lunedì 18 dicembre 2023
La proposta valuta Vodafone Italia 10,45 miliardi di euro, ma ques'ultima prende tempo: "Parliamo con più soggetti". In Italia per gli esperti il mercato è ancora frammentato: ricavi in frenata
Iliad propone la fusione a Vodafone: parte il risiko delle tlc?

Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Le analisi degli esperti lo sostengono da tempo: il mercato italiano delle telecomunicazioni è "tra i più frammentati e competitivi” d’Europa e “avrebbe bisogno di consolidarsi”. Perché le tlc crescono a livello globale, ma non in Italia, dove gli operatori sono forse troppi per il mercato: a fine 2022 nel nostro Paese operavano cinque player infrastrutturati (Tim, Vodafone, Fastweb, Windtre e Iliad) e 20 operatori virtuali (Mvno) nel comparto mobile, mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l'aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia, Virgin Fibra e, da ultimo, Enel Fibra. È dunque un passo nella direzione di un mercato meno frammentato la proposta di fusione delle attività presentata ora dal gruppo francese Iliad alla britannica Vodafone per le attività in Italia, tramite la costituzione di una nuova società. L’obiettivo, spiega la stessa Iliad, è di sviluppare un'offerta di mercato attrattiva, fondata sull'innovazione, la crescita ed una “customer experience senza pari”. Si punta, com’è normale che sia, ad attrarre quanti più clienti possibile e ad aumentare i margini, magari sfruttando il momento complesso di altri operatori, come Tim ancora alle prese con la vendita di Netco, la società della rete a Kkr, e la causa annunciata da Vivendi. La risposta di Vodafone, però, per ora è interlocutoria. Il gruppo, che in passato aveva già dichiarato di essere "favorevole al consolidamento nel mercato nei paesi in cui non sta ottenendo adeguati ritorni sul capitale investito", ora conferma che "sta esplorando opzioni con diverse parti per raggiungere questo obiettivo in Italia, anche attraverso una fusione o una cessione". Tra le opzioni, anche quella che porta a Swisscom.

​Un mercato frammentato

La proposta di Iliad – che ha oltre 10,5 milioni di utenti attivi mobile in Italia e ha chiuso i primi nove mesi con un fatturato di 764 milioni di euro, +12,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno - valuta Vodafone Italia 10,45 miliardi di euro. Vodafone otterrebbe il 50% del capitale sociale di NewCo, insieme a un pagamento in contanti pari a 6,5 miliardi di euro e a un finanziamento soci per 2 miliardi di euro finalizzato a garantire un allineamento a lungo termine. L'equity value della partecipazione di Vodafone in NewCo al closing è valutato 1,95 miliardi di euro. Secondo la società, la NewCo "diventerebbe il protagonista sul mercato italiano delle telecomunicazioni”. “Riteniamo che i profili e le competenze complementari di iliad e Vodafone in Italia ci permetterebbero di costruire un operatore forte con la capacità e la solidità finanziaria necessarie per investire nel lungo termine – spiega Thomas Reynaud, ceo del Gruppo iliad -. La NewCo sarebbe pienamente impegnata nell'accelerazione della transizione digitale del Paese e in particolare nell'adozione della fibra ottica e nello sviluppo del 5G, con oltre 4 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi 5 anni". La proposta di Iliad, entrata solo sei anni fa nel mercato italiano, ha fatto crescere di oltre il 5% le azioni di Vodafone ieri mattina ed è giunta mentre il gruppo britannico, secondo alcune fonti, sta esplorando le opzioni per un potenziale accordo con Fastweb, che fa parte del gruppo svizzero Swisscom. Lo scorso anno la stessa Iliad aveva offerto 11,25 miliardi per l’acquisto di Vodafone Italia a titolo definitivo, ma la sua offerta era stata respinta.

​La frenata del settore in Italia

Secondo la recente indagine annuale dell'Area Studi Mediobanca sui 32 maggiori gruppi mondiali nel settore delle telecomunicazioni, a fronte di un mercato globale delle tlc che cresceva nel primo trimestre 2023 del +2,4%, i ricavi dei principali operatori italiani sono fermi (-0,1%). Una frenata dovuta alla regolamentazione e alla guerra dei prezzi, con il comparto mobile che ha proseguito nel trend calante (-3,9%), mentre la telefonia fissa ha segnato un andamento positivo (+3%). Stando alla stessa indagine, in Italia si contraggono soprattutto gli operatori maggiori (Tim -6,4%, Wind Tre -6,1% e Vodafone -5,7%) mentre continua la crescita di Iliad Italia (+12,2% sul primo semestre 2022), PosteMobile (+4,5%) e Fastweb (+4,3%).

​Le spinte alla fusione in Europa

L'unione tra Tiscali e le attività retail di Linkem (ora Tessellis) nell'agosto 2022 ha rappresentato un primo segnale di consolidamento del settore "anche se ancora non paragonabile a quanto osservabile a livello europeo", osservano gli analisti, rilevando "la necessità di raggiungere dimensioni di scala per affrontare investimenti infrastrutturali di lungo periodo, unita a una redditività non sempre adeguata, sta effettivamente ridefinendo i contorni del settore". Il risiko delle tlc è invece già partito in Spagna e Regno Unito, nel primo caso con l'annunciata integrazione tra Orange Spain e Masmovil (il secondo e il quarto operatore mobile) e con Vodafone che ha annunciato la cessione delle proprie attività nel Paese iberico, operazione che fa seguito all'annunciata integrazione delle proprie attività nel Regno Unito con quelle di Three UK. In Italia le bocce sono ancora ferme ma l'operazione di riassetto di Tim con la cessione di Netco potrebbe avere un effetto domino e già Vodafone ha confermato di avere allo studio diverse opzioni per le sue attività italiane. La proposta di Iliad, se accettata, potrebbe dunque dare la scossa all’intero settore.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: