venerdì 10 agosto 2018
La frenata della crescita e l'impennata dell'inflazione mostrano un governo che sembra avere perso il controllo della situazione. Investitori esteri in ritirati. Guai per le banche europee
Un manifesto elettorale dello scorso giugno di Erdogan a Instanbul (Ansa-Ap)

Un manifesto elettorale dello scorso giugno di Erdogan a Instanbul (Ansa-Ap)

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La lira turca sta precipitando: nelle prime ore di scambi è arrivata a perdere fino al 17% sul dollaro e il 12% sull’euro, per poi risalire appena. Ancora a gennaio il cambio lira-dollaro era a 26 centesimi, mentre con l’euro era poco sopra i 21 centesimi. La Borsa di Istanbul è caduta dell'8.8%. Si tratta del crollo di titoli e moneta più rilevante da due anni, dopo il fallito colpo di Stato del 2016.

Dietro il crollo, la fuga di capitali esteri: gli investitori portano via il loro denaro perché temono che il governo di Recep Tayyip Erdoğan abbia perso il controllo dell’economia nazionale. Da giugno il ministro delle Finanze è Berat Albayark, 40enne, genero del presidente in quanto marito di Esra, la terza figlia di Erdogan. Preoccupano l’inflazione, volata oltre il 15%, il rallentamento della crescita (le previsioni sul Pil per il 2019 sono state tagliate a un 3-4% dal 7% medio degli ultimi anni, l’indisponibilità della Banca centrale, su pressione del presidente, ad alzare i tassi.

Oggil il governo turco presenterà la sua strategia per la crescita. Erdogan ha denunciato l’esistenza di «campagne in corso» contro la Turchia e ha invitato i turchi a «non prestare loro alcuna attenzione»: «Se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro diritto, il nostro Allah e continuiamo a camminare con passo fermo verso il futuro» ha detto il presidente secondo quanto riferito dal quotidiano Hurriyet.

La crisi della lira turca è un problema per alcune banche europee molto esposte nel Paese. Secondo il Financial Times la Bce starebbe studiando approfonditamente la situazione di alcuni istituti di credito della zona euro che operano in Turchia: a preoccupare, in particolare, sono la spagnola Bbva, l’italiana UniCredit, la francese Bnp Paribas. Il timore è che i prestiti in valuta estera fatti dalle controllate turche di queste banche non siano rimborsati. Secondo le stime riportate dal Ft le banche spagnole hanno 83,3 miliardi di euro di crediti in Turchia, quelle francesi 38,4 miliardi e quelle italiane 17 miliardi.

Intanto il crollo di Istanbul sta avendo ripercussioni anche su Piazza Affari. La Borsa italiana perde il 3% e il Ftse Mib è sotto i 21 mila punti (20.984). Lo spread è ai massimi di giornata e tocca i 264 punti base, con il rendimento dei btp a un passo dal 3% (2,96%).



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