mercoledì 9 giugno 2021
E' il primo Paese che li utilizzerà come moneta reale. Il parlamento ha approvato in tempi record il disegno di legge del presidente Nayid Bukele
El Salvador è il primo Paese a legalizzare i Bitcoin

El Salvador è il primo Paese a legalizzare i Bitcoin - Reuters

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Il Parlamento di El Salvador ha approvato a larghissima maggioranza – 62 voti a favore su 84 – la legge che dà al bitcoin lo status di moneta legale. I dieci articoli della Ley Bitcoin prevedono che cittadini salvadoregni possano utilizzare la più famosa delle criptovalute per pagare le tasse e fare acquisti. I negozianti saranno obbligati ad accettare i pagamenti in bitcoin, ma potranno convertirli immediatamente in dollari: prima che la legge entri in vigore, fra 60 giorni, il governo dovrà presentare il regolamento per dare i dettagli di come avverrà questo passaggio.


El Salvador è sostanzialmente privo di una propria moneta dal 2001, quando l’allora presidente Paco Flores scelse di abbandonare il colòn per sostituirlo con il dollaro statunitense: fissò il cambio a 8,75 colones per un dollaro americano e rapidamente la valuta nazionale, che circolava da oltre un secolo nel Paese, sparì dalla circolazione. Ora il dollaro rimane la valuta di riferimento, affiancato dal bitcoin, secondo il suo valore – in dollari – liberamente stabilito dagli scambi tra traders. A spingere per l’introduzione del bitcoin è stato il 39enne presidente Nayib Bukele, che ha annunciato la novità con un video inviato a una conferenza sui bitcoin in corso a Miami. L’obiettivo dichiarato è quello di dare “inclusione finanziaria” al 70% della popolazione che oggi non ha un conto in banca. L’altro vantaggio sarebbe quello di permettere ai tanti emigrati di spedire denaro a casa gratuitamente (le rimesse arrivade in Salvador sono ammontate a 6 miliardi di dollari nel 2020). Su Twitter lo stesso Bukele ha fatto capire che l’idea principale è comunque quella di fare del suo Paese una sorta di paradiso degli appassionati di criptovalute: pubblicizza il clima mite, l’assenza di tasse sulla proprietà e sui profitti da bitcoin, immediata residenza per gli imprenditori delle criptovalute.

La sua è una mossa oggettivamente rischiosa. Il bitcoin è estremamente volatile, completamente in balìa degli umori del mercato. Solo nella prima metà di quest’anno le quotazioni sono salite da 30mila a quasi 65mila dollari per poi scendere di nuovo verso il punto di partenza (ora si muovono sui 36mila dollari). Accettare una moneta così instabile per le proprie entrate fiscali rende più incerto che mai il destino dei conti pubblici salvadoregni. L’economia salvadoregna è piccola: i suoi 6,5 milioni di abitanti genernao un Pil di 25 miliardi di dollari, il debito pubblico ammonta a 23 miliardi. Il Paese sta trattando un piano di aiuti da oltre 1 miliardo di dollari con il Fondo monetario internazionale, un negoziato che già era diventato più complicato quando – a maggio – ha cacciato cinque giudici della Corte Suprema e il Procuratore capo.

L’Economist ha scritto che Bukele sembra pronto a divientare il primo dittatore millennial. Il suo responsabile della Banca centrale, Douglas Pablo Rodríguez Fuentes, sembra poco attrezzato per gestire eventuali situazioni critiche: ha una laurea breve in Contabilità Pubblica conseguita nel 2010 e ora sta studiando per un master online in Finanza Pubblica e Amministrazione Fiscale dello Ief di Madrid. L’unica sua esperienza lavorativa extrapolitica è stata in due aziende legate alla famiglia del presidente Bukele.

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