martedì 24 settembre 2019
Il corso intende formare manager dell'innovazione. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 ottobre 2019, mentre le sessioni formative hanno inizio il 15 novembre 2019
Executive Mba Ticinensis, al via la nuova edizione
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Formare manager e dirigenti in grado di guidare le imprese in contesti in rapidissima evoluzione, fornendo loro strumenti e risorse utili per comprendere e anticipare i trend in corso: sono gli obiettivi della seconda edizione dell’Executive Mba Ticinensis, il master in Business Administration di Fondazione Alma Mater Ticinensis e Università di Pavia, sostenuto da una serie di aziende fra cui in primis Ubi Banca (main partner). Fil rouge di questa edizione è il tema “Towards a New Humanity”, a rimarcare la centralità delle persone e della qualità della vita in un contesto “aumentato”, in cui la tecnologia offre moltissime nuove opportunità ma al contempo pone sfide di assoluto rilievo. Il prof. Stefano Denicolai, direttore del corso, a proposito della classe condivide: «Sapevamo di aver intercettato un importante gap formativo, ma non immaginavamo una risposta così ampia. Ciò ha portato a una classe di grande qualità: così il confronto fra corsisti in aula è diventato un valore aggiunto ulteriore. Per la nuova edizione cerchiamo candidati altrettanto forti»

Le numerose richieste di alta qualità pervenute per la prima edizione (circa un centinaio, a fronte di 20 posti in aula disponibili) e i riscontri più che positivi maturati nei primi mesi del corso (alla data del 3.7.2019 4,27 su 5 in un sondaggio anonimo somministrato ai corsisti) hanno portato ad avviare la seconda edizione a 12 mesi dall’avvio della prima: le iscrizioni sono aperte fino al 10 ottobre 2019, mentre le sessioni formative hanno inizio il 15 novembre 2019. Sono numerose le novità introdotte, tra cui spiccano:

● Un focus ancora maggiore sulle competenze manageriali legate all’’economia circolare, guidato dalla prof.ssa Antonella Zucchella, già docente del corso ed autrice del volume “Circular entrepreneurship”, di recentissima pubblicazione.

● Un modulo dedicato al management dell’innovazione basato sul volume “Creative Construction: The Dna of Sustained Innovation”, del prof. Gary Pisano di Harvard Business School (US), il quale sarà anche in aula in qualità di docente;

● Un advisory board ancora più prestigioso, grazie all’ingresso di Enrica Acuto, amministratore delegato di Jacobacci & Partners e Paolo Fedegari, amministratore delegato di Fedegari Group.

A disposizione dei corsisti rimangono numerose borse di studio, tra cui ne spicca una dedicata al best young manager, per il miglior candidato under 35.

«Il settore sta vivendo una estesa e complessa trasformazione che ha cambiato il modo di fare banca e la maniera attraverso cui i clienti accedono ai servizi bancari, anche grazie a quella autentica rivoluzione che continua a essere l’innovazione digitale - afferma Elvio Sonnino, vice direttore generale e chief operating officer di Ubi Banca -. Restano però immutate le esigenze di stabilità, sicurezza e qualità. Una trasformazione la cui portata richiede una nuova generazione di figure professionali: per questo UBI Banca ha avviato partnership e collaborazioni con atenei e business school, investendo nella formazione di professionisti in grado di contribuire allo sviluppo e alla gestione delle nuove frontiere della tecnologia a servizio della finanza».

La figura del chief innovation officer (Cino) - secondo uno studio realizzato dall’Università di Pavia sotto la guida del prof. Stefano Denicolai e che ha ispirato parte dei contenuti del master - è un ruolo dirigenziale non presente in tutte le imprese, ma dall’evidenza dei dati risulta in grado di supportare le imprese in un miglior percorso di crescita: nel periodo 2016-2018 le imprese del campione con un Cino sono cresciute in media del 12.7%, contro il 7.7% di quelle sprovviste di tale figura. Tale studio ha evidenziato le differenze tra la realtà italiana e quelle di altri Paesi e le peculiarità a seconda della tipologia di impresa e sue dimensioni, facendo emergere, tra gli altri dati, un importante divario di genere.

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