lunedì 6 settembre 2021
Dal 17 settembre 80 relatori, tavole rotonde, monologhi ispirazionali. Tre tappe a Ivrea, Imola e Bari contro le false notizie e in difesa di una nuova cultura del lavoro
Una passata edizione del festival dedicato alla cultura del lavoro

Una passata edizione del festival dedicato alla cultura del lavoro - Archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Torna dal vivo Nobìlita, il festival nazionale dedicato alla cultura del lavoro. Giunto alla IV edizione, porterà sul palco tutta l’attualità che ha segnato gli ultimi mesi: cinque giorni per rimettere seriamente il tema del lavoro al centro dell’informazione e dei dibattiti nazionali. L'evento è organizzato ogni anno da FiordiRisorse e SenzaFiltro. Su esplicita richiesta dei sindaci di Ivrea e Imola e del rettore del Politecnico di Bari, quest’anno il festival si moltiplica per tre, visitando tre aree geografiche del Paese molto diverse fra loro per meglio interpretare i cambiamenti già in atto nel mondo del lavoro. Il 17 e 18 settembre in Officina H ad Ivrea, il 24 e 25 settembre all’autodromo di Imola e il 26 ottobre al Politecnico di Bari, si alterneranno 80 speaker tra panel, tavole rotonde e monologhi ispirazionali in stile TedX (“JobX”, 20 minuti di pensiero manageriale in forma teatrale).

Ecco i temi portanti dell’edizione 2021:

Come cambieranno le città? Saranno capaci i grossi centri urbani – e Milano in particolare – a rispondere ai grandi cambiamenti a cui sono chiamati per recepire le nuove esigenze dei lavoratori? Anche la nuova cultura del lavoro si inserisce dentro questa fase evolutiva urbana in chiave non soltanto economica ma soprattutto sociale e relazionale. Dal commercio all’industria, dall’architettura ai trasporti, dallo smart working ai lavori da remoto in varie forme, lo sguardo sulle città consente di interpretare nuovi atteggiamenti e nuove politiche. Oppure si prospetta un ritorno schizofrenico alla “vecchia normalità”?

Sicurezza. Nell’anno del lockdown sono aumentati gli incidenti e le morti sul lavoro. Nel primo trimestre del 2021 c’è già un incremento rispetto all’anno precedente. Incidenti come quelli del Mottarone o di Luana d’Orazio sono l’evidenza di un sistema industriale troppo attento ai fatturati e meno alla sicurezza dei propri operai. La sicurezza sul lavoro non può più essere ridotta alla tragedia del giorno ribattuta sui media locali e nazionali o ai dati che ciclicamente ricordano il livello di guardia ancora troppo basso nel nostro Paese. Senza cultura dentro le aziende, i passi sono ancora troppo corti e poco funzionali così come non è possibile che la sicurezza sui luoghi di lavoro sia solo considerata un costo.

Competenze giovani o giovani competenze? Si parla tanto di “reskilling” e di nuove competenze, ma intanto le aziende investono pochissimo sulla formazione e nelle scuole è assente qualsiasi contatto con le imprese e con il mondo del lavoro in generale. Serve una riconsiderazione generale dato che i responsabili Hr, così come le agenzie interinali e le società di selezione, sono sempre più consapevoli della necessità di mappare le competenze e avviare progetti di cosiddetto reskilling e upskilling - intendendo il processo di apprendimento di nuove competenze in modo da poter svolgere un lavoro totalmente o parzialmente diverso o - per adeguare rapidamente le conoscenze. Non si tratta solo di tecnologia ma anche di valorizzazione del capitale umano, per permettere alle persone di cambiare logica e mentalità.

Piattaforme digitali. Hanno ormai un ruolo importante e sono insostituibili. Amazon, Facebook, Google, per non parlare delle piattaforme legate alla gig economy dei “lavoretti”. Che futuro stiamo costruendo e che ruolo avranno dal punto di vista giuridico, economico ed etico i grandi colossi del digitale? Dietro la cultura delle piattaforme si nascondono meccanismi e dinamiche di cui la privacy è solo la punta dell’iceberg: ciò che si ignora è che l’epoca delle piattaforme ci chiama innanzitutto alla responsabilità individuale e che viviamo un tempo unico nel suo genere per tutti gli strumenti a disposizione nel prendere scelte legate alla nostra vita privata, professionale e relazionale. Il 2020 è stato l’anno della presa di coscienza: gli Stati non sono più in grado di governare la complessità.

Lavoratori Introvabili. I giornali ne hanno parlato per tutta l’estate, ma è già da molto tempo che gli imprenditori e le associazioni di categoria si lamentano di non trovare personale qualificato. Qual è la verità? A una verifica approfondita che SenzaFiltro conduce da diversi anni tramite fact checking, la verità è che molte delle aziende che si lamentano di fatto non attivano processi di selezione del personale, non pubblicano annunci e offerte di lavoro, non investono sulla ricerca. Intorno ai temi delle assunzioni e della disoccupazione italiana circola ancora, purtroppo, troppa disinformazione che finisce per distorcere la realtà soprattutto in alcuni settori economici quali il turismo, la ristorazione, l’accoglienza.

Carceri: le nuove aziende. Come è strutturato l’ambiente lavorativo all’interno del carcere? Poco o nulla si sa di queste realtà, quasi tutti crediamo che i detenuti vivano a spese degli italiani che li mantengono attraverso le tasse. Invece il lavoro si svolge anche dentro le carceri, soprattutto tramite progetti di investimento da parte di aziende che stanno scegliendo di non delocalizzare più all’estero e di utilizzare invece spazi, risorse e sgravi fiscali messi a disposizione dal ministero della Giustizia e dalle carceri stesse: cresce così anche il valore sociale di reinserimento dei detenuti stessi.

Tutti gli incontri del festival sono a prenotazione obbligatoria sul sito ufficiale:
www.nobilitafestival.com.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: