contatto rifugiati e rifugiate con volontari e volontarie (in questo caso dipendenti Orienta) che possano affiancarli nel loro percorso di integrazione in Italia. In media ogni anno vengono collocati circa 450 rifugiati. La legge. 50 del 2023 (decreto "Cutro extra flussi”), infatti, ha introdotto una serie di effetti benefici sul mercato del lavoro, soprattutto in quei settori che richiedono manodopera specializzata non facilmente reperibile a livello nazionale. La norma consente, attraverso l'ingresso di lavoratori stranieri che non rientrano nel normale decreto Flussi, di sostenere i settori in espansione ed evitando così rallentamenti e diseconomie dovuti alla mancanza di personale. In questo ambito normativo sino ad oggi Orienta è stata tra le Agenzie per il Lavoro più attive, favorendo la mobilizzazione di lavoratori specializzati provenienti dalle Filippine e dall’Egitto. Tra il 2025 e il 2026 Orienta dovrà collocare 1240 lavoratori stranieri, di cui oltre 200 già collocati tra filippini e egiziani.
«Orienta, in quanto società benefit, ha una spiccata mission sociale e opera da anni a favore delle categorie svantaggiate, delle quali gli immigrati nella loro accezione più ampia fanno parte, collocando migliaia di persone provenienti da Paesi europei ed extra-europei, con preponderanza di questi ultimi – conclude Federico Biazzo, Innovation & training Manager di Orienta -. Dal 2019 ogni anno Orienta consegue il prestigioso riconoscimento Welcome Working for refugee integration, concesso da Acnur alle aziende che si sono distinte per aver favorito l’occupazione dei rifugiati politici e richiedenti asilo».