
Trent’anni con numeri significativi: 2.850 giovani formati nella costruzione di reti sociali, che hanno dato vita a circa 370 gesti concreti—imprese, cooperative, associazioni - che hanno permesso a oltre 2.800 giovani di trovare opportunità lavorative a servizio delle proprie comunità. E’ il bilancio del Progetto Policoro della Cei che, alla vigilia del trentesimo anniversario (sarà celebrato a dicembre appunto a Policoro, luogo dove tutto ebbe inizio grazie all’intuizione di don Mario Operti), ha visto svolgere questa settimana a Sassone-Ciampino la sessione primaverile, parte del percorso formativo triennale, del 47° corso nazionale per i 150 animatori di comunità in carica, provenienti dalle 110 diocesi italiane—Nord, Sud e Centro Italia – che aderiscono a questa ormai storica iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale italiana tramite l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio nazionale per la pastorale giovanile e Caritas italiana.
Il progetto Policoro dal 1995 incarna l’attenzione e l’impegno della Chiesa italiana verso i giovani e il mondo del lavoro, alla luce del Vangelo, promuovendo una nuova cultura lavorativa e accompagnando le generazioni giovani nella ricerca e nella realizzazione della propria vocazione professionale, in linea con i principi della Dottrina sociale. Questo grande processo rappresenta un laboratorio di sinodalità al quale partecipano coordinamenti regionali, diocesi e tutte le realtà che offrono il proprio servizio e dedicano la propria missione alla creazione di un lavoro dignitoso, sostenibile, libero, solidale, partecipativo e creativo. Il tutto è arricchito da un’articolata e preziosa rete di collaborazioni sviluppate nei territori, che garantiscono supporto ai tanti ragazzi e ragazze che scelgono di creare lavoro “per e con” i luoghi che abitano.
Gli animatori di comunità rappresentano infatti l’anima del progetto. A loro è affidato il mandato di parlare ai loro coetanei e di farsi "compagni di viaggio”. «Accompagnare non significa solo stare accanto alle persone, camminare al loro fianco o prenderle per mano. È molto di più: richiede la capacità di interpretare il tempo e, insieme, discernere il momento giusto per comprendere quale sia la migliore direzione da prendere. Questo è il vero significato di camminare insieme»: ha sottolineato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro.
Ed è proprio su questo mandato, quello dell’accompagnare, che si è concentrata la tappa formativa che i giovani hanno vissuto in questi giorni alle porte di Roma, sul tema “Lungo la via”, ispirato al versetto del Vangelo di Luca (24,35) e ai passi segnati da don Tonino Bello—Testimone dell’anno del Progetto Policoro—per essere pellegrini di speranza nell’oggi. «In trent’anni abbiamo visto i frutti di quella che inizialmente era una scommessa. Potremmo forse azzardarci a dire che è stata anche una profezia. Piano piano, il progetto ha allargato i suoi confini e i suoi orizzonti, adattandosi alle esigenze del tempo, ma restando sempre fedele all’impegno di accompagnare i giovani nella ricerca e nella realizzazione della propria vocazione lavorativa», ha spiegato don Ivan Licinio, coordinatore nazionale del progetto Policoro.
Un appuntamento, quello del trentesimo, con cui si intende segnare un nuovo processo e nuove azioni per rispondere alle mutevoli urgenze del tempo che stiamo vivendo.