giovedì 24 agosto 2023
In Gran Bretagna a luglio il valore delle case ha subito un calo record per l’aumento del costo dei mutui. Da un’analisi di S&P entro il 2024 in Europa il valore degli immobili scenderà dell’8%
In alcuni Paesi si vedono già ricadute sul settore delle costruzioni: lo sviluppatore immobiliare tedesco Project, con sede a Norimberga, ha presentato istanza di insolvenza. In Italia flessioni meno marcate perché si sente ancora l’effetto superbonus

In alcuni Paesi si vedono già ricadute sul settore delle costruzioni: lo sviluppatore immobiliare tedesco Project, con sede a Norimberga, ha presentato istanza di insolvenza. In Italia flessioni meno marcate perché si sente ancora l’effetto superbonus - Patrick Daxenbichler

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La tendenza era stata preannunciata poche settimane fa in un’indagine degli analisti di S&P: l'aumento dei tassi d’interesse in Europa porterà una correzione sostenuta dei prezzi nominali delle case un po’ ovunque nel continente. E l’effetto potrebbe durare a lungo. Il boom pandemico dell’immobiliare, insomma, sembra essere finito per lasciare il posto a una fase di discesa dei prezzi. In un mercato che resterà soggetto a costi di finanziamento più elevati in termini reali anche dopo un nuovo allentamento dei tassi da parte delle banche centrali – si legge nella ricerca – è improbabile un rimbalzo più marcato dei prezzi delle abitazioni dopo che la correzione avrà fatto il suo corso. Niente crolli in vista, ma indubbiamente si prevedono cali consistenti. «Una media superiore comunque all’8% un po’ ovunque entro la fine del 2024, con picchi di circa il 12% in Germania e nel Regno Unito», secondo i calcoli di S&P.

Le stime degli esperti dell’agenzia di rating hanno trovato una prima parziale conferma in alcuni dati diffusi nei giorni scorsi. A luglio infatti in Gran Bretagna è stato registrato un calo record da 14 anni per il prezzo delle case, sceso in media del 3,8% secondo le rilevazioni di Nationwide, il colosso britannico dei mutui. L’ultimo dato indica un costo medio per singola proprietà pari a 260.828 sterline (circa 304.000 euro), vale a dire il 4,5% sotto il picco registrato nell’agosto scorso. Un’opportunità per le famiglie e gli investitori che intendono acquistare, sottolinea Nationwide; anche se - sull’equilibrio del mercato immobiliare del Regno, pilastro dell’economia nazionale e gallina dalla uova d’oro per il business da decenni in città come Londra e non solo - pesa l’impennata degli interessi sui mutui. La Banca d’Inghilterra, del resto, ha già portato i tassi al 5% e probabilmente il 3 settembre aggiungerà un ulteriore ritocco di un quarto di punto (0,25%).


-12%
La massima flessione dei prezzi delle case che può registrarsi entro il 2024 in Germania e Regno Unito

-3,8%
Il calo del prezzo delle case nel Regno Unito a luglio in base alle rilevazioni del colosso inglese dei mutui Nationwide

-0,9%
Il calo del prezzo delle case nell’Eurozona nei primi tre mesi di quest’anno (-0,7% per l’intera Ue)ù

260mila
Il costo medio in sterline di una singola proprietà nel Regno Unito (pari a poco più di 300mila euro)

4,25%
Il costo del denaro attuale in Europa, con la Bce che lo ha innalzato di un quarto di punto nell’ultima riunione di luglio


Passando dal Regno Unito all’Ue il trend non cambia. Dai dati Eurostat, rispetto al quarto trimestre del 2022, nel periodo gennaio-marzo di quest’anno i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,9% nell'area euro e dello 0,7% nell’intera Unione. Tra i Paesi per i quali sono disponibili dati, «sei hanno registrato un calo annuo dei prezzi delle abitazioni nel primo trimestre del 2023», evidenzia l’istituto europeo di statistica.

Gli aumenti più elevati sono stati registrati in Croazia (+14%), Lituania (+13,1%) e Bulgaria (+9,5%), mentre le flessioni più marcate si sono verificate in Svezia (-6,9%), Germania (-6,8%), Danimarca (-6,2%), Finlandia (-5,1%).

In Germania, inoltre, l’aumento dei tassi e la flessione del mercato immobiliare sta avendo conseguenze sul settore edilizio. La scorsa settimana lo sviluppatore immobiliare Project, con sede a Norimberga, che ha pianificato diversi progetti da miliardi di euro in tutta la Germania, ha presentato istanza di insolvenza. «Una delle ragioni principali dell’insolvenza è l’enorme aumento dei costi di costruzione a seguito della guerra in Ucraina. Non è stato possibile trasferire questi aumenti di costo ai clienti», hanno spiegato. Il gruppo di progetto opera principalmente a Berlino, Monaco, Amburgo, nella regione Reno-Meno, Renania e Norimberga. L’impresa edile non è l’unica in difficoltà in Germania. Negli ultimi mesi, il rapido aumento dei tassi di interesse immobiliari insieme all’aumento dei prezzi delle costruzioni ha portato a una serie di insolvenze in tutto il settore. In tutta la Germania stanno aumentando le segnalazioni secondo cui gli sviluppatori non sono in grado di vendere condomini e case finiti, o possono farlo solo dopo mesi, perché gli acquirenti non sono disposti o non sono in grado di pagare.

Quanto all’Italia, l’effetto tassi si sente ancora poco e anche nel prossimo futuro rischia di essere molto meno evidente rispetto ad altri Paesi. In questa prima metà dell’anno i prezzi hanno sostanzialmente tenuto anche se i principali indicatori nazionali hanno evidenziato un calo delle compravendite. Per gli analisti di S&P in Italia si sente ancora l’effetto superbonus sul mercato: «I sussidi del governo per gli interventi di efficientamento energetico hanno innescato un forte rimbalzo della domanda all’inizio di quest’anno». Un rimbalzo destinato comunque ad «attenuarsi progressivamente fino alla metà del 2025» ma che si tradurrà in una discesa dei prezzi che in Italia «avverrà con ritardo e sarà meno pronunciata», intorno al 6,3% rispetto al picco.

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