lunedì 25 settembre 2017
Lo sostiene l'86% degli studenti universitari italiani intervistati su un campione di 4.700
«Gli studi? Servono a prepararsi al lavoro»
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L'86% degli universitari vive gli studi come un momento fondamentale per prepararsi al mondo del lavoro. Studiare all’Università è, per migliaia di giovani italiani, una tappa fondamentale: è il territorio che marca il confine tra essere ragazzi e diventare adulti. L'esperienza di essere studenti universitari non si può quindi ridurre solamente alla frequenza ai corsi e alla preparazione degli esami: per comprendere esattamente cosa significa essere studenti universitari oggi occorre prendere in considerazione tutti gli elementi che influenzano questa particolare fase della vita.

Uniplaces, il brand leader nel settore degli affitti per studenti universitari, ha cercato di fare luce sull’argomento realizzando la prima edizione dello Student Experience Report 2017. Lo studio, realizzato in collaborazione con il Centre for High Education Internationalisation dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha coinvolto oltre 4.700 giovani italiani tra studenti universitari e neoiscritti. La vita universitaria viene spesso vista, da fuori, come un periodo in cui le preoccupazioni sono poche e il divertimento la fa da padrone. Parlando con le matricole, però, emerge una grande distanza di questa percezione dalla realtà: l’86% degli intervistati dichiara l’intenzione di lavorare sodo, mentre solo il 14% pensa più agli aspetti festaioli della propria avventura universitaria.

Certo, l’aspetto relazionale non viene dimenticato, ma appare evidente la consapevolezza che gli studi universitari avranno grandi conseguenze sulla propria carriera futura. Questo spinge i ragazzi ad affrontare l’Università con grande impegno e determinazione. Alla richiesta di quali fossero le principali ragioni che li hanno spinti a scegliere di studiare all’Università, studenti e neoiscritti hanno infatti indicato soprattutto il desiderio di acquisire una qualifica (45% dei rispondenti), l’importanza del titolo per la propria carriera (36%) e la possibilità di guadagnare di più in futuro (27%).

La curiosità verso l’esperienza universitaria in sé, per quanto presente, è un elemento minoritario: il desiderio di frequentare (21%), lo stimolo intellettuale (20%) e la voglia di imparare cose nuove su materie interessanti (18%) sono le risposte che si posizionano in fondo alla classifica. Il report ha anche indagato la propensione dei giovani italiani a studiare all’estero, che fosse per un periodo di scambio o per un intero ciclo accademico. L’interesse per questo tipo di esperienze si attesta al 24%, in crescita rispetto agli anni passati.

Le ragioni per cui gli studenti universitari scelgono di fare un periodo all’estero sono diverse e intrecciano indissolubilmente la determinazione a preparare il terreno per la futura carriera lavorativa con la curiosità di scoprire il mondo. Tra le ragioni più citate troviamo, quindi, l’ambizione a studiare presso università di fama internazionale e l’interesse a costruire un’ampia rete di contatti professionali, così come il desiderio di conoscere culture diverse e di migliorare le proprie conoscenze linguistiche.

Tra le motivazioni espresse dagli studenti, ne compare anche una di carattere strettamente economico: per chi ha accesso a borse di studio per scambi internazionali e sceglie mete con un costo della vita inferiore a quello italiano, un periodo all’estero può infatti coincidere con risparmi significativi. L’interesse maggiore per le esperienze internazionali si riscontra tra gli studenti di discipline umanistiche: un dato spiegabile con la presenza in questo gruppo di studenti di lingue straniere, per i quali un periodo all’estero è particolarmente utile. Un altro elemento peculiare che emerge dal report è la maggiore propensione a studiare all’estero durante il ciclo di laurea magistrale piuttosto che in quello triennale.

I costi, poi, incidono sulla scelta dell'alloggio e dell’Università. Il report indaga anche la percezione che gli studenti hanno della propria situazione economica, evidenziando che circa il 29% di loro dichiara di trovarsi in condizioni di difficoltà serie o molto serie: un problema accentuato dall’aumentare dei costi legati all’istruzione e dalle conseguenze della crisi economica degli ultimi anni. Uno degli aspetti più influenzati da queste difficoltà economiche è senza dubbio la scelta dell’alloggio: non a caso, gli intervistati dichiarano che l’elemento più importante nella ricerca di una sistemazione adeguata è il prezzo. Seguono la qualità del wi-fi, la pulizia e la distanza dal campus universitario.

Dalle interviste è emerso che il 75% degli studenti universitari italiani vive a casa dei propri genitori. La correlazione con l’enfasi posta sul costo degli alloggi è evidente; quella di vivere con i genitori è, per molti studenti con scarse possibilità economiche, una scelta obbligata. Questo porta parecchi giovani a scegliere l’università in base alla distanza dalla propria città di origine, a prescindere dalla qualità dell’offerta didattica.

Un numero crescente di studenti è quindi costretto a spostarsi quotidianamente tra la casa di famiglia e l’università per poter frequentare i corsi un elemento che giustifica l’enfasi attribuita dagli intervistati alla vicinanza del proprio alloggio con il campus universitario.

«Per i ragazzi di oggi, frequentare l’Università è una faccenda decisamente seria: la student experience -spiega Claudio Francese, Key Partnerships director di Uniplaces - non verte più solo sulle occasioni di socializzazione; questa componente esiste ancora, ma è decisamente meno marcata che in passato. Oggi gli studenti considerano l’esperienza universitaria con aspettative molto più elevate: richiedono maggiore qualità, a partire dai corsi universitari e dai docenti, fino alle strutture comuni disponibili all’interno dell’Ateneo».

Inoltre, prosegue, «vogliono avere la possibilità di fare esperienze lavorative durante il loro percorso di studi, per arricchire il proprio curriculum e acquisire competenze utili per il futuro». «Altrettanto importante - afferma - è la componente di un alloggio facile da trovare e con un buon rapporto qualità/prezzo, che completa l’esperienza universitaria».

«È importante mettere i giovani - conclude Amanda Murphy, director Centre for higher education Internationalisation dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - in condizione di vivere al meglio la propria student experience, specialmente ora che c’è una consapevolezza così diffusa dell’importanza degli studi universitari in ottica lavorativa. Offrire loro alloggi adeguati è sicuramente fondamentale per raggiungere questo obiettivo; il tema è stato affrontato recentemente anche dal ministro Fedeli, che ha evidenziato l’intenzione di potenziare le misure a sostegno degli studenti universitari».

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